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Famiglia Salesiana di Civitanova Marche e della Provincia Adriatica

foto salesiani cooperatori giornata del saesiano cooperatoreConvegno degli Ex Allievi / e

Sabato 16 novembre 2024 l’Unione ex Allievi / e don Bosco ha tenuto, presso il salone multimediale dell’oratorio San Domenico Savio, il 28° convegno dedicato alla propria presenza nella Parrocchia San Marone. Tutto ha avuto inizio alle ore 15,00 con il ritrovo presso l’oratorio di ex Allievi / e Allieve don Bosco. L’appuntamento era esteso anche all’Associazione Devoti di Maria Ausiliatrice (A.D.M.A), ai catechisti, educatori, capi Scout, e a tutta la comunità parrocchiale, con la presenza del parroco don Valdemar Niedziolka. Circa quaranta i presenti all’incontro. Molti educatori, che si erano dichiarati disponibili a partecipare all’incontro, non ne hanno avuto la possibilità, perché impegnati in Ancona con un’altra iniziativa riservata proprio a loro.

I saluti rivolti all’assemblea sono stati dati da Claudio Cristallini, Ispettore nazionale uscente degli Ex Allievi, dal dott. Bernardo Cannelli, già presidente nazionale dell’Unione Ex Allievi don Bosco dal 2002 al 2013, da Guido Scalabroni presidente degli Ex Allievi di Porto Recanati, da Alfredo Duri presidente Ex Allievi di Loreto, dal delegato salesiano per la Famiglia Salesiana, don Wieslaw Dec. Il presidente degli Ex Allievi di Civitanova Marche, sig. Olindo Iualè, coordinatore dell’incontro con Gianfranco Palmieri, segretario dell’Associazione locale e con don Valdemar Niedziolka, ha presentato il professore Gaetano Mollo, ordinario di filosofia dell’educazione, di scienze sociali ed umane dell’Università di Perugia ed Ex Allievo don Bosco.

Subito si è respirato un clima di famiglia, un sentirsi proprio a casa, ricordando i sacerdoti salesiani artefici della formazione giovanile: don Erasmo, don Franco, don Remo, don Ercolino, don Nicola. A loro è stato rivolto un commosso ricordo, diventato memoria e sprone per testimoniare con la vita lavorativa, in famiglia e in parrocchia gli insegnamenti ricevuti. Amorevolezza, familiarità, donazione di sé soprattutto verso i giovani è alla base di ogni collaborazione. Il Samaritano dell’episodio evangelico si fa prossimo al viandante malmenato e ferito dai ladroni. Si china su di lui, lo soccorre, lo cura. Ha tempo per lui, non come fanno i sacerdoti del tempio, che guardano e passano oltre perché hanno altro da fare. Chi soffre e chi presta le cure sono prossimi.

Imparare a relazionarsi gli uni con gli altri, è saper comunicare in modo circolare. Il campo di azione non è solo il cortile dell’Oratorio, ma tutti gli ambiti dove si costruiscono dei legami in rete: il posto di lavoro tra colleghi di ufficio, la scuola tra alunni, dirigente e docenti, la famiglia tra marito, moglie e figlioli, nonno e nipoti. In una impostazione educativa di tipo piramidale non esiste nessuna relazione ma imposizione. Si trasmettono ordini e direttive che creano solo frustrazioni e disimpegno. Il docente che si preoccupa solo di finire il programma non educa ma istruisce soltanto. Il sapere è dare sapore alle conoscenze che servono nell’attività professionale una volta diventati adulti. Conoscere, sapere e saper fare vanno abilità che vanno coltivate dentro una relazione.

Ogni relazione è una relazione formativa; migliorandola nella funzione che svolgo: operaio, docente, alunno, padre, mamma, nonno, nonna, nipote, miglioro me stesso, ricevendo la ricchezza delle persone con cui mi relaziono. Cooperare vuol dire mettere a disposizione tutto me stesso per il raggiungimento di un bene comune, dopo aver fatto proprio un modello esemplare. Il Salesiano Cooperatore, l’Ex Allievo don Bosco, la Figlie di Maria Ausiliatrice, i sacerdoti salesiani (Sdb), i collaboratori salesiani lo trovano nel santo piemontese. “Dove due o tre si riuniscono nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Don Bosco ha fatto proprio questo modello esemplare. Riuscire a mettere in pratica questo dettato evangelico è salvare se stessi e il mondo intero.

Giornata del Salesiano Cooperatore

Domenica 17 novembre 2024, dalle 9,00 alle 16,00, i Salesiani Cooperatori e le Salesiane Cooperatrici della Provincia Adriatica hanno vissuto una giornata intera di formazione a Porto Recanati. Un centinaio i presenti, provenienti dalle case salesiane di Vasto, Sulmona, Ortona, L’Aquila (Abruzzo), Terni, Cannara, Perugia (Umbria), Civitanova Marche, Macerata, Loreto, Ancona, Porto Recanati (Marche). I figli di don Bosco, arrivati a Porto Recanati nel 1924, hanno gestito la parrocchia del Preziosissimo Sangue della cittadina adriatica fino a pochi anni fa. Oggi non ci sono più i sacerdoti salesiani, ma nell’Unità Pastorale San Giovanni Battista – Preziosissimo Sangue, gestita dal parroco don Luca Beccacece, quarantadue anni, originario di Montecassiano, frazione di Sambucheto (MC) ci sono ancora i Salesiani Cooperatori. Don Luca ha salutato calorosamente tutti i presenti.

