Non è solo un weekend di inizio estate. È il momento di dire la tua.
Spesso ci sentiamo tagliati fuori. Politica lontana, parole vuote, promesse che si sciolgono al sole. Eppure, ogni tanto, arriva un’occasione concreta per contare davvero. L’8 e il 9 giugno, siamo chiamati a votare per quattro referendum sul lavoro. E chi dice che “tanto non cambia niente”, questa volta si sbaglia.
I temi al centro sono precariato, sicurezza sul lavoro e abusi nei contratti. Argomenti che riguardano da vicino i giovani — non in teoria, ma nella vita vera: nei CV ignorati, nei contratti a scadenza, nei turni senza garanzie, nei tirocini gratuiti, negli infortuni senza tutele.
Cosa si vota?
Nel concreto, i referendum chiedono di:
Abolire i contratti a termine troppo facili da rinnovare all’infinito, che tengono migliaia di giovani appesi a un futuro instabile.
Restituire piena responsabilità all’azienda appaltante in caso di incidenti sul lavoro, anche se si lavora per una ditta in subappalto.
Eliminare le proroghe ingiustificate al contratto a chiamata, che spesso lascia i lavoratori senza certezze né orari.
Rendere più difficile l’abuso dei voucher, che oggi rischiano di sostituire il lavoro regolare in molti settori.
Perché conta il tuo voto?
Perché questa precarietà non è normale. Non è normale dover cambiare cinque lavori in un anno senza mai sapere se si avrà uno stipendio il mese dopo. Non è normale rischiare la salute in un magazzino, in una fabbrica, su un ponteggio, senza che nessuno se ne assuma la responsabilità.
È il momento della consapevolezza — e farlo con una croce sulla scheda.
Non votare è una scelta. Ma è quella che vogliono da te.
Chi ti dice che “non serve a niente” conta sul fatto che resterai a casa. Ma proprio i giovani — studenti, rider, freelance, partite IVA forzate, stagionali — sono i primi ad avere tutto da guadagnare da un lavoro più stabile, più equo e più rispettato.
Parla con amici e colleghi. Spiega perché è importante.
Usa i social per diffondere informazioni, non indifferenza.
Perché votare è un atto di fiducia. Di cura. Di desiderio di cambiare le cose. E questa volta, cambia anche il tuo futuro.
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