bacheca social

FAI UNA DONAZIONE





Sostieni questo progetto


A tutti i nostri lettori

A tutti i nostri lettori . Andremo dritti al punto: vogliamo chiederti di proteggere l’indipendenza dello Specchio Magazine. Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste un caffè, potremmo permetterci di far crescere l’Associazione lo Specchio e le sue attività sul territorio. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è il prezzo di una colazione o di una rivista nazionale. Questa è la maniera più democratica di finanziarci. Con il tuo aiuto, non negheremo mai l’accesso a nessuno. Grazie.
giugno 2021
L M M G V S D
« Mag   Lug »
 123456
78910111213
14151617181920
21222324252627
282930  

Libri. Cinque nuove recensioni per iniziare l’estate 2021

_antonio_manzini_07_c_kicca_tommasi

Antonio_manzini_07_c_kicca_tommasi

di Valerio Calzolaio

 

Vecchie conoscenze

Antonio Manzini

Noir

Sellerio Palermo

2021

Pag. 409euro 15

Valerio Calzolaio

Aosta. Febbraio 2014. Il vicequestore Schiavone tende ancora a essere abbandonato e a sentirsi solo. Nonostante sia un uomo abituato alla perdita, le armi che usa per reagire, per non sprofondare nel pozzo dei ricordi, risultano spuntate. Ci ricasca sempre, basta un profumo, una frase, uno sguardo o una somiglianza per ritrovarsi in un luogo fuori dal tempo, in uno spazio vago e sbiadito dove giacciono frammenti della sua vita: i tre arruffati amici di sempre, Furio Brizio Sebastiano (e Seba è da mesi scomparso dagli arresti domiciliari); l’amata moglie Marina uccisa quasi 7 anni prima da proiettili destinati a lui (e lei ha ricominciato a riapparire e dialogare); il dirigente del Viminale Gerardo Mastrodomenico che continua a tramare dopo aver boicottato importanti indagini su traffici romani e averlo fatto isolare in montagna su piste nere; i poliziotti che via via lo stanno “tradendo” pure ad Aosta, dall’affascinante Caterina che lo spiava al ludopatico Italo che è tornato a raggirare gonzi col poker, a D’Intino che gli ha sparato involontariamente (quasi peggio); il figlioccio Gabriele e la mamma Cecilia che gli avevano occupato l’appartamento e ora se ne vanno a Milano; il questore e il magistrato che lo stimano seppur inevitabilmente infastiditi dai suoi modi, dai suoi spinelli, dai suoi misteri; donne che incontra e non sa amare, Sandra ora e ancora. Fortunatamente arriva una rottura di coglioni del decimo livello: qualcuno ha colpito alla testa con un oggetto pesante e assassinato la 73enne storica dell’arte Sofia Martinet, premi onorificenze conferenze ovunque, cattedra all’università di Torino, studiosa di Leonardo, single separata con figlio lontano. La sua ultima pubblicazione riguarda gli studi ottici di Leonardi e sta suscitando clamore e polemiche. La scena del crimine è facile, qualche traccia pare esserci, l’indagine però stenta. E riappare Sebastiano (alla rincorsa della vecchia pessima conoscenza, Enzo Baiocchi) a complicare il quadro.

Decimo godibilissimo romanzo letterario dell’eccelsa serieSchiavone per l’attore e regista di teatro Antonio Manzini (Roma, 1964), originale anche perché concepita come opera unica “alla ricerca del tempo perduto”. Dal 2013 finora ha narrato diciassette mesi valdostani del suo personaggio romano, sempre con uno straordinario meritato successo (anche in televisione, strumento diverso e separato). Qui mette qualche punto, è la sempiterna amicizia messa a dura prova: il processo di desertificazione interiore nasce dal continuo circuito di illusioni e delusioni. Tutto avviene in terza persona varia al passato; lo stile appare sempre più curato e coerente, i fili delle due storie si danno il cambio. In tutta la prima parte prevale la ricerca del movente e dell’assassino, il vicequestore agirà con acume, fra veleni segreti invidie altezzosità degli ambienti accademici; nella seconda emerge l’intreccio con il travagliato passato nella capitale, finalmente Rocco incastrerà tasselli mancanti, non è certo che gli faccia piacere. Un ruolo cruciale lo svolge il figlio della vicina della vittima, il buon Dario, ritardato, cieco, con una lingua tutta sua. Accanto al dipanarsi noir vi sono le vicende d’amore dei vari personaggi, questa volta soprattutto quella fra l’agente semplice e pittore dilettante Michele Deruta e il gentile premuroso panettiere Federico, la delicata decisione di vivere insieme e, conseguentemente, di fare outing con colleghi e concittadini. Fra le associazioni delle nuove persone incontrate ad animali questa volta ci sono: pipistrello, faina, biscia albina, lemure catta, struzzo, oritteropo. Anche su Leonardo si scopre qualcosa in più. Segnalo quando il suicidio può funzionare, a pag. 191-192. Ela tecnica del d’altrondismo a pag. 330-331. Rum e vini vari, con la mozzarella tannici, con i cannoni di marijuana Franciacorta. Per scoprire il colpevole Rocco cita un album dell’immenso gruppo jazz rock italiano, gli Area: Glidèi se ne vanno, gli arrabbiati restano!Come gli ignoranti. E, salutandosi, con Gabriele cantano insieme David Bowie, Space Oddity!

