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Libri. Carofiglio, Canfora, su Gramsci, Thompson, LAV Gorgona

Fonte internet

Fonte internet

Rancore
Gianrico Carofiglio
Noir
Einaudi Torino
2022
Pag. 238 euro 18,50
Valerio Calzolaio

Milano. Novembre 2019. La bella 45enne Penelope Spada si allena spesso ai giardini, con metodica determinazione; nel fine settimana qualche volta incontra un tipo interessante, intento a leggere su una panchina e a prendere appunti, magro con gli occhiali, bravo con i cani. Non disdegnerà di approfondirne lentamente la conoscenza (si chiama Alessandro, fa il maestro), pur se ben presto è travolta dalla privata investigazione su un cold case che, a sorpresa, riguarda anche vicende delicate della sua passata vita professionale di pubblico ministero. Marina Leonardi la incarica di capire se due anni prima sia stato in qualche modo ucciso il ricchissimo potente padre nel lungo periodo in cui lei era stata all’estero (viveva fuori da parecchio tempo, perlopiù negli Stati Uniti). Una mattina la donna di servizio lo aveva trovato morto a letto, vestito, senza scarpe. Vittorio, dopo aver divorziato dalla madre, si era risposato con una donna molto più giovane (lui 66, lei 33), più giovane della stessa figlia, e la seconda moglie era fuori Milano quei giorni. Il cospicuo patrimonio (circa trenta milioni di euro) era andato soprattutto alla deliziosa vedova, ma il notaio ha da poco avvisato Marina di una strana vicenda legata al testamento e lei si è convinta che dietro la morte considerata naturale (dal medico e da tutti) possa esserci un omicidio voluto dalla bellissima Lisa Sereni, ex modella e ora ereditiera. Penelope era venuta a conoscenza delle attività di Vittorio in tutt’altro contesto, proprio durante l’indagine sulle logge massoniche, partita da un modello 45 e svoltasi durante la primavera di cinque anni prima, la vicenda che le aveva definitivamente scombussolato l’esistenza. Conosceremo meglio l’enigmatica Penelope e lei risolverà un altro insospettabile giallo.
Gianrico Carofiglio (Bari, 30 maggio 1961) è probabilmente il più bravo scrittore italiano contemporaneo, certo quello di maggior meritato successo (considerando Camilleri fuori quota, per più ragioni). I suoi romanzi sono levigati, molto bello anche questo. Ha svolto a lungo funzioni di magistrato e iniziò la carriera letteraria con un giallo (uscito nel 2002, venti anni fa), il protagonista divenne seriale ed è stato spesso alternato con altri romanzi (non solo di genere), racconti lunghi, saggi sulle parole e la scrittura, sugli interrogatori e l’investigazione, sceneggiature, drammaturgie. Qui riprende il registro emotivo della sua nuova protagonista seriale milanese, con i soliti ottimi caratteri: incidere elegante, stile chiaro, ricerca dei termini da usare o togliere. Il punto di vista è femminile, vi sono due donne anche nella copertina (non di genere). Il rancore (nel titolo) è talora sottovalutato, qui duraturo e decisivo (l’ex moglie sembra non averne). La narrazione è in prima al passato, ogni tanto si alternano i capitoli su quanto avvenne cinque anni prima, cruciali per comprendere meglio Penelope, che si rende conto di aver vissuto tutto quel tempo come fra parentesi: ogni tanto serate inutili con un uomo, subito dimenticato; notti angosciose, a volte stupidamente pericolose; niente più visite mediche, vini liquori sigarette in gran quantità; un recente intenso legame solo con Olivia, perspicace bull terrier. L’investigazione (giudiziaria, privata, psicologica) continua a piacerle molto: riesce pian piano a convincersi di nuovo che non sai mai cosa verrà davvero fuori, che è meglio ascoltare senza intervenire, che la bravura sta poi nel concepire le domande giuste (anche senza mettere i punti interrogativi), che il ragionamento indiziario implica decifrare orme indizi segni per raffigurare a ritroso chi può averli generati, che la dote principale era e resta perseverare fin quando (per caso, fortuna, intelligenza, cocciutaggine) qualcosa si accorda inopinatamente con qualcos’altro. Non a caso al liceo amava biologia e chimica. E segnalo l’effetto Forer, illustratole dal bottegaio di scrittura (un racconto espresso, euro 30), a pag. 135-6. Sempre rum col fondente extra, notevoli bianchi a pasto. La colonna sonora dell’educazione al pedinamento erano i Radiohead, in particolare Creep e Karma Police, mentre quella dell’omonima nonna in cucina le fece scoprire l’indimenticabile Louis Armstrong.

v.c.

