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Fonte internet

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Le leggi fondamentali della stupidità umana
Carlo M. Cipolla
Illustrato da Sergio Staino
Scienza
Il Mulino Bologna (1° edizione 1988)
2022
Pag. 96 euro 16
Valerio Calzolaio
Forse dai primi sapiens in avanti, ovunque ci siamo manifestati successivamente. Non è mai stupido tentare di recensire di nuovo questo testo, che ha ormai sulle spalle oltre 45 anni e innumerevoli edizioni, tanto più che quest’ultima contiene le illustrazioni di un grande vignettista e un’appendice con grafici ad personam, completabili dal lettore rispetto a persone (o gruppi) con i quali ha correntemente a che fare, in modo di adottare poi una linea d’azione razionale nei loro riguardi. Fu scritto e pubblicato originariamente in lingua inglese, come regalo di Natale ai propri stretti amici, The Basic Law of Human Stupidity (1976), con una nota per il lettore, pochi essenziale concetti connessi a quella lingua (per la basilarità piena di senso “semplice” dell’inglese in ogni paese), una “spiritosa invenzione” tradotta solo nel 1988 e disponibile insieme a un altro saggio altrettanto breve, scientifico con qualche “puntata ironica”, in un volume intitolato Allegro ma non troppo (ne ho almeno un paio di copie del 1989, una delle due con dedica a mia madre, recuperata dopo la sua scomparsa, mi capitava di regalarlo). È un po’ come regalare un fiore, a sé stessi o ad altri, niente di dotto o complicato, un riassunto efficace e immediato di un punto di sostanza in tutte le relazioni identificate fra persone umane, da esporre e condire poi ciascuno a proprio modo. Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero degli stupidi in circolazione; la probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona; una persona stupida è una persona che causa danno a un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita (questa è la terza, aurea), e così via. Già.
L’eccelso Carlo Cipolla (Pavia, 1922 – 2000) è stato un grande storico dell’economia, maestro pure di concisione. Dopo studi a Parigi e Londra, ottenne la cattedra a 27 anni a Catania. Ha insegnato in varie università italiane e negli Stati Uniti, soprattutto a Berkeley in California. Nelle apprezzate pubblicazioni viene nominato come Carlo M. Cipolla a seguito di una sua invenzione già nel 1947, per evitare confusioni e omonimie, di un inesistente secondo nome. Il Mulino è l’editore di gran parte dei suoi libri in italiano, su epidemie e declino, istruzione e sviluppo, tecnologia e rivoluzione industriale, oltre che di questa chicca sulle regolarità quasi immutabili e ubique della stupidità umana. In tutto sono elencate cinque leggi fondamentali, distribuite in nove garbati capitoli, con qualche intervallo e digressione, qui bellamente accompagnate da quasi una ventina di vignette a colori di Staino. Non aspettative un saggio corposo e filosofico: sono poche sagge parole e frasi applicabili sia a egoisti che ad altruisti, per essere un pochino più consapevoli di almeno un paio di paradossi antropologici sapiens, poi la vita è tutta da evolvere. Non pensate che parli solo degli altri da noi: sono stato talora stupido, continuerò purtroppo a esserlo, c’è molto di male in ciò ma poco da fare, quel poco vale introiettarlo prima possibile, esserlo meno spesso non risolve i problemi dell’umanità e degli ecosistemi, però. Impariamo, dunque, a donare a quanti più altri incontriamo il meglio di quel che siamo, con gentilezza e senza iattanza, con ironia e senza prosopopea, con serenità conviviale, intelligentemente, conoscendo e riconoscendo che non sempre ci riusciamo ed è utile, non ci costa niente.

v.c.

