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Libri. La morte è una stella cadente Paola Sironi

9788832159400_0_536_0_75di Valerio Calzolaio

Milano. Agosto 2021 e agosto 2022. Al culmine dell’estate 2022 la squadra Problem Solving (detta anche Desbruja rugne) guidata dal commissario Mastrosimone riesce a incastrare chi ha ucciso Remo Vigezzi, eccentrico informatore medico scientifico, con velleità e seguito da ufologo dilettante, separato, padre di tre figlie, incensurato. Il corpo nudo è stato trovato dissanguato e mutilato dentro un’Audi parcheggiata all’entrata del parco Porto di Mare, la scomparsa risale alla notte di San Lorenzo, quando lui stesso aveva annunciato un appuntamento con alieni. L’ispettrice di polizia Annalisa Consolati ha contribuito alla soluzione del caso, a settembre ne racconta i dettagli alla saggia moglie Minerva, ancor più convincendola che i professionisti del pettegolezzo possano avere una loro funzione all’interno degli equilibri dell’universo, un ruolo paragonabile a quello dei moscerini, fastidiosi eppure essenziali per immettere materia organica nel terreno in cui germoglieranno arbusti rigogliosi. A Natale ne riparlano in famiglia, anche con il mite padre di Annalisa (gran prosecutore delle trame dei film) e le invadenti gemelle sorelle di Minerva (maestre di sproloquio). È Minerva a raccontare e comincia dalla curiosità della casalinga pensionata Giuseppina Pinuccia D’Achille, vedova settantenne, residente nel quartiere Città Studi, per un colloquio di Vigezzi con la propria vicina di pianerottolo Leda Converso e per la successiva visita dell’uomo nel loro condominio. Annalisa sarebbe partita dalla morte di Vigezzi un anno dopo, quando due amici e complici delle farneticazioni ufologiche contattano il PM, ma i piani temporali differenti sono una libera (parallela) scelta. L’importante è ricostruire bene pensieri e atti di quanto successo.

L’analista funzionale (informatica) Paola Sironi (Milano, 1966) continua la nuova serie nella bellissima collana gialla milanese (impostata e a lungo diretta dalla grande Tecla Dozio). Narrazione in terza persona varia, siamo intorno a una cena natalizia, si alterna il meticoloso racconto di Annalisa relativo all’intero articolato anno fino all’omicidio (in mezzo alle dinamiche e ai pettegolezzi sui legami di Remo con ex moglie, fratello, sodali e interlocutori professionali) con i dialoghi fra gli astanti e gli intermezzi connessi a papà Patrizio e al suo mondo di “continuatore di film”: attinge alla memoria di dettagliate precise storie da grande o piccolo schermo, per aggiungervi avvenimenti inventati, con bizzarra creatività e protagonismo demiurgico; ci riesce alla grande con Julia, lo splendido testo di Lillian Hellman e il successivo film di Fred Zinnemann (Giulia); poi anche con Chaplin. Molto ruota intorno alle notti di agosto in cui si guardano le stelle, si esprimono desideri, si attendono segnali e si prendono inevitabilmente decisioni (da cui il titolo). Ovviamente è molto importante l’interrogatorio alla possente Pinuccia, in quel momento i ricordi di Annalisa e Minerva confluiscono. Molto comprendiamo di telepatia aliena, di incontri ravvicinati, di contatti materiali o immateriali e delle associazioni ufologiche che (male o bene) se ne occupano. A un certo punto la narratrice ufficiale offre digestivi e bicchierini, Minerva da parte sua sorseggia una grappa barricata. In altre case degli interrogatori di Annalisa hanno troppo prosecco. Spesso all’interno dei condomini la musica a tutta volume rovina amicizie e frequentazioni, leggermente meno quando arrivano le note roboanti di Don’t stop me now dei Queen.

 

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