 

v.c.

 

 

 

 

 

 

 

 

Recensione Rapporto sulla popolazione

 

Rapporto sulla popolazione. L’Italia e le sfide della demografia

AAVV

A cura di Francesco C. Billari e Cecilia Tomassini

Demografia

Il Mulino Bologna

2021

Pag. 262euro 18

Valerio Calzolaio

Italiani. 2000-2020. La demografia italiana degli ultimi decenni è estrema, eccezionale per tutte le varie dimensioni cruciali e strutturali nella dinamica della popolazione: l’allungata durata della vita, la composizione molto invecchiata, la fecondità bassa, l’estesa transizione dei giovani allo stato adulto, i forti legami familiari, la veloce crescita numerica degli stranieri, la forte diversità delle tendenze a livello locale. Come è noto, le variazioni della popolazione residente, nel suo ammontare complessivo, tra un capodanno e quello successivo, dipendono dal valore di quattro tipi di “flussi” entro l’anno: nati, morti, immigrati (“iscritti all’estero”), emigrati (“cancellati per l’estero”). I dati vanno poi correlati, in particolare attraverso due saldi: il “saldo naturale” è la differenza tra nascite e morti: il “saldo migratorio” è la differenza tra immigrati e emigrati. Le pochissime nascite sono la componente più “eccezionale” dell’ultimo ventennio a livello comparato, accompagnata da tre tendenze: l’età elevata delle madri, il Nord più fecondo del Sud, la quota ampia di bimbi con entrambi i genitori stranieri. Il numero delle morti cresce ovviamente perché aumenta sempre più il peso relativo della popolazione anziana. Nei vent’anni analizzati, comunque, il saldo naturale è rimasto costantemente negativo (fatto salvo il 2004 e il 2006) e ha raggiunto i livelli più elevati in valore assoluto nel 2019 (meno 214.000) e nel 2020 (meno 342.000). Fate voi. La crescita della popolazione fino al picco storico del 2015 (60.800.000 italiani) è stata sostenuta solo dall’incremento dell’immigrazione, per quanto istituzionalmente resa sempre più difficile negli ultimi anni, con una piccolissima quota in condizioni di irregolarità (meno del dieci per cento della popolazione straniera residente). All’1.1.2021 siamo 59.257.566.

Il Consiglio Scientifico dell’Associazione Italiana per gli Studi della Popolazione ha promosso un ottimo articolato rapporto per documentare le tendenze demografiche del nostro paese nei primi vent’anni del terzo millennio. Il volume è stato curato e introdotto da due ordinari della disciplina, Francesco C. Billari (alla Bocconi di Milano) e Cecilia Tomassini (all’Università del Molise). Gli otto capitoli sono opera di loro colleghi di varie altre università e dell’ISTAT, ricchi di dati grafici figure tabelle. Ecco i titoli dei quattro capitoli della prima parte sulle varie componenti sopra richiamate: la fecondità; le famiglie; migrazioni internazionali e popolazioni immigrate; sopravvivenza, mortalità, disuguaglianze e pandemia. Seguono i quattro della seconda parte, specifica sulle disuguaglianze: tra i territori; nell’istruzione secondaria e terziaria; nella transizione allo stato adulto; nella salute, soprattutto degli anziani, tra prospettive di resilienza e fragilità. Infine, i riferimenti bibliografici (purtroppo molto “chiusi”, ovvero incapaci di spaziare sulle altri discipline scientifiche che analizzano gli stessi fenomeni). Molto chiaro è che la demografia si muove lentamente, diacronicamente rispetto alla politica. L’invecchiamento della popolazione è un processo forse inarrestabile, certamente prevedibile a lungo, e l’Italia è a livelli da record. L’unico processo veloce che talora vi si associa (demograficamente) è il movimento migratorio. Nel capitolo dedicatovi viene sottolineato l’attuale lacunoso sistema di norme e politiche per cui lo Stato italiano: combina elevati livelli di severità dichiarata con una gestione inefficiente dei flussi in ingresso, lascia varie zone grigie nella tutela dei diritti fondamentali di ampie fette della popolazione di origine straniera, mette in secondo piano l’esigenza di politiche e di riforme volte a favorire l’inclusione della popolazione straniera che da anni vive stabilmente nel nostro paese tra cui, in primo luogo, la riforma della normativa per l’acquisizione della cittadinanza. Ci servono più immigrati regolari e ci servono italiani più uguali. Appunto.

