di Raimondo Giustozzi
Sala del Gruppo Sportivo Fontespina (Civitanova Marche) affollata, sabato 21 gennaio 2023, ore 18,30, nonostante la pioggia e il freddo, per la presentazione del libro “Zibaldone del dialetto civitanovese” di Flavio Rogani. All’inizio dei lavori è stato osservato un minuto di silenzio per l’improvvisa scomparsa di Pietro Borroni, memoria storica del quartiere, operaio alla fabbrica Cecchetti, assessore negli anni novanta, consigliere comunale a Civitanova, padre di Pier Paolo Borroni consigliere regionale. Pier Paolo Turchi, consigliere comunale, ha portato i saluti del sindaco Fabrizio Ciarapica, impegnato in un altro incontro.
Il dialetto è un moto dell’anima. Lo usiamo per esprimere tutto di noi stessi. E’ la prima forma di comunicazione che impariamo fin dai primi anni di vita. E’ un po’ come il latte materno di cui non possiamo fare a meno. Non ha delle regole fisse. Non può essere imprigionato dentro una grammatica codificata con morfologia, fonologia, lessico e sintassi. Cambia nel tempo. E’ diverso da paese a paese, aree geografiche e sub regionali. Quello di Civitanova Marche è la risultante di molte componenti che si mescolano tra loro: quella portése, cittadina e rurale (campagna). Non va dimenticato poi che la cittadina adriatica è stata anche luogo di immigrazione. Molti cittadini, oggi civitanovesi, provenivano da altre località e avevano un proprio dialetto. Il risultato di queste diverse commistioni ha portato alla complessità del dialetto locale.
Nella comunicazione orale in lingua italiana usiamo la parola, il gesto e il tono della voce. Nella comunicazione dialettale, movimento del corpo, gestualità e tono della voce sono gli ingredienti indispensabili. La rappresentazione teatrale è la forma di comunicazione più efficace per rendere al meglio certe espressioni dialettali. Il laboratorio teatrale del Gruppo Sportivo di Fontespina ha allestito per mercoledì 1° febbraio 2023, al Cine Teatro Rossini di Civitanova Marche, alle ore 21,15, lo spettacolo “Tutti a scòla de dialetto”. Il libro Zibaldone del dialetto civitanovese di Flavio Rogani viene dato come copia omaggio con l’acquisto del biglietto. Tutti i proventi derivanti dai biglietti venduti saranno devoluti interamente alle seguenti associazioni di volontariato che operano egregiamente nel nostro territorio:Anffas, ANT, Attivamente Ass. Alzheimer, Come Ginestre e Croce Verde.
La vita umana, anche nella stagione della fragilità, deve essere sempre difesa, promossa e aiutata. Le cinque associazioni rappresentano il collante essenziale per la tenuta di una comunità civile e solidale. “Nella sera della vita, saremo giudicati sull’amore”, che siamo stati in grado di donare ai nostri fratelli più bisognosi. Esiste una comune religiosità laica della vita, che va ben al di là di ogni credo religioso. La Ginestra non si piega davanti alla calamità naturale della lava che può spazzarla via da un momento all’altro. “Calati o jungo che passa ‘a chiana”. Piegati, giunco, perché passa la piena. Il Giunco e la Ginestra si piegano ma non si spezzano. L’egoismo individuale e di gruppo è il nemico da sconfiggere; questo è possibile solo se si fa gruppo. Da soli non si va da nessuna parte.
Nel 1946, quando veniva fondato il Gruppo Sportivo Fontespina, come ha ricordato Osvaldo, uno dei presenti alla presentazione del libro, nella frazione non c’era nulla. Povertà e miseria la facevano da padroni. Non si avevano soldi per pagare il biglietto ed entrare al campo sportivo per assistere alla partita di calcio della Civitanovese. Nel quartiere c’era solo la strada, lo stradò. C’era chi improvvisava una corsa con la propria bicicletta. A lui se ne aggiungeva qualche altro e partiva la sfida tra chi andasse più veloce. La gente ai bordi della strada guardava e applaudiva. Ci si divertiva così, con pochi mezzi, ma con tanta voglia di uscire fuori dai ricordi della guerra, con i bombardamenti, lo sfollamento, la penuria di cibo, il freddo dei mesi invernali, senza riscaldamento nelle case. Se siamo arrivati a certi livelli di benessere, ha ricordato Flavio Rogani, lo dobbiamo anche a chi nel dopoguerra si è rimboccato le maniche e si è spaccato la schiena per preparare un futuro diverso alle generazioni successive. Ora tocca a noi farlo per chi verrà dopo di noi, anche con la proposta di uno spettacolo teatrale, con la lettura di un libro e aiutare chi è nel bisogno attraverso il supporto di associazioni che lavorano nel sociale.