Recensione A Marsiglia con Jean-Claude Izzo

A Marsiglia con Jean-Claude Izzo
Vins Gallico
Letteratura di viaggio (letterario)
Giulio Perrone Roma
2022
Pag. 251 euro 16
Valerio Calzolaio
Marsiglia. 1945-2000. Esiste una città che si raggiunge abbastanza facilmente per mare, per terra e per cielo. Prenotando un traghetto dalla Corsica o dalla Sardegna, oppure dall’Algeria o dalla Tunisia. Oppure decidendo di fare sette ore di treno da Milano (meno da Parigi) o guidare in auto dall’Italia (dipende da dove partite) in una combinazione di autostrade dal pedaggio salato con una sfilza (utile) di autovelox. Oppure ancora atterrando a Marseille-Provence, l’aeroporto a Marignane, circa ventidue chilometri a nord. Inutile parlarne, però, perché: “Marsiglia non è una città per turisti. Non c’è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui, bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente. Solo allora, ciò che c’è da vedere si lascia vedere” (Jean-Claude Izzo, Casino totale, pag. 33). Attraverso le parole di Izzo, Marsiglia diventa una città talmente reale che si riesce ad annusarla, ad assaggiarla, a “camminarla”, persino a toccarla. Non c’è bisogno che ci siate già stati o che progettiate di andarci, i suoi romanzi già consentono di “leggerla”, appagandosi del testo e del contesto. Jean-Claude è stato uno straordinario indimenticabile scrittore francese, poeta giornalista sceneggiatore drammaturgo romanziere, nato lì il 20 giugno 1945, figlio di Gennaro, immigrato di Castel San Giorgio (vicino Salerno) e di Isabelle (casalinga francese, figlia di immigrati spagnoli). La sua adolescenza ha avuto molto a che fare con i libri e con Pax Christi, il suo apprendistato lavorativo con il giornalismo e col partito comunista francese. Dopo vari libri di poesie e articoli di giornale, è del 1993 il primo romanzo con Fabio Montale (anche lui con padre italiano, di poetico cognome), pubblicato due anni dopo da Gallimard nella Série Noire, Total Kheops (1995), appunto Casino totale, da noi grazie a Massimo Carlotto (Edizioni e/o, 1998). Se cominciate, non smetterete più di leggerli, la serie e il resto, tutto con Marsiglia, immersa nel noir mediterraneo. Purtroppo, Izzo è morto lì il 26 gennaio 2000 per un tumore ai polmoni, entrando però prima e per sempre nel pantheon e nel mito. Si moltiplicano giustamente i militanti omaggi postumi.
L’ottimo scrittore, libraio e traduttore Vins Gallico (Melito Porto Salvo, Reggio Calabria, 1976) realizza un’intelligente scelta letteraria: presentare la città di Marsiglia per il tramite delle parole scritte da un’eccelsa personalità marsigliese in opere di fiction. Evviva. Organizza il suo viaggio in ventinove capitoli, intitolati ad argomenti (pied-à-terre e pieds-noirs, la vergogna e così via), luoghi (la banchina, il Panier, la Joliette e così via), collettivi (le canaglie, il PC, i marsigliesi in quattro scene e così via) e altri temi “izziani”. Dopo le brevi conclusioni colloca un lungo trentesimo autobiografico capitolo in cui spiega come e perché è voluto comunque tornare di recente a Marsiglia, capitale del mondo meticcio, pur avendo scelto di raccontarla solo con lo sguardo (sempre “occhi nuovi”) e le frasi di Izzo (tratte da sette volumi, tutti Edizioni e/o). Nel primo capitolo aveva spiegato di essersi appassionato al grande scrittore francese quando si trovava a studiare a Göttingen da emigrante politicizzato (per sette anni). In fondo al testo, poi, parla dei propri amici d’infanzia; del mare calabrese (“un certo tipo di effetto il Mediterraneo lo fa ovunque”); della moglie e dei figli che ha brevemente dovuto lasciare per partire; dell’aereo preso con un caro amico di sintonie; delle significative pratiche ricognizioni fatte, politiche e sociali, anche senza romanzi di Izzo al seguito; dei ringraziamenti innumerevoli per un testo che ha lo scrittore scomparso al centro: “dopo di lui, Marsiglia da scena si è trasformata in un anfiteatro greco, sfruttando la sua costituzione a scaloni. Uno si siede là e può scrutare il mondo. O sé stesso. O il vuoto. O il mare”. Utili e appassionanti le dettagliate argomentate appendici sui film e sui libri relativi alla città, “sempre sotto la lente di Jean-Claude Izzo”.

v.c.

