LO SPECCHIO Magazine

Poesia. Echi d’inverno nella poesia di Alessandra Gabbanelli

 

Leggere le poesie di Alessandra Gabbanelli  è una esperienza cruciale. Si nota una certa vicinanza con il grande mondo , quello classico, che diventano substrato di una scrittura che è sì, profondamente attuale, ma allo stesso tempo rimanda a un senso di nostalgia. Eppure il lettore non guarda ad essi come a qualcosa di distante. Il piacere della lettura  è qualcosa da cui si deve saper ricominciare.

Alessandra Gabbanelli

Selezione di testi inediti:

ECHI D’INVERNO

 Mi risveglio in terra impervia

e ricomincio a danzare.

Danzo pensieri notturni

fluttuanti nel vento.

Danzo abissi di luce

e lampi di oscurità.

Danzo mille frammenti

che mai si ricompongono.

E danzo, madida, sogni disgregati,

parole luminose e abusate

in lontana eco perdute.

 

 

Foto Blue – Mare

 

IL CONCERTO

 Calore delle luci sulla pelle.
Voci, rumori, risate entrano ed escono dal campo uditivo.
Sensazione di attesa, vaga promessa di emozione.
Buio progressivo, brusio che si fa silenzio.
L’applauso irrompe, lo sguardo si acuisce, la schiena si tende.
E poi le mani…
Mani che sfiorano, toccano, premono, danzano.
Mani incantate, mani officianti riti eterni.
Battiti tremuli percorrono ogni fibra e le infondono

piacere e inquietudine,

malinconia e pace e volontà.
Il reale sfuma e si fa eco lontana.
L’intero universo si dipana sui tasti.
Una nube iridescente lo avvolge, lo cela.
Sinuose turbolenze si susseguono.
E poi, inaspettati, bagliori fecondi di rinnovate esistenze.

 

Foto Blue – Mare

 

MI RICORDO

 

Velo maculato

di roseo sembiante

si adagia sul manto celeste.

E mi ricordo quand’ero chiarore

e i tuoi occhi vi si immergevano

come in lago di pace.

 

Voli geometrici

di vocianti gabbiani.

E mi ricordo quand’ero coraggio

e il tuo slancio mi raggiungeva

con ampi e sornioni sorrisi.

 

Pioggia odorosa

si insinua e dilaga.

E mi ricordo quand’ero conturbante mistero

e il tuo grido di creatura notturna

confortava la tenebra.

 

Crepitio di foglie

raggiunte da raggi ardenti.

E mi ricordo di essere vita pulsante,

bruciante inquietudine,

viandante mai paga di cammino.

 

Foto Blue – Mare