Si può raccontare una passione. Forse No. Perché una passione si vive, si respira, si
mastica a grandi morsi e raccontarla è difficile. Eppure in questo libro l’autrice con una
dose infinita di incoscienza e follia ci ha voluto provare. Silvia Mazzocchi, autrice del libro
“Vasco ha gli occhi azzurri”, vuole portarvi dentro la sua passione, forse illogica e insana,
ma quale passione degna di questo nome non lo è? Cosa serve quindi per leggere questo
libro? Serve il cuore, solo quello. Lasciate ogni buon senso o voi che entrate e lanciatevi,
rigorosamente senza paracadute, dentro questa storia. Questa è la domanda che ci pone
l’autrice: "Ma voi, l’avete mai seguito un cantante per quarant’anni? Avete mai provato una
passione vera, carnale e illogica per lui? Tanto grande da scriverci un libro? Io sì."
“Quando avevo cinque anni ogni domenica con i miei genitori andavamo nella casa di
famiglia a Montefiridolfi, frazione di poche anime contadine su un cucuzzolo in Chianti.
Montefiridolfi era un bucolico paesino campagna vicino alla metropoli di Mercatale Val di
Pesa, non ancora balzata nelle prime pagine della cronaca a causa delle vicende del
mostro di Firenze. Da Firenze per raggiungere Montefiridolfi servivano una quarantina di
minuti di macchina, per me era un viaggio vero. Adoravo andare nella grande casa
colonica di famiglia dove c’era la libertà, la Bmx da cross e le ciliegie da rubare sugli
alberi. C’erano i miei cugini, i nonni e soprattutto c’era la totale retrocessione di noi
bambini allo stato selvaggio. Durante il viaggio da Firenze a Montefiridolfi me ne stavo
seduta nei sedili posteriori della Lancia Beta di mio babbo, senza cinture che a quei tempi
non usavano proprio, rigorosamente seduta nel centro per guardare la strada, a me la
macchina mi ha sempre dato noia. Con i miei genitori ci divertivamo a scegliere le canzoni
alla radio. Era prima dei cd, prima di SPOTIFY e nella nostra macchina c’era la radio con
la ruzzola per scegliere le stazioni radio. Era bellissimo quando dopo tante attese ti
capitava di ascoltare una canzone che ti piaceva, cosa che a me non capitava quasi mai.
Avevo appena cinque anni e conoscevo giusto le canzoni dei cartoni animati, Jeeg Robot
d’acciaio per eccellenza e come cantanti da grandi mi piaceva un sacco Adriano
Celentano, mia mamma era fissata con Azzurro e il Ragazzo della via Gluck. I miei
genitori erano più fortunati nel toto-canzoni, a parte le canzoni italiane, da Dalla a Guccini,
da Morandi a de Gregori, da Baglioni a Vecchioni – mio zio ci ha frantumato le palle per
anni con Samarcanda – amavano anche i Beatles i Rolling Stones come cantava Morandi,
altro mito di mia mamma peraltro. Poi un pomeriggio, non saprei dire con esattezza l’anno
ma suppongo nei primi anni 80, mentre tornavamo dalla campagna passarono in radio una
canzone e mio babbo alzò subito il volume. “Silvia! Ascolta le parole di questa canzone!”
Mi disse. “Babbo ma questo è quel Vasco Rossi!”
Lo odio! Ha una voce orrenda e poi lo sai che lui è un drogato?”
“Vasco ha gli occhi azzurri” di Silvia Mazzocchi edito da Edizioni Il Foglio, è in
distribuzione da Maggio 2024.
Era solo una bimba di cinque anni quando suo babbo Giuliano le fece ascoltare “Silvia”.
Buffo pensare che lei non voleva proprio saperne di ascoltare “quel Vasco Rossi là”! Suo
babbo le ripeteva che doveva ascoltare le parole di quella canzone perché quella “Silvia”
era come lei, una bambina che arrivava sempre tardi e stava per diventare grande.