Anche per anticipare qualche spartito dello spettacolo teatrale, alcuni dei presenti hanno dato vita a brevi scketc esilaranti che hanno suscitato tanta simpatia e condivisione. Il teatro dialettale è l’ultima iniziativa del Gruppo Sportivo di Fontespina. Vi fanno parte persone motivate che hanno come scopo quello di difendere e promuovere il dialetto civitanovese come espressione diretta e sincera di ogni comunicazione. Il libro Zibaldone del dialetto civitanovese di 183 pagine, finito di stampare nel mese di marzo 2022 in 1.000 esemplari dalla Micropress – Fermo, è nato, come scritto dall’autore Fravio Rogani in cpertina, un po’ per gioco e un po’ per amore. Le parti più corpose del testo sono quelle relative ai “Proverbi e ai modi di dire” (300) e “Ad altri modi di dire e altre espressioni” (200). Molto belle sono anche le poesie (23), i due atti unici, la miscellanea (1), i comandamenti (10) e le regole grammaticali (10). Queste ultime sono nate per soddisfare il desiderio di un non civitanovese che, come viene raccontato nelle prime pagine, era desideroso di imparare il dialetto di Civitanova.
Scrive Flavio Rogani: “Il mio amico milanese Cel (acronimo dell’impronunciabile nome Carlo Emanuele Ludovico) trascorreva con la sua famiglia, a cavallo degli anni sessanta / settanta, almeno due o tre mesi di vacanze estive a Civitanova. A quel tempo nella spiaggia di Fontespina si formavano comitive di 20/ 30 ragazzi di cui buona parte veniva da disparate parti d’Italia: Milano, Monza, Torino, Padova, Roma, Perugia, Foligno, ecc. Quasi tutti i ragazzi frestieri ci portavano in giro per il nostro dialetto: l’unico che faceva eccezione era Cel, il quale non solo lo trovava simpatico ma voleva addirittura impararlo. Dai Flavio! Insegnami a pronunciarlo. Dammi qualche consiglio, tanto abbiamo tutta l’estate davanti, quando ritorno a Milano mi ci voglio divertire con i miei amici” (Flavio Rogani, Zibaldone del dialetto civitanovese, pag. 11, Fermo, 2022).
“Da qui”, continua l’autore del libro, “nacque l’idea delle 10 regole che Cel doveva assolutamente rispettare per approcciarsi al nostro dialetto”. Regola n° 1: la lettera B all’inizio della parola diventa V, la regola non sempre si applica quando la B è dentro la parola. Esempio: barba si pronuncia varba. La B interna alla parola rimane B, mentre cambia in V all’inizio del termine. Regola N° 2: la lettera T diventa D, esempio cando per canto, tramondana per tramontana. La T quando è preceduta dalla consonante N diventa inesorabilmente D, Andò per Antonio, ardènde per ardente. Regola n° 3: la D diventa T, madrina diventa matrina, ma la lettera T si prende una piccola rivincita nei confronti della D se questa è seguita dalla R, esempio quadrata diventa quatrata. Regola n° 4: la C diventa G, esempio lancio diventa langio, àncora diventa àngora, ecc. regola n° 5: la S diventa Z, accensione diventa accenzione, tonsille si trasforma in tonzille. La N che precede un’altra consonante fa un’altra vittima. Questa volta ne fa le spese la S che quando è preceduta dalla N diventa Z, conzolato per consolato, Anzelmo per Anselmo.