Recensione Un nuovo Gramsci

Un nuovo Gramsci. Biografia, temi, interpretazioni.
Francioni Gianni e Giasi Francesco (a cura di)
Storia
Viella Roma
2020
Pag. 398 euro 35
Valerio Calzolaio

Antonio Gramsci (Ales, 1891 – Roma, 1937), uno degli italiani ancora più influenti al mondo. Molti studiosi stanno collaborando all’Edizione nazionale degli scritti di Gramsci, un’impresa che ha richiesto una revisione profonda dei criteri seguiti dai precedenti editori e ricerche mirate a completare il corpus letterario e a ricostruire con maggior precisione la biografia. I lavori svolti negli ultimi quindici anni hanno significativamente arricchito le conoscenze su Gramsci e sul suo pensiero. La pubblicazione è stata accompagnata da convegni, da contributi volti a illustrare e discutere i problemi editoriali, da saggi comparsi su riviste nazionali e internazionali e da innovative monografie. Sta forse in parte emergendo “Un nuovo Gramsci” e questo è il titolo scelto per un aggiornato volume collettaneo (16 saggi di altrettanti autori) curato da due delle personalità scientifiche più accreditate, in particolare per I Quaderni (Gianni Francioni) e per Le Lettere (Francesco Giasi).

v.c.

Recensione Colpo di spugna

Colpo di spugna. Pop. 1280
Jim Thompson
Traduzione di Anna Martini
Noir
HarperCollins Milano
2022 (orig. 1964 Pop. 1280; prima edizione italiana, Fanucci 2004)
Pag. 286 euro 15
Valerio Calzolaio

Pottsville, Texas, 1280 anime. Inizi Sessanta. Nicholas Nick Corey è lo sceriffo, incassa duemila dollari l’anno (a parte lavoretti extra e bustarelle) e ha un alloggio gratis al primo piano del palazzo di Giustizia. Quell’estate si sente preoccupato a morte e non sa cosa cavolo decidere: a suo modo è bravo a mantenere l’ordine ma se la fa con due donne, la brutta moglie Myra (più vecchia, ma arrapante) e la bella generosa Rose (migliore amica della moglie). Già si spettegola nella contea, poi ne aggiunge una terza Amy (un vecchio amore incontrato casualmente in treno) e sono ulteriori guai. Uccidere non è un problema. Una vera chicca (da cui è stato tratto un film nel 1981, un altro è in preparazione) “Colpo di spugna” del grande James Myers Jim Thompson (1906-1977). Il padre era stato sceriffo di un paesino di uno stato vicino e lui ben conosceva le dinamiche dei piccoli borghi antichi. La trentina di ottimi romanzi è in via di ripubblicazione o dovuta prima pubblicazione in Italia.

v.c.

Recensione Animali che salvano l’anima

Animali che salvano l’anima. L’esperienza nel carcere di Gorgona
Autori vari
Letteratura
Carmignani, Staffoli (PI)
2022
Pag. 114 euro 13
Valerio Calzolaio

Gorgona, isola carcere, arcipelago toscano. Dal gennaio 2020. LAV è l’acronimo di Lega Anti Vivisezione, come noto si tratta di un’associazione animalista italiana fondata nel 1977 e molto attiva per l’affermazione dei diritti degli animali non umani e la loro protezione, la lotta alla zoomafia e la difesa dell’ambiente. Sull’isola animali vi sono da sempre, anche prigionieri almeno dal 1869. Oggi la colonia penale è un istituto aperto, connesso al carcere di Livorno, e da un paio d’anni sono state attivate (con un accordo ufficiale) buone pratiche nel rapporto uomo-animale, il modello Gorgona. Nel 2021 si è svolto con educatori e detenuti un corso di scrittura creativa, come concreta rieducazione e riabilitazione. Ora lavori, brevi racconti e disegni (firmati perlopiù solo con il nome) sono stati raccolti nell’interessante toccante libro “Animali che salvano l’anima”, appunto! La prima parte racconta le note tecniche sul progetto, la seconda contiene il bel risultato artistico.

v.c.

