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Libri. Nuove recensioni a cura di Valerio Calzolaio

Città di sogni

Don Winslow

Traduzione di Alfredo Colitto

Noir

HarperCollins Milano

2023 (orig. City of Dreams)

Pag. 382 euro 22 (dopo la fine a pagina 354, si può leggere l’anteprima del

prologo e del primo capitolo del terzo e ultimo volume della trilogia, Città in

rovina)

Valerio Calzolaio

Dalla East Coast alla California e al Nevada. Fine 1988 – aprile 1991. Danny

Ryan, poco più che trentenne, cuore tenero e spalle larghe, un metro e

ottantatre, capelli castani ribelli verso il rossiccio, è in fuga, con il vecchio

padre Marty (quasi sempre ubriaco e mezzo cieco), il piccolo figlio Ian di

diciotto mesi e i pochi amici rimasti vivi. Vengono da Providence, Rhode Island,

dove da agosto 1986 al Natale 1988 vi è stata una guerra, la miccia si è accesa

per una donna, una scintilla casuale per un incendio che comunque covava.

Prima le comunità (anche criminali) irlandesi (la sua) e italiane erano state

alleate per generazioni, fronte comune (civile e fuorilegge) contro altri, pubblici

e privati: gestivano insieme il New England. Loro ne escono sconfitti. Lui ha

rubato, picchiato e ucciso per difesa tre uomini (un poliziotto corrotto poco

prima); era un aiutante, è divenuto un capo; ha visto morire di cancro l’amata

moglie Terri e tante persone care; infine ha buttato nell’oceano dieci chili di

eroina (per un valore di due milioni di dollari). Hanno preso poche cose e due

auto, si disperdono poveri e affranti verso ovest. Devono mettere più distanza

possibile dai Moretti, dalla polizia cittadina e statale, dai federali, da traditori e

trafficanti. Danny chiama l’anziano boss italiano Pasquale Pasco Ferri, col quale

ha sempre mantenuto buoni rapporti, gli dice che non ha la droga e vuole solo

ricominciare altrove. Ci prova a San Diego, lavori in nero (ora da barista),

profilo defilato (con baffi ridicoli), sempre all’erta, fa il padre. Finché potenti

Dea-Fbi lo ricattano imponendogli una remunerativa missione armata contro

un narcotrafficante, pur potendosi poi tenere molto. Finché per caso scopre che

stanno facendo un film a Hollywood sulla loro guerra a est. Finché non viene

chiamato sul set a dirimere problemi. Finché non nasce amore con l’attrice.

 

Secondo magnifico atto della nuova trilogia (già tutta scritta) dell’eccelso

scrittore americano Don Winslow (New York, 1953) che all’uscita del primo ha

anche repentinamente annunciato (e finora confermato) il successivo ritiro

dalle scene letterarie. Il libro è uscito in contemporanea in decine di paesi,

subito avanti nelle classifiche, a primavera 2023 Winslow sta gioendo per il

notevole successo di critica e di pubblico, mentre si sfinisce dedicandosi

giustamente a tempo pieno a impedire la possibile rielezione di Trump nel

  1. Come spesso in precedenza, la narrazione è in terza varia al presente,

anche qui vi sono tre parti (“Terre deserte” dalla fuga di fine 1988; “Quadri

senza vita” dalla seconda fuga dopo la ricca rapina per i federali dal novembre

1989; “cosa vogliono le anime dei morti” dopo la fuga dall’attrice a la morte

del padre dall’aprile 1991), ognuna con esergo tratto dall’Eneide di Virgilio,

ognuna con vari capitoli (in tutto ventidue) e ficcanti dialoghi, che

ricostruiscono quanto trascorso dai vari punti di vista e seguono in diretta i

tanti personaggi su molteplici scene e fronti. Volutamente, niente di esatto

storicamente, tutto plausibile oggi, minuziosamente basato sulla classica

antichissima epopea di Enea. Il primo sogno del titolo è proprio la migrazione

forzata verso le città della West Coast, “il fottuto sogno americano”, legato poi

al nomignolo di Los Angeles, “la città che preleva le fantasie dai nostri cervelli

e le colloca a dieci metri di altezza” (la grotta di Cartagine con i murali che

descrivono la guerra di Troia). Di continuo l’autore dispensa efficaci misurati

inserti biografici, funzionali alla storia, in particolare anche qui su donne

cruciali: Madeleine (Afrodite) la mamma che aveva abbandonato Danny da

piccolo e ora fa a Las Vegas la potente nonna protettiva di Ian (Ascanio) e del

figlio; l’irlandese Cassie Murphy, sorella maggiore di Terri, già abusata da

ragazzina che ora finisce per legarsi all’indebolito capo italiano Peter Moretti; la

