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Dialoghi in corso. Le Fosse Ardeatine di Bucha e la vergogna dell’Anpi

Fonte Corriere

Fonte Corriere

Il comunicato dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia sui crimini di guerra avvenuti a Bucha è osceno e infanga i valori della Resistenza.

Di Paolo Flores d’Arcais  by MicroMega

 

Il 4 aprile 2022 l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) ha diffuso il seguente comunicato:

“L’ANPI condanna fermamente il massacro di Bucha, in attesa di una commissione d’inchiesta internazionale guidata dall’ONU e formata da rappresentanti di Paesi neutrali, per appurare cosa davvero è avvenuto, perché è avvenuto, chi sono i responsabili. Questa terribile vicenda conferma l’urgenza di porre fine all’orrore della guerra e al furore bellicistico che cresce ogni giorno di più”.

Questo comunicato è osceno, e infanga i valori della Resistenza.

 

Appurare cosa davvero è avvenuto? Non bastano le testimonianze di ogni genere, che si confermano e rafforzano a vicenda? I racconti dei sopravvissuti, che hanno visto coi loro occhi la mattanza, la documentazione sconvolgente dei fotografi e dei giornalisti sul campo, le riprese aeree dei giorni precedenti che inchiodano i macellai di Putin?

 

Questa frase del vergognoso comunicato dell’ANPI non rappresenta un esercizio di dubbio critico ma una sciagurata volontà di spacciare per incerto ciò che è orrendamente lapalissiano: la barbarie delle truppe di Putin, la “normalità” che per esse costituisce abbandonarsi ai crimini di guerra.

 

I 410 cadaveri di civili trucidati fin qui recuperati sono le Fosse ardeatine dell’Ucraina. Il sangue innocente che esige per Putin e i suoi boia un processo di Norinberga.

 

Perché è avvenuto? Veramente i dirigenti dell’ANPI non capiscono? Sono davvero così imbecilli, o preferiscono invece avvolgere nella nebbia di un interrogativo insensato l’evidenza del comportamento delle truppe “asiatiche” di Putin? Gli scherani macellai del suo disegno zarista, quando non riescono a sfondare, e sono anzi costretti a ripiegare perché respinti dalla resistenza eroica delle inferiori armi ucraine, sfogano sui civili inermi la loro bestiale frustrazione di “liberatori” mancati, la loro mostruosa rabbia di “trionfatori” sconfitti: trucidare vecchi, violentare donne prima di sterminarle, e l’orrore vieta di dire il destino di alcuni bambini.

 

Chi sono i responsabili? E per caso Gesù Cristo non sarà morto di freddo, ponzipilati dell’ANPI? Veramente si rimane sbigottiti, e stomacati oltre ogni possibile aggettivo, da un tale baratro di ipocrisia. Il responsabile nel senso del mandante si chiama Vladimir Putin, lo sa chiunque abbia occhi per vedere e orecchi per intendere, e lo sanno anche i sassi. Ma si conosce anche l’esecutore, il tenente colonnello Omurbekov Azarbek Asanbekovich, comandante dell’unità di fucilieri motorizzati 51460 della 64a brigata.

 

Di fronte al disgusto che le ignobili parole del comunicato dell’ANPI hanno provocato anche in parte del campo “pacifista”, il presidente dell’associazione, Gianfranco Pagliarulo, ha dettato all’Ansa una precisazione che entra di diritto nella serie “peggio el tacon del buso”. Detta Pagliarulo: “Sappiamo benissimo chi è l’aggressore, l’abbiamo sempre denunciato e condannato, anzi siamo stati probabilmente tra i primi a condannare l’invasione”. Però nel comunicato si “condanna fermamente il massacro”, come fosse ancora anonimo, e ci si chiede di “appurare cosa è avvenuto”, e il perché, e i responsabili, che è un po’ il contrario di far credere di aver fin dall’inizio indicato in Putin e nel suo esercito i massacratori di civili di Bucha. E infatti, anche nella “precisazione”, Pagliarulo dice che “sappiamo benissimo chi è l’aggressore” nel senso dell’inizio della guerra, ma non può dire “sappiamo benissimo e l’abbiamo detto, chi erano i responsabili della carneficina di civili a Bucha”.

 

Naturalmente una commissione d’inchiesta del Tribunale internazionale dell’Aja non solo è necessaria, ma è già iniziata, perché si tratterà di individuare le responsabilità individuali dei vari ufficiali e soldati, ma non quelle di Putin e del suo tenente colonnello, più che acclarate. E quest’ultimo, comandante dell’unità dei massacratori, mai potrà opporre la giustificazione sempre avanzata dai criminali nazisti: obbedivo agli ordini. I tribunali internazionali sui crimini di guerra di tali “giustificazioni”, almeno per i comandanti e gli alti ufficiali, hanno fatto da tempo giustizia.

 

Il carattere disgustosamente ponziopilatesco della posizione dell’ANPI è del resto confermata dalla frase finale del comunicato, che il presidente Pagliarulo non ha nemmeno provato a correggere: “Questa terribile vicenda conferma l’urgenza di porre fine all’orrore della guerra e al furore bellicistico che cresce ogni giorno di più”. La mattanza di civili ucraini da parte delle truppe di Putin diventa una sfocata, indeterminata e anonima “terribile vicenda”. “L’orrore” diventa quello di una ancor più nebbiosa e indecifrabile “guerra”, non di una “invasione imperialistica mostruosa” (rubo la frase a un pacifista doc come Tomaso Montanari – cfr il dibattito di MicroMega), e il vero nemico è “il furore bellicistico che cresce ogni giorno di più”, di modo che la mostruosa invasione imperialistica, e l’eroica resistenza di un popolo abissalmente inferiore per numero e per armi, diventano equivalenti incarnazioni di uno stesso “furore bellicistico”.

 

Robbaccia (con due b). Robbaccia inqualificabile di piccoli mediocri politici, forse politicanti, che con la Resistenza hanno poco a che fare, e con i valori della Resistenza nulla.

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