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Il culto dei morti e la barbarie nelle città ucraine distrutte dai missili russi

Fonte internet

Fonte internet

di Raimondo Giustozzi

In questi giorni di tristezza senza fine per le immagini di morte, distruzioni, ferocia inaudita messa in campo dall’esercito russo a danno di civili, donne e bambini, ci si aggrappa anche alla poesia per tentare di risalire la corrente. Cadaveri lasciati marcire per giorni sulle strade, stupri verso donne e bambini, usati questi ultimi anche come scudi umani. Questa è la nuova barbarie. A guerra conclusa, se mai i responsabili verranno chiamati a rispondere per crimini di guerra, anche “Il patriarca di Mosca dovrà comparire davanti al Consiglio dei Primati delle Chiese Antiche Orientali, la più alta corte dell’ortodossia mondiale. E’ una richiesta avanzata da circa quattrocento sacerdoti della chiesa ucraina sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca. I sacerdoti sostengono che Kirill predica la dottrina del “mondo russo”, che si discosta dall’insegnamento ortodosso e andrebbe condannata come eresia. Addebitano a Kirill crimini morali nel benedire la guerra contro l’Ucraina e sostenere pienamente le azioni aggressive delle truppe russe sul suolo ucraino” (Il Fatto quotidiano. Fonte Internet, 14.04.2022).

Da più giorni ripetevo a me stesso questi versi presi da “Dei Sepolcri” di Ugo Foscolo:  “Dal che nozze e tribunali ed are / Dier alle umane belve esser pietose /  Di se stesse e d’altrui, toglieano i vivi / All’etere maligno ed alle fere / I miserandi avanzi che Natura / Con veci eterne a’ sensi altri destina. / Testimonianza a’ fasti eran le tombe, / Ed are a’ figli; e uscìan quindi i responsi / De’ domestici Lari, e fu temuto / Su la polve degli avi il giuramento: / Religion che con diversi riti / Le virtù patrie e la pietà congiunta / Tradussero per lungo ordine d’anni (Ugo Foscolo, Dei Sepolcri vv. 91- 103).

La civiltà umana è nata con il matrimonio, con il tribunale (culla del diritto), con la religione. Queste tre istituzioni spinsero gli uomini primitivi ad essere pietosi verso se stessi e verso gli altri. I vivi sottraevano all’aria distruttiva e alle bestie feroci i miseri resti che la Natura destina ad altre forme con continue trasformazioni. Le tombe erano la testimonianza delle glorie passate e altari per i figli, e da esse uscivano i responsi dei numi tutelari della casa e il giuramento sulle tombe degli antenati fu considerato sacro: culto che le virtù patriottiche e l’affetto dei congiunti tramandarono per secoli con riti diversi

In alcune città dell’Ucraina, i resti di cadaveri rinvenuti per strada sono stati ricomposti alcuni giorni dopo la morte, altri sono stati recuperati da fosse comuni per dare loro una degna sepoltura. Altri non avranno nessuna sepoltura perché forni crematori, montati su camion, lavorano nelle retrovie del fronte e fanno sparire, bruciandoli, i corpi di civili per occultare il numero dei caduti. La stessa sorte è riservata ai soldati russi morti in battaglia, perché il Cremlino non vuole far conoscere il numero dei morti. Gli uni e gli altri, civili e militari nemici sono accomunati nella stessa sorte.

“13.20 – Sono 13 i crematori mobili che le forze russe stanno utilizzando a Mariupol per rimuovere i corpi dei civili uccisi, secondo quanto rende noto su Telegram il dipartimento di intelligence del ministero della Difesa ucraino” ( Fonte Di: VirgilioNotizie | Aggiornato il: 14-04-2022 10:57).

Giorni fa, l’ambasciatore Sergio Romano scriveva: E’ impensabile un mondo vivibile senza che la Russia abbia un ruolo. Questo è vero come è altrettanto vero però che non ci si può mettere deliberatamente al di fuori di ogni civile convivenza e lamentarsi di essere messi all’angolo. In una rissa, si può anche pensare di sferrare per primo colpi proibiti, ma ci si deve attendere anche la risposta dell’avversario. Oggi la Russia è fuori da tutti i vertici internazionali. L’ex presidente russo Medved ha parlato di una Russia stanca di essere sempre umiliata. Siamo al vittimismo e alla paranoia. Il presidente Putin ha dichiarato che quella dell’Ucraina è una tragedia ma la Federazione Russa non aveva altra scelta. Le giustificazioni, per aggredire uno stato sovrano, si trovano sempre. Anche Hitler faceva così. Quando non si hanno argomenti nei confronti dell’avversario, per altro Zelens’kyj è di origine ebraica, lo si accusa di essere nazista. In un quadro più da operetta, dopo il crollo del comunismo, qualche politico nostrano ammiccava soddisfatto, facendo roteare gli occhi con un ghigno del volto, e tacciava l’avversario di turno di essere comunista.

