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Dialoghi in corso. “Sarebbe censura” Parla la deputata Liuzzi, che ha in mano il dossier per i 5 stelle sulle fake news.

Fonte internet

Gabriella Cerami –  Politics reporter, L’Huffington post

Niente legge sulle fake news. Per il Movimento 5 Stelle non c’è bisogno di una normativa ad hoc, così come la esclude Matteo Renzi. “Non è una legge che risolve il problema”, dice la deputata Mirella Liuzzi che per il grillini si occupa dell’argomento: “Non è l’approccio giusto. Si tratterebbe di una legge di censura”. Eppure il tema delle fake news ha varcato le porte del Parlamento sin dall’inizio della legislatura. Diverse le proposte depositate: dalla Carta dei diritti su Internet al disegno di legge presentato al Senato poco meno di un anno fa dalla ex 5 Stelle Adele Gambaro, fino ad arrivare al testo a cui ha lavorato il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda. Nonostante la questione delle fake news, nelle ultime ore, sia tornata al centro del dibattito politico a causa dell’allerta su possibili ‘condizionamenti’ delle elezioni politiche, anche il segretario de Pd ha escluso una legge, piuttosto ha annunciato la pubblicazione di un rapporto sulle false notizie da pubblicare ogni 15 giorni.

Il metodo 5Stelle è quello più noto della pubblicazione sul blog di Grillo di quelle che loro ritengono essere fake news. Al di là di questo, secondo il Movimento 5 Stelle “una legge porterebbe le multinazionali o chi gestisce social come Facebook a mettere dei filtri e ciò equivale alla censura. Le bugie non sono un reato, e in fondo i mezzi per colpire chi diffama o chi calunnia esistono già. Adesso serve un approccio di tipo culturale”, dice ancora Liuzzi. “Chi paventa un intervento normativo, come la senatrice Gambaro, deve ben capire in che argini si muove. Iniziare a diffondere una cultura contro le fake news e chiedere scusa di ciò che viene pubblicato può essere un inizio. Serve un percorso scolastico che dica ai più giovani che non bisogna credere al primo link e che aiuti a verificare in poco tempo se una notizia sia vera o falsa. Insomma, bisogna dare gli strumenti giusti”.

Poi la deputata grillina attacca: “Vogliono farci passare per quelli che producono fake news sul web e invece siamo i più colpiti dai media tradizionali. Nonostante questo diciamo che le leggi già ci sono e c’è quella sulla diffamazione che ha già fatto quattro passaggi in Senato”.