meravigliosa sensibile fragile attrice Diane Carson (Didone), bionda, tette

grandi, occhi azzurri, una nuova Marilyn; Reggie Moneta, la vendicativa

direttrice dell’FBI per il crimine organizzato. L’industria cinematografica e la

classe criminale s’intersecano spesso. Segnalo la cittadina Winslow sulla strada

americana verso ovest, a pag. 43. Vodka o whisky, dipende. Canzoni irlandesi

d’epoca, con Danny che continua pure a incantarsi con forse il più grande

poeta americano contemporaneo, il boss Bruce Springsteen. Su Winslow ho

scritto saggi (fra l’altro sul magazine scientifico patavino:

https://ilbolive.unipd.it/it/news/don-winslow-alta-letteratura-politica-

quotidiana-1, https://ilbolive.unipd.it/it/news/don-winslow-alta-letteratura-

crime-politica ), dovremo tornarci sopra al termine della trilogia, intanto il

secondo non è meno capolavoro del primo. Imprescindibile, da leggere.

 

Dalle lucertole all’uomo. Storia naturale dell’azione

Michael Tomasello

Scienza

Traduzione di Silvio Ferraresi

Raffaello Cortina Milano

2023 (orig. 2022 The Evolution of Agency. Behavioral Organization from

Lizards to Humans)

Pag. 215 euro 20

Valerio Calzolaio

 

Da circa tre miliardi di anni in avanti, non linearmente. Gli esseri viventi si

distinguono dai non viventi non tanto per una sostanza, o un’entità, animante,

quanto per un tipo speciale di organizzazione chimica che li rende almeno in

parte individualmente agentivi, con qualche grado di libertà per

un’organizzazione di azioni (tra le quali movimenti autoprodotti) che

favoriscono sopravvivenza e riproduzione. I comportamenti di quasi tutti gli

organismi vitali sono attuati simultaneamente su molteplici livelli psicologici

gerarchici, solo alcuni sotto il controllo del singolo individuo. Tale flessibilità

comportamentale (basata su un qualche giudizio e una qualche presa di

decisioni) non implica necessariamente l’apprendimento. L’agentività non è

semplicemente un’altra abilità comportamentale o cognitiva specializzata,

quanto piuttosto il quadro organizzativo generale entro cui gli individui viventi

formulano e producono le proprie azioni. Considerato ormai acquisito che

anche il comportamento sociale umano ha una base evolutiva (il che non

implica alcun determinismo), l’evoluzione ha creato sia meccanismi utili in

senso generale sia specifiche soluzioni funzionali a pressioni e sfide ecologiche

altrettanto specifiche. Per altri versi, come noto, la psicologia umana è

composta da molteplici meccanismi computazionali specializzati, dominio-

specifici, ciascuno dei quali si è diacronicamente evoluto per risolvere uno

specifico problema adattativo. Appare dunque indispensabile comparare gli

esseri umani con le altre specie animali e ricostruire il percorso evolutivo verso

la sapiente agentività psicologica umana, la nostra.

 

Il grande psicologo evoluzionista statunitense Michael Tomasello (Bartow,

Florida, 1950) è co-direttore al Max Planck Institute for Evolutionary

Anthropology di Lipsia e ha avviato un interessantissimo progetto di ricerca di

cui l’ottimo chiaro testo appena uscito costituisce fondamento scientifico

teorico e programma di lavoro sperimentale. Tomasello esamina quattro tipi

principali di agentività psicologica (architetture organizzative riguardanti la

presa di decisioni e il controllo comportamentale) in quattro taxa

rappresentativi di importanti antenati dell’essere umano (comprese specie

estinte) in ordine di comparsa evolutiva (l’ipotesi è che siano intervenute in

risposta ad altrettanti tipi di incertezza e interazione sociale): appare

comunque diretta a uno scopo quella negli antichi vertebrati; almeno

intenzionale quella negli antichi mammiferi; ormai razionale nelle antiche

grandi scimmie; infine socialmente normativa già negli antichi umani. La novità

rispetto ai primi organismi sul pianeta Terra, che erano attori biologici ma non

agenti psicologici, va probabilmente fatta risalire a dopo l’esplosione del

Cambriano, circa cinquecento milioni di anni fa, agli organismi con “corpi

adattativi complessi”, bisognosi (per difendersi o fuggire) di modi più efficaci

per controllare flessibilmente le proprie azioni. A quel punto forse compare la

decisiva organizzazione di controllo a feedback: i primi vertebrati di acqua (i

pesci) e di terra (gli anfibi e quindi i rettili) cominciano ad aggiungere una

propria nicchia esperienziale alla nicchia ecologica esterna. Così, dopo i primi

due capitoli introduttivi, seguono i quattro capitoli dedicati alle lucertole (da cui

il titolo italiano e il sottotitolo americano) e ai rettili, ai primi mammiferi, alle

grandi scimmie, infine agli umani collaborativi da qualche milione di anni e alla

formazione coi sapiens anche di un’agentività collettiva (in gruppi culturali

distinti). La comunicazione dei concetti è curata ed efficace (con alcune

illustrazioni); costanti sono i riferimenti a teorie, modelli ed esperimenti; le sei

affermazioni conclusive risultano fertili e stimolanti; ottimi anche gli apparati.

