“Lasciare andare” è la nuova opera in versi di Max Deste, scrittore, cantautore e insegnante svizzero; interessato a raccontare della solitudine dell’uomo contemporaneo e della sofferenza esistenziale di chi non riesce a trovare la pace in questa vita, nel suo precedente romanzo “Il desiderio di cadere” (2022) racconta una storia di perdita e di dolore dove incontriamo Jack, reduce da un grave trauma che sarà difficile da cancellare. L’autore ci conduce nella vita di un uomo che si deve ricostruire, che deve riprendere contatto con la vita nonostante essa sia stata molto amara con lui. Un tentativo di rinascita dopo tanto patire è anche il tema del suo ultimo romanzo, per il quale ha deciso di scegliere il registro poetico narrando una storia in versi endecasillabi. Ci troviamo ancora una volta a partecipare alla vicenda di un uomo in crisi perché la sua esistenza è costellata di eventi tragici; si ha la continua sensazione che egli sia condannato, che per lui non ci sia salvezza. Eppure egli resiste stoicamente, e si ostina a cercare la sua strada, cadendo e rialzandosi, perdendosi e ritrovandosi; l’autore narra la sua storia da quando è solo un ragazzino smarrito, appena orfano di madre e privato di tutti i punti di riferimento, perché il padre ha deciso di trasferirsi in un’altra città di un paese straniero. Lo vediamo crescere tra incertezze e sofferenze, e lo osserviamo mentre nasce in lui la passione per la lettura e mentre alimenta il suo fuoco per la scrittura; sarà proprio questo amore genuino per le lettere a salvarlo dal baratro – «Ed io camminavo solo ed incerto senza una meta, senza una ragione, ma infine, come un lampo nella notte, nel cuore fecero breccia le muse. Avrei scritto di perdite e d’amore avrei dipinto la disperazione, nella mente una danza di parole, sotto il petto bruciava un’emozione». Max Deste ci racconta del dramma di una vita che non conosce tregua; i versi endecasillabi aiutano nell’assimilare tanto dolore, perché conferiscono alla narrazione quella leggerezza necessaria a far sì che si possa sopportare il peso di questa esistenza sfortunata, in cui però arde imperterrito il fuoco della speranza. Il protagonista, infatti, crede ancora che la vita sia un dono prezioso, e allora non si arrende e combatte per non smarrirsi; l’autore, narrandoci questa vicenda, ci ricorda che al di là di ogni contraddizione, di ogni ingiustizia, di ogni sofferenza, possiamo sempre scorgere la suprema bellezza dell’esistenza.
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