Come una guerra mondiale, l’epidemia chiama in causa coesione e organizzazione, capacità di concentrare tutte le energie collettive contro un nemico” (Federico Rampini, Oriente, Occidente, pag. 18, Milano 2022). La Russia di Putin ha chiamato a raccolta tutte le energie collettive contro il Covid 19 se in data otto aprile ha avuto più di 363.000 decessi?. Non sembra, anzi, in sommo disprezzo della vita umana, ha scatenato una guerra contro l’Ucraina. In difficoltà sul campo, soldati russi che disertano, ricorre a milizie mercenarie, Ceceni, Siriani, Gruppo Wagner, disperati reclutati nelle zone più disastrate del pianeta che accettano di combattere per lui per pochi rubli.

 

Dedicato a Shasha

 

Caro piccolo Shasha,

ti ho visto questa sera in televisione.

So che i tuoi occhi si sono chiusi per  sempre.

L’angioletto non c’è più, ha detto tua mamma

con un groppo alla gola.

Giravo per la casa con la bocca tremante.

Non riuscivo a trattenere le lacrime.

Vedendoti sorridente, felice e solare,

ho pensato ai miei tre nipotini

Guerra maledetta, odiosa e fratricida.

Riposa in pace, caro piccolo angelo.

Ti porterò per sempre con me nel mio

cuore di nonno e per il resto dei giorni

che mi saranno dati da vivere (Raimondo Giustozzi).

 

 

 

 

Dedicato alle due Marie.

 

Ho conosciuto due badanti di origine ucraina.

Si chiamavano ambedue con lo stesso nome:

Maria. L’una è morta giovane qui a Civitanova,

l’altra ha fatto appena in tempo a ritornare

in Ucraina ed è morta qualche mese dopo

al proprio paese. Erano buone e generose;

parlavano poco della loro patria lontana.

Solo Maria, di qualche anno più anziana dell’altra,

mi parlava di Mariupol, Kiev e Zaporižžja,

città martiri per la ferocia disumana

del russo aggressore che ha una sua

narrazione del conflitto in corso:

Il russo Golia non è l’aggressore

ma l’aggredito dal piccolo Davide ucraino.

Così si ribalta la verità; è una menzogna.

Niente di strano per chi usa il veleno,

per mettere a tacere i propri avversari (Raimondo Giustozzi).

 

Che brutta Pasqua!

Tutti speravamo di trascorrere una Pasqua diversa, dopo due anni funestati dalla pandemia. Quest’anno ci si è messa anche la guerra. Non c’è una domenica di resurrezione per il popolo ucraino né per noi. Rimaniamo tutti inchiodati al Venerdì Santo. Ancora crocifissi, inebetiti dal dolore. Eppure, don Tonino Bello ci ha lasciato uno dei suoi scritti più belli che mi piace ricordare e segnalare anche al Patriarca Kirill, se non lo conosce: “Nel Duomo vecchio di Molfetta c’è un grande crocifisso di terracotta. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: collocazione provvisoria. La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell’opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito.

Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la Croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Cristo.

Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. A te, che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che ritenevi tuoi amici. Non tirare i remi in barca, tu che provi i morsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell’abbandono. Non ti disperare, madre dolcissima che hai partorito un figlio focomelico. Non imprecare, sorella, che ti vedi distruggere giorno dopo giorno da un male che non perdona. Asciugati le lacrime, fratello, tu che sei stanco di lottare e hai accumulato delusioni a non finire. Non abbatterti, fratello povero, che non sei calcolato da nessuno, che non sei creduto dalla gente e che, invece del pane, sei costretto a ingoiare bocconi di amarezza. Non avvilirti, amico sfortunato, che nella vita hai visto partire tanti bastimenti, e tu sei rimasto sempre a terra.

Coraggio. La tua Croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre “collocazione provvisoria”. Il calvario, dove essa è piantata, non è zona residenziale. E il terreno di questa collina, dove si consuma la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio. Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della Croce.

“Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra”. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell’orario c’è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio.

Coraggio, fratello che soffri. C’è anche per te una deposizione dalla croce. Coraggio, tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali, e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga” (don Tonino Bello).

Don Tonino Bello, don Lorenzo Milani, don Primo Mazzolari, padre Ernesto Balducci, padre Davide Maria Turoldo, don Giulio Facibeni, il cardinale Elia Dalla Costa, tutti i folli di Dio. Non ci sono più persone di quei livelli e tutti siamo più poveri.

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