Regola n° 6: la P diventa B, esempi: tembia per tempia, ‘mbutato per imputato. La P, quando è preceduta dalla consonante M diventa immancabilmente B, esempi Sembronio per Sempronio, imbortande per importante, ecc. Regola n° 7 (semplice e complessa): La L diventa R (regola semplice); a seguire la T diventa D, la S diventa Z, la C diventa G (regola comlessa). La L quando precede una consonante diventa R, es. arbero per albero; la regola diventa complessa quando la R (sostituendo la L) tramuta la T che segue in D (es. ‘nzùrdo per insulto), la S che segue in Z (es. sarza per salsa), la C che segue in G (es. maniscargo per maniscalco). Regola n° 8: GLI diventa J (tovaja per tovaglia, gijo per giglio). Nel contesto della parola la sillaba GLI diventa J es. Puja per Puglia, maja per maglia, ecc. Regola n° 9: La doppia GG col suono dolce (seguita dalle vocali i / e) prende a seguire la H e la J e il suono diventa duro; es. agghjustato per aggiustato, ogghj per oggi. Regola n° 10: A e I all’inizio di parola, se questa è formata da più di due sillabe, si perdono quando precedono una doppia consonante ‘mmazzato per ammazzato, ‘llucinato per allucinato, ‘mbrevedibbile per imprevedebile, ‘mbrojo per imbroglio.
Per ogni regola data, il ragazzo milanese doveva tradurre in dialetto civitanovese un breve testo scritto in ligua italiana. Scrive Flavio Rogani. “Il risultato di fine corso (estate 19699 fu tutta una comica: immaginate parole e inflessioni tipiche del nostro dialetto pronunciate con la cadenza ed il ritmo milanese” (Ibidem, pag. 11). L’episodio di Carlo Emanuele Ludovico, milanese, risulta un ottimo espediente per aprire il libro in modo simpatico e divertente. La declamazione della poesia “Sénde ‘mbó’, professó’” (2013) è stata l’occasione per ricordare con i presenti in sala i pronomi dimostrativi e gli avverbi di luogo tradotti dagli alunni nel dialetto locale: “A scòla ce facìi sembre lo vèllo / quanno dicìi questo, codesto e quello / mendre penzierosi, l’ócchi per de ‘nzù / nuà ripetiàmo custù, cussù, cullù / … Caro professò troppe cóse déi da ‘mbarà / quànno in italiano tu dici qui o là / la lingua nostra se ‘llarga e se fa vèlla / e te respónne con ècca, èssa o èlla // In italiano pe’ l’òmo e pe’ la donna se dice quale / pe’ lo dialetto de Citanò quesso pròbbio non vale / allora co’ tanda fandasia, Professó tho! Sciàla! / sémo vóni pure de dì: qualo o quala! “(ibidem, pag. 30).
Tutto il libro, declinato in capitoli, dai titoli veramente azzeccati è un inno al dialetto civitanovese, non lontano secondo l’intervento di un signore presente in sala, di Servigliano, da quello fermano. Cambia solo il termine loco per indicare qui, lì, là, che diventano in quello civitanovese èllo, èlla. Il dialetto per essere capito va recitato. Lo spettacolo “Tutti a scòla de dialetto” di mercoledì 1° febbraio 2023, alle ore 21,15, al cine – teatro Rossini ha proprio questo scopo. Lo dialetto male se scrie, pegghjo se legghje, scriveva il compianto Enzo Ranieri. E’ il titolo di un simpatico altro libro che ho letto con interesse alcuni anni fa. Ora, se è vero che è difficile leggerlo o scriverlo perché non esiste una grammatica codificata, è altrettanto vero che, se viene recitato, si può gustarlo meglio in tutte le sue sfumature. Il libro di Flavio Rogani contiene anche due atti unici veramente belli.
Il consiglio è quello di acquistare il buglietto di ingresso per lo spettacolo teatrale, avere in questo modo il testo in omaggio, leggerlo quando si ha tempo e voglia. Tra l’altro il volume è ricco anche di fotografie relative a spettacoli dati in passato dal gruppo teatrale di Fontespina. Arrivederci quindi al cine teatro Rossini di Civitanova Marche, mercoledì 1 febbraio 2023, alle ore 21,15, per aiutare il lavoro delle cinque associazioni di volontariato sopra ricordate: ANFFAS, ANT, Attivamente Ass. Alzheimer, Come Ginestre, Croce Verde
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