Recensione L’universo letterario del probabile

L’universo letterario del probabile. Matematica, determinismo e probabilità da Poe a McEwan
Francesca Romana Capone
Scienza e letteratura
Prefazione di Lucio Russo
Bollati Boringhieri Milano
2022
Pag. 152 euro 18
Valerio Calzolaio
Da quasi un paio di secoli a oggi, circa. Stampato, riprodotto e comparato. A pensarci bene, gran parte della letteratura mette in scena vicende improbabili, la cui eccezionalità è proprio ciò che le rende attraenti in quanto storie. In particolare, poi, da quando la probabilità si è fatta teoria e calcolo matematico, è possibile intercettare un sottile filo di riflessione letteraria intorno a quello che costituisce appunto uno dei fondamenti stessi della scrittura. Abbiamo tre polarità: la vita quotidiana e il relativo senso comune (per tutti), la storia della letteratura (per chi legge o, comunque, per chi gestisce storie anche scrivibili), la scienza della matematica (per esperti, ricercatori, scienziati). Con l’andare del tempo, soprattutto nel Novecento e ancor più negli ultimi decenni, il senso comune si è progressivamente allontanato dallo spirito scientifico a causa della sempre maggiore reciproca segregazione tra le discipline scientifiche (le scienze “dure”) e quelle umanistiche (le scienze sociali e le attività letterarie). Gli scrittori rielaborano comunque idee scientifiche (magari in ritardo) e, nel costruire svago e intrattenimento per un pubblico, offrono inevitabilmente una chiave di lettura per il mondo che ci circonda, al quale non può essere estranea la scienza nella sua opera di interpretazione della realtà mediante modelli teorici. Nell’Ottocento tutta la cultura è permeata dal concetto di una scienza che si pone come guida dell’agire sociale e politico, spesso con una concezione deterministica del mondo, meccanicistica e causale, in connessione con il parallelo convulso sviluppo tecnologico. Nasce il poliziesco, il classico giallo a enigma che usa non di rado gli strumenti della matematica, disciplina che evolve e dove si insinua un decisivo nuovo ragionamento probabilistico. Come è stato assimilato e come ha influito su certa narrativa?
La dottorata e brava ricercatrice in studi umanistici Francesca Romana Capone (Roma, 1974) mette in relazione le definizioni della teoria della probabilità, a partire dall’approccio del matematico e fisico francese Pierre-Simon de Laplace (Beaumont-en-Auge, Bassa Normandia, 1749 – Parigi 1827), con alcune opere letterarie immediatamente successive a partire da racconti di Edgar Allan Poe (Boston, 1809Baltimora, 1849), con ambientazione parigina, protagonista Auguste Dupin (antenato degli investigatori moderni e contemporanei) e visibile conoscenza della formulazione matematica del calcolo delle probabilità (senza reale comprensione). Dopo il capitolo introduttivo “Leggere il probabile”, questo secondo (“Calcolare l’imprevisto”) è cruciale sia per il dialogo a distanza Laplace-Poe che per il fascino competente dell’improbabile nei romanzi di Arthur Conan Doyle (1959 – 1930), con le avventure induttive di Sherlock Holmes. Manca purtroppo una riflessione che tenga conto dell’insieme degli studi esistenti e dei nessi sperimentati fra matematica e giallo, fra matematici e giallisti, per mitigare alcuni giudizi troppo netti e arricchire il senso dei singoli episodi. Il terzo capitolo (“Un gomitolo di concause”) è dedicato alle due notevoli personalità di Paul Valery (1871 – 1945) e di Carlo Emilio Gadda (1893 – 1973): l’indeterminismo ontologico della meccanica quantistica è ormai dietro l’angolo. Fin dal titolo il quarto capitolo, “Così è (se vi pare)”, esamina l’esplicita ricerca dello scienziato Bruno de Finetti (1906-1985) di immagini utili a illustrare le proprie idee (in particolare sulla concezione assiomatica della matematica) nei testi narrativi o teatrali di Luigi Pirandello (1867 – 1936). Il quinto capitolo (“Il senso delle possibilità”) ripercorre la svolta epistemologica della fisica quantistica, provando poi a trovarne le tracce in due scrittori viennesi (Musil e Broch) e più recentemente nell’italiano Del Giudice, esempi che mostrano come “il mondo indeterministico possieda un’intrinseca difficoltà di rappresentare letteraria” perché “la narrazione tende a costruirsi lungo una catena causale”, pur se taluno riesce “a mettere in scena i nodi filosofici e gnoseologici del dibattito scientifico”, anche quando (come ora, sostengono l’autrice e Russo) vi è un decadimento della cultura scientifica diffusa. Le conclusioni sono destinate al “dilemma di Monty Hall” (Ian McEwan). Poi note, senza indici. Non mancano osservazioni acute e spunti fertili, pur se alcune questioni sono aperte con autodichiarata “superficialità”.

v.c.

