di Raimondo Giustozzi
Altamente educativa la scelta di festeggiare la fine dell’anno scolastico in corso presso la fattoria didattica, il lavandeto di nonno Amato, contrada Petrocca Santa Lucia, 41, comune di Morrovalle, mercoledì otto giugno 2022. La decisione è stata presa di comune accordo tra la rappresentante di classe e le maestre degli alunni di terza B, plesso San Marone di Civitanova Marche. L’arrivo con mezzi propri verso le 16,30, il termine della visita alle 19,30 circa e il rientro a casa degli alunni, sempre con i propri genitori. Sono arrivato leggermente prima, anche per salutare Beniamino Berto, che gestisce assieme ad altri soci la fattoria didattica.
Non ci si vedeva da circa cinque anni, causa pandemia e impegni con i nipotini. Sapevo del lavandeto ma non lo avevo mai visitato. Sorge su una delle tante colline che disegnano il paesaggio che si snoda attorno a Santa Lucia di Morrovalle, la frazione dove sono nato. Guardavo il paesaggio e cercavo di ricordare i casolari abitati un tempo dai diversi contadini mezzadri della zona. Seguivo con lo sguardo il percorso della vecchia strada brecciata, che parte poco lontano dalla casa dove ho trascorso l’infanzia e l’adolescenza. Raggiunge le antiche fonti, dove da bambino accompagnavo mia mamma e mia zia quando andavano a fare il bucato. Robertino Garbuglia, socio della cooperativa, mi ha aiutato a ricordare i nomi dei contadini, quelli di un tempo e i proprietari attuali.
Claudio Calvani, il nuovo presidente del Circolo ACLI di Santa Lucia, incontrato tempo fa in sede, abita poco lontano dal lavandeto. Mi parlava del più bel paesaggio al mondo. I campi sono coltivati a grano e erba medica. Ci sono vigne e ulivi. I monti azzurri di leopardiana memoria disegnano il proprio Skyline sullo sfondo. Nel fondovalle scorrono fossati. La stradina, brecciata per un tratto, poi ricoperta da rovi e da smottamenti di terra, era “la corta” per Morrovalle. Dopo il fossato si inerpica ripida su per la collina. Le fonti, sepolte sotto cumuli di terra e fogliame, non pulsano più della vita che un tempo le animava. Il paesaggio comunque è ancora da mozzafiato.
“Il lavandeto nasce nel 2016 con lo scopo di creare una coltivazione alternativa, basata su piante officinali in abbinamento alle tradizionali colture. L’ulivo di Nonno Amato prende il suo nome da un ulivo secolare la cui storia risale alle seconda guerra mondiale. In prevalenza, l’impianto produttivo è composto da piante di lavanda di dieci varietà diverse e da Elicriso, Timo, Rosmarino, Alloro, Calendula, Savia e Menta dalle quali vengono estratti gli olii essenziali e Idrolati, tramite una distillazione in corrente vapore” (Dépliant, Lavandeto, l’ulivo di Nonno Amato – Fattoria didattica – visite guidate, area picnic, location per eventi, olii essenziali, cosmesi naturale, shop e bomboniere).
All’inizio, mi diceva Beniamino, andavamo nei diversi mercati della zona per vendere i nostri prodotti e parlare della lavanda coltivata nella fattoria. La gente ascoltava ma si dimostrava anche diffidente, conoscendo poco il prodotto. Dovevano essere i clienti a venire da noi, non noi andare da loro. Col tempo abbiamo trasformato il lavandeto in una fattoria didattica, ospitando scolaresche che venivano a farci visita. Purtroppo, per due anni, causa pandemia da Coronavirus, la struttura è rimasta chiusa. Nel mese di maggio di questo anno abbiamo accolto più di mille alunni. Venivano da Morrovalle, Corridonia, Tolentino, Sant’Elpidio a mare, Porto Sant’Elpidio. Molti sono rimasti talmente contenti che hanno convinto i propri genitori a ritornare con loro a visitarci.
L’allegra brigata di quindici alunni, insieme ai propri genitori e insegnanti, si annuncia festosa anche oggi mercoledì otto giugno. Vengono accolti da Beniamino che fa loro da guida. La prima tappa della visita è sotto l’ulivo di Nonno Amato. L’albero secolare fu il nascondiglio del nonno di Beniamino. Si era in piena seconda guerra mondiale. Una pattuglia di soldati tedeschi andava rastrellando tutti gli uomini validi per mandarli in Germania. Nonno Amato si era nascosto, accovacciandosi sui rami più alti dell’ulivo. Sotto la minaccia delle armi, la nonna, che era sotto l’albero, protestò più volte che non sapeva dove fosse andato il marito. Il ricercato guardava dall’alto senza essere visto. I soldati andarono via ma ritornarono il giorno dopo per controllare ancora. Finalmente se ne andarono per sempre. Nonno Amato rimase talmente sconvolto dalla triste avventura che non volle scendere dall’ulivo per diversi giorni.
Terminata la dimostrazione didattica su come distillare e produrre gli idroliti con spighe di lavanda, gli alunni sono stati accompagnati negli altri punti del lavandeto attraverso alcuni percorsi obbligati. L’altalena delle fate, il villaggio incantato, dove vivono i piccoli Elfi, li hanno portati in un mondo magico. Il terreno coltivato ad erba medica, i campi di grano, i filari di lavanda, la vigna, gli ulivi sono i valori aggiunti del paesaggio. L’invito al silenzio ha fatto scoprire loro la voce della natura circostante, che va ascoltata e amata. Il percorso a piedi nudi su una striscia di terreno con ciotoli di fiume, spighe di lavanda, paglia, tronchi d’albero, un canneto, finiva con una tonificante rinfrescata con acqua di lavanda. La risalita della collina poneva fine alla gioiosa attività.
Un’abbondante merenda, preparata da genitori e insegnanti, ha contribuito a fare del pomeriggio un momento da incorniciare e da ricordare. Bibite a volontà, dall’Aranciata, all’acqua minerale, alla Coca Cola, all’Estathè, hanno spento la sete di tutti i piccoli protagonisti della visita. Dopo due anni di pandemia, mi diceva Beniamino, gli alunni all’inizio del mese di maggio, quando venivano a visitare l’Uliveto di Nonno Amato, si trovavano in difficoltà. Avevano paura di togliersi la mascherina, abituati a portarla sempre a scuola. Ci è voluto un po’ per convincerli che all’aperto la mascherina non è necessario portarla.
Un dépliant della casa illustra tutta la produzione propria, totalmente naturale, di: olii essenziali, idrolati, acque aromatiche profumate, creme e saponi, doccia shampoo, profumatore d’ambiente, sacchettini profumati, oggettistica profumata, confezioni personalizzati, lavanda fresca ed essiccata. A ricordo della gita, Beniamino ha dato ad ognuno dei partecipanti un sacchettino dove riporre le spighe di lavanda da riportare a casa.
Una mappa del lavandeto con tutti i percorsi didattici orienta il visitatore grande o piccolo che sia. Tutte le informazioni sul lavandeto si possono trovare nel sito Web: www.lulivodinonnoamato.it
Email: lulivodinonnoamato@gmail.com
Raimondo Giustozzi
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