Editorialista Corriere Elena Tebano
Chissà come avrebbe reagito l’Europa se lo avessero fatto i Putin. Due settimane fa, il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump aveva scritto sul suo Truth Social che «la proprietà e il controllo della Groenlandia sono una necessità assoluta». «La Groenlandia è un luogo incredibile e la popolazione ne trarrà enormi benefici se e quando diventerà parte della nostra nazione. La proteggeremo e la custodiremo, da un mondo esterno molto cattivo», aveva dichiarato Trump. Ieri dopo che suo figlio Donald Jr. è atterrato in Groenlandia, a Nuuk, a bordo dell’aereo Trump Force One, Trump senior ha insistito: «Questo è un affare da concludere». Terminologia da immobiliarista, che dice molto dell’atteggiamento con cui il miliardario star dei reality affronterà la sua seconda presidenza. «Il popolo della Groenlandia dovrebbe decidere del proprio futuro e credo che voglia far parte dell’America» gli ha fatto prontamente eco il fido Elon Musk su X.
Trump aveva già detto di voler comprare la Groenlandia durante il suo primo mandato, salvo sentirsi rispondere subito con un secco no preventivo dalle autorità groenlandesi e danesi. Ma in politica spesso quello che un tempo era impossibile, improvvisamente non lo è più. «Non siamo in vendita e non lo saremo mai» aveva detto a dicembre il primo ministro della Groenlandia Mute Egede, del partito indipendentista Comunità del Popolo. Ma nel suo discorso di Capodanno ha detto anche che: «È giunto il momento di fare il prossimo passo per il nostro Paese». «La nostra cooperazione con altri Paesi e le nostre relazioni commerciali non possono continuare a svolgersi solo attraverso la Danimarca» ha aggiunto. «Il lavoro è già iniziato per creare il quadro di riferimento per la Groenlandia come stato indipendente». La Groenlandia può, in base a un accordo con la Danimarca, ottenere l’indipendenza tramite referendum. Ed Egede potrebbe indirlo in concomitanza con le elezioni di aprile.
La Groenlandia, che conta circa 57 mila residenti, è l’isola più grande del mondo, è coperta per l’80% dal ghiaccio e si trova in una regione di importanza strategica per Stati Uniti, Russia, Cina e altri Paesi. È un territorio autonomo che fa parte della Danimarca e ha importanti risorse minerarie, petrolifere e di gas naturale. Ma attualmente la sua economia dipende dalla pesca e dalle sovvenzioni della Danimarca e difficilmente potrebbe prosperare come Paese del tutto indipendente. La capitale, Nuuk, è più vicina a New York che alla capitale danese, Copenaghen.
Che la Groenlandia sia finita al centro di rivendicazioni contrapposte, intanto, lo dimostra anche il fatto che il re danese Frederik X ha rivendicato l’appartenenza dell’isola al regno modificando lo stemma della Danimarca per includere campi che rappresentano la Groenlandia e le Isole Faroe. «Siamo tutti uniti e ognuno di noi si impegna per il Regno di Danimarca», ha detto il re nel suo discorso di Capodanno, aggiungendo: «fino alla Groenlandia».
In un comunicato, il governo della Groenlandia ha dichiarato che la visita di Trump Jr. è avvenuta «come privato» e non come visita ufficiale. Secondo l’agenzia Ap, Trump Jr. è stato in Groenlandia per un giorno per girare contenuti video per il suo podcast, che però è anche una piattaforma politica per sostenere i programmi del padre. E oggi, durante una conferenza stampa Trump non ha escluso l’uso della forza (militare o economica) per cercare di ottenere il controllo di Panama e alla Groenlandia. A una domanda in proposito ha risposto: «Non posso assicurarvi che… state parlando di Panama e della Groenlandia. No, non posso assicurarti nulla su nessuno dei due, ma posso dire che ne abbiamo bisogno per la sicurezza economica». Ha anche affermato che imporrà «dazi alla Danimarca a un livello molto alto» se non consegnerà la Groenlandia agli Stati Uniti (oltre a dire di voler fare del Canada il 51esimo stato degli Usa).
Le sue affermazioni e la missione di Trump Jr possono sembrare una boutade. Ma sono l’ennesimo segnale che la seconda presidenza Trump porterà sconvolgimenti imprevisti in tutto il mondo. Allacciamo le cinture.
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