Recensione La metamorfosi
La metamorfosi
Luciano Canfora
Storia
Laterza Bari
2021
Valerio Calzolaio
3

I comunisti e la storia d’Italia: 1921-2021. Luciano Canfora (Bari, 1942) è uno dei maggiori storici e filologi viventi, oggi professore emerito dell’università del capoluogo pugliese in cui è nato, autore di innumerevoli pubblicazioni su molteplici periodi e personalità, dalla storia antica all’attualità. A cento anni dalla nascita del PCI (all’inizio con un nome leggermente diverso) ha scritto un agile volumetto con l’obiettivo esplicito di ripercorrere il cammino che ha condotto una formazione politica contemporanea (oggi con nuova denominazione), educata dai primi comunisti italiani, a farsi alfiere di valori antitetici rispetto a quelli su cui era sorta, attraverso progressive trasfigurazioni (da cui il titolo). Fa riferimento al declino non solo nazionale dei partiti di impianto o matrice socialdemocratica e, forse, di tutti i partiti programmatici di massa. Sono ormai loro subentrati degli agglomerati ondivaghi che rifuggono spesso dallo stesso nome di “partito” e preferiscono denominazioni fantasiose o puerili o metafisiche e che vivono per lo più come alone intorno a un leader. A tener vivo il carattere eminentemente etico dell’impegno politico è rimasto poco più che l’attuale vertice della Chiesa cattolica, peraltro contestato e insidiato quotidianamente dall’esterno e dall’interno. Sono segni di una sconfitta radicale della sinistra e della forza crescente e dominante del capitale parassitario-finanziario-speculativo, finitimo della macrocriminalità sulla scala dei continenti. La parabola del Pci va allora esaminata nel dettaglio, per chi c’era fino allo scioglimento definitivo (1991), per chi disse di averne ereditato il meglio, per chi assistette con altre idee.
La cultura, l’arguzia, l’intelligenza, lo spirito polemico di Canfora sono noti a un vasto pubblico di allievi, colleghi, lettori e telespettatori. Il suo intento (comunque utile) è sempre di segnalare contraddizioni e aporie interne di tanti discorsi e azioni dei dirigenti e dei gruppi politici. L’agile volumetto parte da un capitolo riferito a una considerazione di carattere generale di teoria politica (“quanto a lungo vive un partito”), con particolare riferimento alla sconfitta da cui nacque il Partito comunista d’Italia nel gennaio 1921 e al successivo prevalere del regime fascista, accanto alle riflessioni (all’estero e in carcere) di Togliatti e di Gramsci. Segue la riproduzione fedele di alcune parti del discorso sul “partito nuovo” del settembre 1944 e due interessanti capitoli di sintesi storiografica sulla svolta del 1944-45, sulla rifondazione del Pci nel dopoguerra, in forma totalmente diversa rispetto alle origini. La prima rifondazione consentirà la successiva crescita per un trentennio nel consenso elettorale, nonostante l’imprevista evoluzione internazionale bipolare della “guerra fredda” già nel 1947-48, una storia intensa dal partito nuovo alla morte di Togliatti (1964) e dunque al riformismo (via nazionale e gradualismo). I tre capitoli finali sono dedicati al compromesso storico (una postilla sulla “terza via”), all’europeismo (ideologia vuota e autoingannevole) e a cosa sta accadendo ora nel campo degli eredi della storia di quella parte politica: “potrà la odierna socialdemocrazia (fenomeno in prevalenza europeo), scoordinata com’è e frastornata, reggere alla prova della vittoria planetaria del capitale finanziario?”

v.c.

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