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Dialoghi in corso. Il tecnofeudalesimo che ci rimanda tutti nel Cinquecento

Fonte internet

Fonte internet

di Fabrizio Tonello

Benvenuti nell’Europa del Cinquecento o, se volete, nella Russia del 1820. Elon Musk, impropriamente chiamato “visionario imprenditore” oltre che uomo più ricco del mondo, è in realtà un tecno-feudatario, cioè qualcuno che fa ciò che vuole grazie al potere del denaro e della tecnologia. I miliardari di oggi sono spesso chiamati oligarchi ma in realtà assomigliano di più al duca di Guisa nella Francia del 1588, più potente dello stesso re, o al conte di Warwick che nel 1553 riuscì a fare della nuora la regina d’Inghilterra (in entrambi i casi finirono male, ma questo è un altro discorso).

 

Elon Musk si è impadronito di Twitter un po’ per megalomania e un po’ per farne uno strumento politico al servizio dell’estrema destra: la prima cosa che ha fatto nei giorni scorsi è stato licenziare l’intero gruppo responsabile del controllo dei messaggi razzisti e delle incitazioni alla violenza. Lo Hate Speech tornerà alla grande nelle prossime settimane. Ieri ha annunciato licenziamenti di massa con una letterina in cui diceva che a partire dalle 1 del mattino di oggi (ora italiana) i dipendenti che potevano rimanere in servizio sarebbero stati avvertiti. Nel frattempo tutti i tesserini di accesso agli uffici dell’azienda sarebbero stati disattivati.

 

Gi ingegneri in carne ed ossa che hanno costruito la piattaforma sono stati eliminati con un meccanismo simile alla compravendita delle “anime morte” nel romanzo omonimo, ambientato nel 1820, ai tempi della servitù della gleba in Russia.

 

Il protagonista di Gogol era però un piccolo truffatore mentre Elon Musk fa sul serio. Negli Stati Uniti del 2022 è rinata una forma di servitù della gleba che, come ci ricordano le enciclopedie, era una figura “a metà tra lo schiavo e l’uomo libero”. Oggi in California c’è la libertà di consumare (definita dal massimale della vostra carta di credito) mentre quella di lavorare è legata al buon volere dei tecno-feudatari e delle banche che li sostengono.

 

I tecno-feudatari come Elon Musk, Jeff Bezos, Bill Gates, i fratelli Koch sono più potenti dei governi, com’è ovvio visto che il patrimonio personale di Musk è superiore al prodotto interno lordo della Grecia, il patrimonio di Bezos è poco meno del pil del Perù e occorrono un paio di dozzine di paesi africani per mettere insieme quello di Bill Gates.

 

Negli anni scorsi c’erano un buon numero di ricchi e potenti feudatari anche in Russia ma ultimamente tendono ad avere un’aspettativa di vita piuttosto breve. Il potere del denaro significa che perfino un finto milionario come Trump è riuscito fino ad ora a tenere a bada quel governo degli Stati Uniti che aveva tentato di rovesciare con un assalto al Congresso il 6 gennaio 2021.

Tutti loro considerano le leggi un fastidioso impiccio da lasciar risolvere agli avvocati (Berlusconi lo faceva già nel 1990, quando Musk era una matricola in una università canadese). Hanno ambizioni politiche talvolta palesi (i fratelli Koch, Rebeka Mercer e Sheldon Adelson hanno praticamente inventato l’estrema destra americana con i loro miliardi), talvolta nascoste (come Jeff Bezos e lo stesso Musk). Benvenuti nel tecno-feudalesimo, Anno Domini 2022.

 

il manifesto, 5 novembre 2022 www.ilmanifesto.it

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