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Spegnere la gioia è spegnere la vita. Serata con don Luigi Verdi nella chiesa di Cristo Re

don Luigi Verdi sul sagrato della chiesaL’incontro – testimonianza con don Luigi Verdi, Non spegnere la gioia, nella Chiesa di Cristo, Unità Pastorale Cristo Re – San Pietro, Civitanova Marche, arcidiocesi di Fermo, venerdì 22 novembre, fissato per le 20,30, è andato oltre ogni più ottimistica previsione. Grande il concorso di pubblico, circa cento cinquanta i presenti, convenuti per ascoltare don Gigi, caposcuola di un linguaggio nuovo che lega assieme parole, pensieri, immagini e canzoni. La semplicità espositiva ma anche la forte testimonianza, frutto del proprio vissuto, sono le due caratteristiche del sacerdote, fondatore della Fraternità di Romena, in provincia di Arezzo. L’iniziativa era inserita nell’ambito di altri appuntamenti formativi previsti dall’Unità Pastorale per la festa di Cristo Re dell’Universo, come ricordato dal parroco don Mario Colabianchi.

Una foto quasi rubata, scattata sul sagrato della chiesa, dopo aver aspettato che don Gigi, rimasto solo con un suo amico di Civitanova Marche, avesse acconsentito, questo è stato il mio approccio iniziale con il sacerdote, prima della veglia in chiesa. Alcuni termini propri del dialetto toscano con la sua inconfondibile cadenza mi hanno riportato come per incanto al breve periodo del mio servizio militare, consumato tra Siena e Firenze. La chiesa piena e il tempo che scorreva inesorabile consigliavano tuttavia di iniziare subito l’incontro tanto atteso da tutti. Poche parole di presentazione, dette da don Mario Colabianchi, hanno creato l’atmosfera adatta, perché cessasse il brusio diffuso tra la gente e ognuno si preparasse all’ascolto. “Spegnere la gioia è come spegnere la vita” ha esordito don Mario. Quando manca la gioia e come se mancasse l’aria.

Spente le luci, il video predisposto, dal titolo omonimo “Non spegnere la gioia”, diffondeva nel tempio la canzone di Simone CristicchiCerco una parola”. La parola del cantautore è la ricerca della gioia come alternativa alla disperazione. Canzoni, immagini prese dalla vita quotidiana, interviste a cantautori, Lucio Dalla, Roberto Vecchioni, Fabrizio De André, foto di poeti, Montale, Pessoa, Merini, Ungaretti, Leopardi, danno il ritmo a tutto il video che sta girando anche su YouTube, dallo stesso titolo Non spegnere le luce. Le riflessioni di don Luigi Verdi si alternano come strumenti che forniscono le ali per poter volare. “Abbiamo fatto del nostro meglio per distruggere il mondo” (Montale). L’ottimismo vero è quello che ci permette di uscire dalla disperazione e nasce dalla volontà di futuro. La vita è piena di tante carezze. Sta ad ognuno di noi scoprirle e viverle. La gioia di vivere nasce dalla nostra parte più profonda. Basta amare quel che si fa con passione.

I giovani sono attanagliati dalla noia, dagli attacchi di panico e dalla violenza. Questa è un impasto di violenza e paura. In questo mondo di matti ci manca l’aria, ci manca il futuro negli occhi. Ci mancano le relazioni e non abbiamo abitato le domande dei giovani. La gioia nasce da un desiderio. Siamo nati per rinascere ogni momento. La vita non finisce con la morte. Ci manca un cambio di marcia. Non ci dobbiamo accomodare con il mondo né con gli idolatri di ogni tempo. Non dobbiamo pensare solo a costruire, ma ad edificare, termine composto da aedes (dimora, tempio) e facere. Dobbiamo fare della nostra vita un tempio. Per fare questo ci sono di aiuto i poeti e i cantautori. La fortezza d’animo va coniugata con la tenerezza e con la dolcezza. Queste due messe assieme ci fanno volare.

La canzone “Cerco una parola” di Simone Cristicchi, suonata alla chitarra e cantata da Maria Cristina Domenella, soprano, docente alla Scuola di Recitazione “Enrico Cecchetti” e il canto “Io Vagabondo” dei Nomadi hanno chiuso l’incontro con don Luigi Verdi.

Raimondo Giustozzi

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