Recensione L’acqua
L’acqua. Dialogo tra Fotografia e Parola
Roberto Besana (a cura di)
Arte e scienza
Töpffer, Oltre, Sestri Levante
2022
Pag. 231 euro 29,50 (grande formato, letteratura illustrata da foto artistiche)
Valerio Calzolaio
Da miliardi di anni fa a dopodomani. Ecosistema terrestre vivente. A giugno 2020 è uscito L’albero, un originale bel volume di grande formato, opera di Roberto Besana, manager editoriale e fotografo, e di Pietro Greco, chimico e divulgatore scientifico. Dopo alcuni brevi scritti introduttivi, incontravamo 65 godibili chiari testi a sinistra, mentre a destra luminose foto in b/n completavano la comprensione e la percezione dell’argomento. I due artisti scientifici avevano in programma un successivo testo sui paesaggi, ma Greco è scomparso in corso d’opera, improvvisamente, e Roberto chiese a 65 amici, colleghi studiosi letterati scienziati, di rendersi disponibili alla stesura di inediti commenti destinati ad altre 65 nuove foto, ciascuno un proprio testo di circa 2.500 battute, tutti insieme un tributo a Pietro. Così nell’aprile 2021 è uscito Il paesaggio. Ecco ora il terzo volume della serie, ancora “nel ricordo di Pietro Greco”, un’altra meraviglia! Dopo la presentazione di Besana e l’interessante introduzione del bravo giornalista e critico fotografico Sandro Iovine, seguono 67 bellissime foto con i relativi acuti commenti (e appropriati titoli), raggruppati in quattro significative distinte parti: L’acqua, L’acqua e l’uomo, Le forme dell’acqua, La memoria dell’acqua. Coautori e coautrici sono (in corsivo i tanti che hanno potuto confermare l’impegno): Aiello, Alinghieri, Armiero, Arpaia, Margherita Asso, Eva Benelli, Bischi, Francesca Boccaletto, Borgogno, Francesca Buoninconti, Buttiglieri, Lilly Cacace, Calzolaio, Camporesi, Paola Catapano, Rossana Cecchi, Cerroni, Ciccarese, Conte, Cotugno, Liliana Curcio, D’Alelio, De Rossi, Diaspro, Ereditato, Ferrari, Valentina Fortichiari, Gigliola Foschi, Fratoddi, Roberta Fulci, Fuso, Fuzzi, Elena Gagliasso, Gianoli, Lagonia, Leone, Loguercio, Lucchetti, Lucchin, Anna Luise, Luparia, Simona Maggiorelli, Patrizia Maiorca, Fulvia Mangili, Federica Manzoli, Mojetta, Moretto, Motta, Mulè, Daniela Palma, Pantaloni, Paoloni, Passarella, Pitrelli, Polizzi, Cristiana Pulcinelli, Rossi, Rufo, Sapienza, Sandrelli, Gabriela Scanu, Elisabetta Tola, Tozzi, Rossana Valente, Maria Luisa Vitale, Zanarini.

Il chimico, scrittore e divulgatore scientifico Pietro Greco (Barano d’Ischia, 1955 – Ischia 18 dicembre 2020) è stato una grande personalità della cultura scientifica e artistica europea degli ultimi decenni, a lungo giornalista de L’Unità, da ultimo caporedattore dello splendido magazine online dell’Università di Padova, Il Bo Live. Per capirci: ad autunno 2020 si potevano trovare in ogni libreria una decina di novità appena uscite in quello stesso anno, di cui Greco era autore (da aprile Trotula. La prima donna medico d’Europa, L’Asino d’oro; dal 10 settembre Quanti, Carocci; dal 29 settembre Homo. Arte e scienza, Di Renzo Editore Roma; da fine ottobre ETI, Intelligenze extraterrestri, Doppiavoce), o coautore (da giugno, appunto con Roberto Besana, L’albero, Töpffer; ancora da giugno con Gianni Battimelli e Giovanni Ciccotti, Il computer incontra la fisica teorica, Carocci), oppure curatore (da novembre Mezzogiorno di scienza, Dedalo). Per varie ragioni, connesse al suo intero percorso biografico, intellettuale ed emotivo, il saggio su “Arte e scienza” storicizza le umane conoscenze e riassume il personale approccio scientifico e comunicativo. All’alba del 18 dicembre 2020, per un cortocircuito elettrico che ha bloccato il battito del cuore, facendolo poi svenire e svanire nel sonno, l’improvvisa avara morte ha interrotto la sua vita, palpitante e generosa, ha privato la moglie Emilia Di Pace, i figli Francesco e Gaia, tanti altri cari affetti, migliaia di allievi dei suoi corsi, decine di migliaia di italiani e italiane che lo avevano frequentato (o ascoltato su Radio3 scienza), più o meno episodicamente, di continuare a godere delle sue qualità, espresse sempre con cortesia e competenza. Con L’acqua l’ottimo Roberto Besana (Monza, 1954, spezzino d’adozione ora), coautori e coautrici, ognuno e ognuna a proprio modo, rendono un personale omaggio al grande Pietro π Greco. E aiutano a percepire e comprendere meglio che l’acqua cambia sempre ma resta sempre la stessa, niente la distrugge, la sua presenza coincide con la presenza di vita e con l’evoluzione di tutte le specie viventi negli ultimi quattro miliardi di anni, cellula più cellula meno, giorno più giorno meno.

v. c.