Silvia cresce ma prima di trovare la fede nel giusto mito attraversa gli anni 80’
accompagnata dalla musica pop di Madonna e dall’amore per John Taylor dei Duran
Duran ma è grazie al suo primo fidanzatino che a 13 anni scopre Il Blasco” e lui e la sua
musica diventano una droga per lei.
L’emozionante libro di Silvia Mazzocchi attraverso una fotografia generazionale, ripercorre
non solo il successo di un mito come Vasco Rossi, ma permette al lettore di seguirla nella
sua straordinaria esperienza da fan: fatica, sudore, la corsa per la transenna in prima fila,
la stanchezza, una passione divorante capace di azzerare ogni esigenza fisica.
Questo, il racconto di un testo che la Mazzocchi regala ai suoi lettori, attraverso una
narrazione sincera e diretta. La sua è una ricostruzione altresì epocale, attraverso le mode
degli anni 90’ e dei primi anni 2000.
Una cronologia temporale che la vede protagonista di numerosi concerti sparsi per l’Italia.
Un Vasco frizzante e dissacrante, poi pronto a lasciare la vita da rockstar per una vita più
ordinaria. Una fascia temporale che vede la stessa autrice perdersi nel vuoto interiore,
disciolto solo dall’amore per la scrittura e la musica.
Un testo che si stringe alla forma diario, e che permette attraverso una narrazione
colloquiale, ai lettori di ogni stregua di affezionarsi ad un mito della musica che ancora
oggi fa la storia.
Un racconto sincero, attraverso il quale, l’autrice promette l’identikit di “un suo Vasco”.
Un’attesa lunga e faticosa, alla volta del prossimo concerto. Un libro che apre le braccia al
tempo, che partendo dagli anni 80’ ripercorre quarant’anni di una passione infinita, che
vede Silvia Mazzocchi stretta per sempre al suo Vasco.
Si può raccontare una passione. Forse No. Perché una passione si vive, si respira, si
mastica a grandi morsi e raccontarla è difficile. Eppure in questo libro l’autrice con una
dose infinita di incoscienza e follia ci ha voluto provare. Silvia Mazzocchi vuole portarvi
dentro la sua passione, forse illogica e insana, ma quale passione degna di questo nome
non lo è? Cosa serve quindi per leggere questo libro? Serve il cuore, solo quello. Lasciate
ogni buon senso o voi che entrate e lanciatevi, rigorosamente senza paracadute, dentro
questa storia. Questa è la domanda che ci pone l’autrice: "Ma voi, l’avete mai seguito un
cantante per quarant’anni? Avete mai provato una passione vera, carnale e illogica per
lui? Tanto grande da scriverci un libro? Io sì."
Info biografiche:
Silvia Mazzocchi classe 1975. Irvi75 nel mondo dei social network.
Professione: Ha un contratto a tempo indeterminato con l’ansia, ma mira a far carriera nel
mondo della calma. Sport praticati: è medaglia d’oro olimpica nel lancio della polemica e
argento nel triplo salto carpiato della crisi di nervi. Lingue parlate: il sarcasmo. Studia da
anni la diplomazia, ma non riesco proprio a farmela piacere.
Dipendenze: burro di arachidi e gorgonzola. Come combatte i momenti di crisi: aggiunge
al carrello. Pregi: Parla troppo, scrive troppo, beve troppo, fuma troppo e dice un sacco di
parolacce, ma ho anche dei difetti. Sogno nel cassetto: il folletto, ma per ora ha investito
in altri beni di lusso come la psicoterapia. Religione: è atea ma dal lontano 1988 prega il
suo Dio. Il sui Dio si chiama Vasco. Vasco Rossi.
Link di vendita online:
https://www.amazon.fr/Vasco-gli-occhi-azzurri-Diario/dp/8876069917
https://www.libreriauniversitaria.it/vasco-ha-occhi-azzurri-diario/libro/9788876069918
https://ilblogdelfoglio.altervista.org/novita-in-libreria-vasco-ha-gli-occhi-azzurri-il-folle-
diario-di-una-fan-accanita-silvia-mazzocchi-il-foglio-letterario-collana-librida/
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