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CRISTIANO GODANO & ASSO suonano Neil Young

unnamedUn giorno di novembre del 2022, in provincia di Cuneo, nel pieno delle lavorazioni per l’undicesimo disco dei Marlene Kuntz, Cristiano Godano e Asso (che era nel team della produzione insieme a Taketo Gohara), scoprono di avere in comune una grande passione per Neil Young. Una passione ben oltre il semplice “mi piace”, perché densa e intimamente connessa con le caratteristiche essenziali della sua poetica e della sua musicalità. Ne nasce l’idea di fare un piccolo concertino per le persone del luogo che ospitava la residenza per le lavorazioni del disco stesso, e quel concertino, riuscitissimo, fa capire ai due che si potrebbe organizzarne uno più strutturato da portare in giro per l’Italia.

E questo “… tour” è la realizzazione pratica di questo desiderio.

Un gioiellino di raffinata intimità, per una sorprendente connessione col mondo del creatore di canzoni immortali come Heart of gold, My my hey hey, Harvest moon, Old man, Comes a time, On the beach, Cowgirl in the sand e tante altre.

Non un tributo ovviamente, ma un atto d’amore all’insegna del feeling, della dedizione all’ottima musica, del reciproco scambio di emozioni da offrire al pubblico. Il conoscitore/amante di Neil Young non avrà da rimpiangere il canadese (apprezzando con stupore l’aderenza rispettosa di Godano e Asso al loro musicista del cuore, e al contempo la rispettabile autonomia delle loro qualità artistico-interpretative) e il neofita verrà accolto da note che lo faranno sentire comunque a casa, in quanto affini alle poetiche e alla espressività di Godano, soprattutto in merito alla sua esperienza solista di “Mi ero perso il cuore”, del 2021. Si percorrerà il tragitto artistico di Neil Young pescando nella vastità del suo repertorio (con qualche sperabile sorpresa rispetto alle scelte più pronosticabili) e si ascolteranno anche alcuni pezzi di Mi ero perso il cuore, che la presenza di Asso renderà potente e memorabile.

Neil Young è stato il mio primo eroe rock. Avevo sui 15 anni quando mi ci imbattei, e fu una folgorazione. Ho amato la sua dimensione solitaria (lui era chiamato “The loner”), che me lo restituiva figura di seducente fascino, e la sua incredibile influenza su una enorme fetta del rock alternative americano (e non solo) di ogni generazione dimostra chiaramente come sia nel cuore di molti musicisti, che riversano su di lui un rispetto unanime. Sono del tutto permeato dalla sua musicalità e dal suo feeling, e con il grande Asso (a sua volta fan del canadese, proprio come me) sento di poter restituire una dimensione live tanto riguardosa e affettuosa quanto autonoma e a suo modo autorevole. Sarà un concerto di carezzevole intensità, e doneremo al pubblico morbidezza e dolcissima malinconia, quella tipica di Neil, che mi sedusse da giovane e mi forgiò e rimane impressa indelebilmente in me a tutt’oggi. “

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