LO SPECCHIO Magazine

AMARCORD / Attualità, Il coro dei politici anni ’90: dagli al Corriere Adriatico!

Sequestro di merce contraffatta al Porto (foto sito Agenparl, 26/10/15)

All’epoca fu la guerra contro il Corriere Adriatico, ingenuamente convinto che fosse necessario rendere conto alla gente dei tanti segnali di radicamento di fenomeni malavitosi che si manifestavano a Porto Recanati. Ecco perché buona parte della pagina locale è stata sovente occupata dalla cronaca nera. Non certo per colpa dei cronisti o delle redazioni. A volte, o magari troppo spesso, un titolo o un resoconto enfatizzano un fattaccio, ma resta che, se la notizia c’è, nessuno può far finta di ignorarla o, peggio ancora, di nasconderla dietro il paravento dell’immagine cittadina, della ragion di stato turistica o commerciale. Così, nel giugno ‘91, il Corriere dette ampio spazio, né avrebbe potuto esimersene, all’assassinio di Mario Romagnoli, ristoratore di Numana conosciuto come Mariolino, in procinto di aprire un ristorante anche al Porto. Racket?. Ancora nera, e non da poco: il 1 ottobre si svolgono a Porto Recanati, nella chiesa di san Giovanni Battista, i funerali di Antonio Cataldi, sospettato di gestire un largo giro di traffico di stupefacenti, avvelenato a Cagli, durante una cena. Morte orribile, dopo una lunga agonia tra dolori insopportabili. Cataldi risiedeva da anni al Porto, in via Foscolo. Il giornale ne scrisse parecchio continuando a chiedersi fino a quando sarebbe durato l’ostinato silenzio, con allegata testa nel sacco, di amministratori, politici, partiti e &.

E qui si verifica l’incredibile, ma forse non tanto nel sistema-Italia: il giornale, che ha reso puntuale cronaca dei fatti, viene attaccato dalle milizie dei benpensanti e accusato di turbamento della pace dell’isola felice (che non c’è e non c’è mai stata). Domina nei giornali murali dei partiti (tutti, nessuno si tiri indietro) la condanna del quotidiano regionale che fa circolare un’immagine della città dannosa al commercio e al turismo; amici da sempre che telefonano e dicono che “se succedono davvero cose brutte in paese, non scriverle; lascia fare a carabinieri e polizia”; addirittura qualche rappresentante delle forze dell’ordine che invita il cronista a essere meno “espansivo” in materia di ordine pubblico. Tutti sapevano quel che stava accadendo, e perché, ma leggerlo addirittura sul giornale, ah, no!, davvero troppo Dai tromboni escono suoni da deguello per la patria svillaneggiata e una forte schiera di benaltristi (quelli per i quali c’è sempre ben altro da fare), si impegna a fare la guerra ai brutti pensieri generati dalla stampa irresponsabile. Che poi, oggi sono gli stessi che si indignano ogni momento, e più di chiunque altro (noi compresi), per la sicurezza che ci manca, per l’invasione di brutti ceffi che si vedono in giro, per gli spettacoli della prostituzione per strada. Il piccolo, solito festival del conformismo, camaleontico e gattopardesco. All’epoca successe che a un certo punto il giornale finì per averne fin sopra le righe e, una tantum, sbottò:

Troncare e sopire, il silenzio cura ogni male (Corriere Adriatico, 16/10/91)

Ogni volta che Porto Recanati è colpita da eventi criminosi la stampa enfatizza o esagera. Lo sostengono i “nientisti” (quelli per cui non succede mai nulla). Anche in questa occasione (il citato “affaire” Cataldi, n.d.a.) ci danno addosso: scrivendo quel che accade offuscheremmo l’immagine della città. Traduzione: se la gente muore ammazzata (Mariolino), se i negozi vanno per aria (Di Girolamo), se bruciano le agenzie immobiliari (Cappelletti), non preoccupatevi, anzi, state zitti. Ve lo diciamo noi, dalle nostre poltrone, dove abbiamo modo e tempo di ragionare seriamente. Ascoltateci, sopire e troncare, troncare e sopire …(l.p.).

Da oggi questa rubrica e quella del Dialetto in pillole vanno in vacanza per qualche giorno, credo fino all’inizio della prossima settimana. Buon anno a tutti.

Lino Palanca