di Valerio Calzolaio
Traduzione di Massimo Bocchiola
Noir
Guanda Milano
2024 (orig. 2024)
Pag. 408 euro 20
Brighton ed Edimburgo. Dicembre 2021. I sogni terribili del tunnel non hanno mai abbandonato il 51enne Ray Lennox, anche ora che si è trasferito nella meridionale Brighton (dalla Scozia alla Manica), ha cambiato lavoro (da poliziotto pubblico a consulente privato sulla sicurezza degli edifici), ha trovato un balsamo sessuale e affettivo in Carmel Devereaux (bella 38enne ricercatrice in carriera, docente universitaria di chimica). Continua a pensare al trauma che 11enne subì d’estate insieme a un amico da parte di tre violenti crudeli pederasti in una galleria di Leith, sobborgo portuale di Edimburgo, circa quarant’anni prima. Va in Alfa Romeo a Eastbourne, ha appuntamento con George Marsden (in BMW) altro ex sbirro cavallopazzo, uno e novanta e passa, possente e squadrato, piacente impenitente gioviale dongiovanni, già attivo nella SAS della Marina e ora socio nella Horsham Security Solutions. Hanno un sopralluogo alla casa di riposo Rose Garden, i cui ospiti residenti (reclusi) si sono spaventati dopo il secondo furto con scasso in un mese. La direttrice Polly Ives sembra decisamente interessata, era andata lei nei loro uffici a Brighton, quartiere Seven Dials, accolti dall’adolescente efficiente segretaria Ria. Dopo l’allenamento di kickboxing, poi Ray va con Carmel a un party di accademici, lei inizia a parlare con un uomo dalle sopracciglia a cespuglio e dal sorriso sghembo, lui sente il sangue gelarsi nelle vene e la testa girare come un’elica. Crede di averlo proprio e finalmente riconosciuto, è uno dei tre pedo del tunnel, gli viene presentato come Mathew Cardingworth, ricchissimo immobiliarista e finanziatore del dipartimento della ragazza. Sta con la loro amica Angela e, addirittura, dopo poche ore Carmel propone di fare sesso insieme loro quattro! Questa volta Ray vuole ricostruire bene chi erano gli altri due pedo e tutto quel passato. Saranno scontri, botte, violenze, omicidi, a iosa.
Il grande scrittore scozzese Irvine Welsh (Leith, 1958 probabilmente) all’esordio letterario nel 1993 pubblicò Trainspotting, da cui il successo internazionale e il celebre film di Danny Boyle. Prima, aveva fatto e provato di tutto, ex punk londinese ed ex tossico cosmopolita fra l’altro, la scrittura come riabilitazione sociale. Dopo, ha pubblicato molti altri bei romanzi, di vario genere, crudi e realisti; questo è un notevole noir, narrato in terza fissa (quasi), con sogni o pensieri vari in corsivo e in inciso, sul travagliato ipersensibile protagonista, già apparso nel 2008 in Crime (per la trasferta a Miami, qui spesso citata) e nel più recente I lunghi coltelli (2022). Ray aveva un padre rancoroso dirigente sindacale (comunista?) e ha una sorella potente piacente penalista, laureato in Informatica e poi combattente per la giustizia e cacciatore di satiri mostri nei panni a lungo impropri di poliziotto, più di uno e ottanta per oltre ottanta, occhi indagatori e ossessionati. Si sente da decenni solo un vendicatore assatanato che ha messo in campo le risorse dello stato affinché lo assistessero nella sua guerra personale ai criminali sessuali, proprio mentre il pruriginoso sesso con Carmel sta andando esplicitamente alla grande (nonostante gli schizzetti, a pag. 27) e reclama sperimentazioni ed esplorazioni. Aveva smesso di bere, ora è “costretto” a giovarsi ancora di alcool e dipendenze da altre sostanze. I profili criminali dei tre nascondono decenni di sopraffazioni e torture, un sadico ha imparato in carcere a sognare il proprio bene e il male altrui, affetti e amici hanno storie segrete (di pochi però si potrà e dovrà fidare), vengono fuori anche drammatici dialoghi in cassetta (da cui la copertina) prima della risoluzione abbastanza conclusiva (da cui il titolo). Il protagonista e i personaggi vengono prima della trama, la vita sarà di continuo un rischio mortale in tutti quei sedici intensi giorni (con rimandi a vecchi casi e assassini). Segnalo ranze mefitiche, in più occasioni. Vini bianchi e rossi alla bisogna, di variabile qualità, e i soliti puri malti 18 anni (Macallan, ovviamente). Al party le note speranzose di I Believe in Father Christmas di Greg Lake.
v.c.
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