I Salesiani Cooperatori di Porto Recanati continuano il loro servizio nell’Unità Pastorale e nell’Oratorio Salesiano annesso alla Chiesa del Preziosissimo Sangue. Hanno preparato un’accoglienza sopra le righe con tavoli imbanditi con panini, salatini, dolci, bibite, caffè e quant’altro servisse per dare ristoro a chi veniva anche da lontano con macchina e finanche con un pulmino, preso a noleggio dai Salesiani Cooperatori di Vasto. Gioia, saluti, abbracci e tanta caciara iniziale come è costume dei Salesiani, in ossequio di ciò che diceva don Bosco: “Noi qui facciamo consistere la santità nello stare sempre allegri”. In un mondo, che sembra stare sull’orlo del precipizio (guerre, cambiamenti climatici, virus, difficoltà economiche, povertà diffusa), urge saper coltivare la speranza.

La speranza è una dimensione dell’anima (Vaclay Havel). È un orientamento del cuore che trascende il mondo immediato dell’esperienza; è un ancoraggio da qualche parte oltre l’orizzonte. Le radici della speranza si trovano da qualche parte dentro il trascendente ecco perché non è la stessa cosa avere Speranza o essere soddisfatti perché le cose vanno bene. Quando parliamo di futuro lo intendiamo in relazione a cosa accadrà domani, il mese prossimo, tra due anni. Il futuro è quello che possiamo pianificare, prevedere, gestire ed ottimizzare. L Speranza è la costruzione di un futuro che ci unisce al futuro che non finisce, al trascendente, alla dimensione Divina. Coltivare la speranza fa bene al nostro cuore perché mette energia nella costruzione della nostra strada verso il Paradiso” (don Stefano Martoglio, Il Bollettino Salesiano, novembre 2024).

Ho voluto riportare questa citazione, perché, quello che ho ascoltato per l’intera giornata, va proprio nella direzione di sperare contro ogni speranza: “Sì il cielo è qui, su questa terra: / Tu sei rimasto con noi / ma ci porti con Te / nella tua casa / dove vivremo insieme a Te / tutta l’eternità” (Pane del cielo). Il nostro compito è di costruire e aprirci alla speranza. Senza un soffio del Vangelo non si va lontani. Lo diceva Giorgio La Pira e con lui altri “Folli di Dio”: don Primo Mazzolari, don Lorenzo Milani, padre Ernesto Balducci, padre Davide Maria Turoldo. Un pannello, messo sotto il palco del salone, adibito a sala conferenze, ricordava ai presenti le tre voci che accompagnano la formazione dei Salesiani Cooperatori: Ricordare (2024), Rinnovare (2025), Rilanciare (2026). Il sogno, la promessa e il futuro dell’Associazione, che festeggia i 150 anni della propria esistenza, indicano il cammino da percorrere.

Tutta la presentazione della giornata è stata curata dal Consiglio provinciale dei Salesiani Cooperatori (Giuli Lattanzi, Maristella Vecchi, Cleonice Cardelli), mentre la relazione è stata tenuta da Beatrice Calzavara. Don Wieslaw Dec, delegato per tutta la famiglia salesiana della Provincia Adriatica è intervenuto per salutare e rinsaldare lo spirito salesiano. Nella Treccani, il verbo Rinnovare assume diversi significati: “Far diventare o tornare nuovo; sostituire una cosa nuova a un’altra simile già usata o logora o non più adatta; modificare, rimettere a nuovo, ristrutturare; fare o dire di nuovo, ripetere; fare essere o sussistere di nuovo una cosa che non era da qualche tempo; diventare nuovo o come nuovo; usare per la prima volta una cosa nuova” (Fonte Internet). Tutti i significati del verbo rinnovare indicati dal vocabolario Treccani si adattano al cammino dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori. L’imperativo è di vivere il prossimo Giubileo come pellegrini della speranza. Il pellegrino è chi si mette in viaggio e si pone nella condizione di rinnovare la condizione personale e collettiva, con un’attenzione a tutto ciò che porta alla disperazione, cioè alla non speranza: guerre, calamità naturali e provocate dall’uomo. La speranza è un antidoto alla disperazione.

Dopo la relazione di Beatrice Calzavara, alle ore 12,00, tutti si sono trasferiti nella contigua chiesa del Preziosissimo Sangue per partecipare alla messa della Comunità Parrocchiale, concelebrata dai sacerdoti salesiani. Il pranzo al sacco alle 13,00, il conferimento degli attestati di fedeltà all’associazione da parte degli iscritti per 10, 15, 30 anni di iscrizione, la pesca di beneficenza con ricchi premi hanno caratterizzato il primo pomeriggio fino alle 16,00. I saluti finali con l’augurio di ritrovarsi il prossimo anno hanno chiuso la ricca giornata del Salesiano Cooperatore.

Raimondo Giustozzifoto salesiani cooperatori giornata del saesiano cooperatore

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