 

v.c.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Recensione Lupin

 

Arsène Lupin, ladro gentiluomo e altre storie

Maurice Leblanc

Traduzione di Giuseppe Pallavicini Caffarelli

Romanzi e racconti gialli

Einaudi Torino

2021 (orig. 1907, 1931, 1933)

Pag. 531 euro 13,50

Valerio Calzolaio

 

Francia e non solo. 1890-1937. Maurice Marie Émile Leblanc (Rouen, 1864 – Perpignan, 1941), dopo studi comparati di legge, si trasferì a Parigi e divenne scrittore di “gialli”, nella forma prevalentemente di racconti, dal 1905 sempre più dedicati solo al celeberrimo personaggio di Arsène Lupin (nato nel 1874, secondo l’autore). Le sue avventure continuano a essere utilmente ripubblicate in Italia, in questo “Lupin” con una discutibile introduzione di Monica Dall’Asta. Lo spunto ricorrente di labirintici intrighi e minacce è l’antico furto di una fatidica preziosa collana di diamanti della regina Maria Antonietta nel 1785, il primo scandalo di tipo moderno; l’agile ben allenato dandy Arsène vi è genealogicamente collegato tramite la madre. Sempre ci sono due registri: il gusto del furto da una parte, lo smascheramento di bugie e inganni dall’altra. Entrambi si esaltano se, accanto al nobile escluso Lupin, troviamo pure Herlock Scholmes (plagio e omaggio al famoso eroe d’Oltremanica).

 

 

v.c.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Recensione L’occhio dell’assassino

 

L’occhio dell’assassino. Un viaggio nella mente criminale nei racconti di 20 maestri

Autori Vari (a cura di Luca Crovi)

Traduttori vari

Racconti gialli noir

Rizzoli Milano

2021

Pag. 414 euro 15

Valerio Calzolaio

 

Scene del crimine. 1819-2021. Ogni ecosistema umano, ogni epoca e ogni comunità hanno avuto assassini e loro cantori, chi narra l’immaginario di un criminale violento: ciò che sente e che vede un omicida in azione. L’occhio dell’assassino non sempre è trasparente e non sempre mostra l’eco del gesto compiuto o segnala in anticipo quello che compirà.  Dipende. Ottima la scelta dell’esperto giornalista e scrittore Luca Crovi di offrire una selezione meditata di testi, alcuni inediti in italiano appositamente tradotti: s’inizia con una riflessione di Freud (1916); poi racconti dell’Ottocento cronologicamente (1819) Hoffmann, Flaubert, Poe, Dickens, Boito, De Maupassant, Conan Doyle, Stevenson, Čechov, Verga, Svevo, De Marchi; del Novecento Carolina Invernizio, Leblanc, Chesterton, Pirandello, Sciascia, De Giovanni, Camilleri, Carlotto; chiude un racconto di Hitchcock (1919). “L’occhio dell’assassino” è una bella raccolta sulle zone oscure della nostra mente raccontate da grandi scrittori.

 

v.c.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Recensione Odio l’estate

 

Odio l’estate. Afa e delitti a Milano

Autori Vari (Besola, Ferrari, Fallone, Maimone, Pappalardo, Paola Varalli)

Noir

Todaro Milano

2021

Pag. 259 euro 16

Valerio Calzolaio

 

Milano. D’estate (in vista della prossima). “Cerco l’estate tutto l’anno. E all’improvviso eccola qua…”: in esergo Paolo Conte (con Vito Pallavicini), Azzurro. Poi, quattro racconti lunghi: Giorgio Maimone, Il cadavere fantasma, Niente ombrelloni per Marlon (personaggio seriale), siamo nel 1961, in prima; Davide Pappalardo (1976), Sogno di una notte di “piena” estate, siamo nel 1974, in prima; Paola Varalli, Che afa fa, Il mistero della procace Adelaide, siamo nel 1985, in terza, il più lungo; il consueto trio Riccardo Besola (1974) – Andrea Ferrari (1977) – Francesco Gallone (1978), Un’estate al freddo, siamo nel 2000, in terza, il più breve. Quattro curiose avventure milanesi noir, afose e sudaticce, belle e interessanti; all’inizio di ciascuno la colonna sonora, una decina di congrue canzoni, prevalentemente italiane; ottima introduzione letteraria e musicale alla prossima stagione 2021, nella mitica collana ideata da Tecla Dozio e Veronica Todaro.

 

v.c.

 

 

 

 

 

Invia un commento

Puoi utilizzare questi tag HTML

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>