Recensione L’isola nuova

L’isola nuova. Trent’anni di scritture di Sicilia
AAVV
A cura di Gaetano Savatteri
Con una nota di Salvatore Silvano Nigro
Saggi, articoli, racconti
Sellerio Palermo
2022
Pag. 642 euro 18
Valerio Calzolaio

Sicilia. 1991-2022. Nell’isola più grande del Mediterraneo e nella regione più estesa d’Italia qualcosa di profondo è cambiato più o meno trenta anni fa. Tragicamente con le stragi di mafia, le reazioni emotive e sociali, il maxiprocesso, comincia a modificarsi la percezione che in Sicilia sia impossibile farsi giustizia con metodi legali di diritto, avviene un riposizionamento ideale e culturale. Andrea Camilleri è il primo ad accorgersene e a scriverne, trovando enorme ascolto nazionale e internazionale per una nuova narrazione siciliana, a partire dal suo commissario che racchiude e sintetizza il cambiamento epocale, evolutivo. L’antologia “L’isola nuova” rappresenta la fotografia esaustiva della stagione che si è aperta nella scrittura, nel cinema, nella televisione, nel teatro, nell’arte. Nove significativi capitoli per oltre un centinaio di indizi letterari, accortamente selezionati e presentati, trovandone tracce in tanti altri e altre che se ne sono occupati da non siciliani.

v.c.

Recensione Storia familiare

Storia familiare. Le fotografie raccontano
Rossella Bracalente
Racconto biografico
Micropress Fermo
2022
Pag. 127 euro 12,90
Valerio Calzolaio

Fermo. Mario Bracalente (8 ottobre 1922 – 22 agosto 2009) era il bisnonno del piccolo Edoardo Bracalente Tassi, nato a luglio 2021. Sua figlia Rossella Bracalente (Fermo, 1957) ha deciso di dedicare al padre un bel libro di foto e memorie, scritto come una lunga lettera della prozia al caro neonato. Ne viene ora fuori una godibile (per tutti) “Storia familiare”, lunga circa trecento anni, dagli avi e trisavoli, con una scelta intelligente di foto (pure di fiori), atti ufficiali, interviste, testimonianze, ricerche, articoli di giornale, che danno semplicemente conto delle parentele e dei progressivi allargamenti, delle residenze e dei giochi, con una parte centrale più strettamente biografica dell’autrice. Ovviamente si incontrano tanti ragazzi della Prima Guerra Mondiale, internati militari e prigionieri, contadini e politici del fermano (Mario fu consigliere del Pci, l’altro figlio docente universitario fu Presidente della Regione Umbria e via ricordando), sapiens di ieri e di oggi.

v.c.

Recensione Transmedial Noir

Transmedial Noir. Incroci di generi, nazioni e media
AAVV
Letteratura gialla e noir
Aras Fano
2022
Pag. 177 euro 18
Valerio Calzolaio

Epica letteraria. Urbinoir. A cura di Alessandra Calanchi, Tiziano Mancini e Roberto Salvucci, con la 18° uscita della collana Urbinoir Studi vengono presentati alcuni saggi predisposti in occasione del festival Urbinoir 2021 dedicato ad approfondire la rete di alcuni rimandi, citazioni, cross-over, trasformismi, ibridazioni intorno al genere poliziesco e crime, da cui il titolo: “Transmedial Noir”. In inglese Stella Mattioli (University of Virginia) affronta l’interessante tema della voce narrante (a partire da Watson), mentre sono in italiano gli ulteriori saggi: Elena Ricci sulla figura di Marlowe, Giuseppe Puntarello su Hitchcock, Maria Gabriella Pediconi e Glauco Genga sui risvolti psicologici e psicoanalitici del fumetto Julia – Le avventure di una criminologa, Emilio Gianotti sul transcoding in Inherent Vice da Pynchon e Anderson, Alessia Minnoni sulla transmedialità nei fumetti della Marvel, altri su Lombino – Hunter – McBain (una stessa grande personalità, anche del genere).

v.c.

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