 

Messico

Autori vari

Traduzioni varie

Geopolitica

Iperborea Milano

2023 (testi 2023, uno 2021, uno 2018)

Valerio Calzolaio

3

 

Messico. Oggi. 1.972. 550 km², 129 milioni di abitanti nel 2022 (densità 65),

capitale oltre 22 milioni, principio di non rielezione (per esempio a Presidente),

dodici vulcani attivi (e il vulcano Pico de Orizaba è la cima più alta, 5675

metri), esportazione in gran quantità di argento, avocado, birra, frutta

tropicale e pomodori (circa l’80% dell’insieme dei prodotti esportati vanno negli

Usa). Il Messico è il paese con il maggior numero di madrelingua spagnoli

(quasi 125 milioni), quello in cui sono stati uccisi più giornalisti negli ultimi

cinque anni 2018-2022, uno di quelli in cui si lavorano più ore annuali per

persona ma si realizza meno PIL per ora di lavoro, quello in cui il consumo

medio di bibite zuccherate analcoliche è più alto al mondo (e il Chiapas alza

enormemente la media), quello in cui la percentuale di donne in parlamento è

superiore a Giappone, Usa, Regno Unito, Italia, Svezia e a vari altri. Come al

solito, a introdurre il nuovo volume The Passenger “per esploratori del mondo”

dedicato al Messico, la parola si dà innanzitutto ai numeri. Impossibile non

decidere poi di leggere il resto, magari di visitarlo, forse di tornarci presto.

Purtroppo, anche il nuovo presidente “populista di sinistra” Andrés Manuel

López Obrador, nonostante la retorica dei “più abbracci, meno pallottole”,

segue quella lunga tradizione (locale e non solo) che preferisce imporre le

soluzioni piuttosto che ascoltare la volontà dei cittadini. Tuttavia, i maya, i

mexica, gli zapotechi, i mixe e decine altri popoli originari non sono stati

spazzati via dalla conquista, né dalla repressione statale. Solo riconoscendo

anche loro come messicani, la maggioranza criolla potrà forse risolvere la

propria contraddizione costitutiva e schizofrenica: essere allo stesso tempo

europei e americani, conquistatori e conquistati, carnefici e vittime. Proviamo

ad approfondire.

 

La collana è ormai nota e molto apprezzata, commissiona o raccoglie articoli

recenti su luoghi umani del pianeta (città, paesi ed ecosistemi) in bei volumi

illustrati e vuol farci meglio capire, partendo sempre da temi d’attualità. Il

volume è ricco di foto (d’autore, Fabio Cuttica), dati, grafici, schede (fra l’altro,

sugli ultimi quattro presidenti), infografiche (originali e ben leggibili). Si

possono così leggere brevi godibili interessanti saggi del sociologo giornalista

Juan Villoro sulla presenza ingombrante e ambigua dei militari, dei cartelli del

narcotraffico e degli Stati Uniti; del giornalista spagnolo Jacobo Garcia

sull’attività di playear, la ricerca dei panetti di droga spinti dal vento sulle rive

caraibiche; dalla linguista e ricercatrice Yasnaya Elena A. Gil sulla

riappropriazione della lingua indigena ayuuik (ovviando così anche al

monolinguismo spagnolo); della poetessa e drammaturga Carmen Boullosa

sulla visitatissima basilica della Nostra Signora di Guadalupe, una straordinaria

personalità religiosa doppia e meticcia (Maria, madre di Gesù, e Tonantzin,

madre di tutti gli dei della cosmogonia preispanica); dell’esperto italiano

testimone di migrazioni messicane Federico Mastrogiovanni sul nesso Tijuana –

San Diego; oltre che tanti altri articoli di giornalisti e studiosi sulla sotterranea

atzeca Tenochtitlan e sull’eredità precolombiana di Città del Messico, sul

discutibile megaprogetto di treno maya, sulla persistente terribile piaga dei

femminicidi, sul riso nella gastronomia e nella cucina messicane, su

Guadalajara, il Jalisco e la tequila (Pino Cacucci), sul mito di Frida Khalo

(Valeria Luiselli). A chiusura un’appendice con spunti sulle sciamane, consigli

d’autore per i libri, una playlist e una breve bibliografia.

 

v.c.muri

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