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“Cose di casa nostra” (11) Dialetto del Porto: voci strane, perdute, ignote ai più

testa di uomo con mento sporgente - alamy stock photo

testa di uomo con mento sporgente – alamy stock photo

“Cose di casa nostra” (11)

                                                               di Lino Palanca

Dialetto e usanze, storie e storielle che accompagnano il nostro crescere civile. Il tutto pescato qua e là, senza pretese.

Dialetto del Porto: voci strane, perdute, ignote ai più [1].

C

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calùma – sostantivo femminile, gergo marinaro, corda per gettare in mare attrezzi di pesca o reti ad essa legati; da’ calùma, dare corda, allentarla; il verbo collegato, calumà’ indica dunque l’azione del gettare la corda; vale anche in senso traslato dar corda a qualcuno, invogliarlo a fare qualche cosa; secondo il Devoto-Oli il vocabolo viene dal latino volgare calùma, incrocio del greco khálasma, atto di allentare, e kálymna, velo, rete; vedi anche il veneto calumàr, vocabolo con più significati tra i quali calare una gomena, far scorrere.

cascèru – aggettivo, buono, valido; dall’ebraico kasher, idoneo, filtrato dal romanesco cacèrro; altri lo segnalano come importazione, dovuta all’emigrazione di ritorno, dall’hispano-americano canchero, esperto, che sa tutto del suo mestiere.

celàndru – sostantivo maschile, calar del sole, imbrunire del giorno; etimo da individuare con certezza; un’ipotesi è il riferimento al celàndro come panno fatto col mangano, macchina tessile, e utilizzato per ottenerne tende e cortine che celano, nascondono, imbruniscono, con rapporto al latino celàre (Nel XVII secolo, Scipione Bargagli, nel suo libro “Delle imprese scelte da Simon Biralli” Venezia, Stamperia Giovanni Alberti, 1610, vol 2, p. 25, scrive mangano o celandro assimilando dunque i due temini)

chinòzze – sostantivo femminile, equinozio: furtùna de le chinòzze, fortunale di inizio primavera o autunno (è tristemente noto quello del 29 marzo 1935 nel quale persero la vita cinque pescatori portorecanatesi colti di sorpresa in mare dalla tempesta); latino aequinòctium.

ciàffa – sostantivo femminile, mento pronunciato rivolto verso l’alto; costruito forse su ciaffo inteso come elemento grossolano, fatto male (vedi Maria Canavari, Il Vocabolario di Cerreto, comune di Cerreto d’Esi, 2004, p. 51) o, più probabilmente, sulla voce ceffo di cui sarebbe una forma secondaria per indicare anche deformità del viso (vedi Dizionario Etimologico di Ottorino Pianigiani (Roma, 1907).

ciòppi e ciòppu – sostantivi maschili; il primo è una zuppa di pesce, forse dallo spagnolo chupe, nome di vari piatti di umido; il secondo indica persona zoppa con probabile incrocio tra cionco e zoppo.

crescióna – sostantivo femminile, crescione, tipo di erba commestibile, depurativa e diuretica che cresce nell’acqua; francone cresso>francese cresson (Arthur Rimbaud: … un soldat jeune, bouche ouverte, tête nue, / et la nuque baignant dans le frais cresson bleu …, “Le dormeur du val” (versi tra i più famosi del poeta francese) – … a bocca spalancata, a testa nuda, un giovane / soldato, la nuca nel crescione azzurrino …).

cuccétti – sostantivo maschile, vasetti di terracotta, in miniatura, per giocare con le bambole, da coccio con diminutivo.

Un trattamento speciale per cujó’ : la parola e i suoi derivati sono di uso frequentissimo. Sostantivo maschile, vale per minchione, sciocco: i cujó se l’ha purtàti ‘ìa i spagnòli, gli stupidi non ci sono più, se ne sono andati con gli spagnoli (secoli fa); ‘gni cujó a la mòrte ‘r(v)ìa, la morte viene per tutti; anche esclamazione  di meraviglia o disappunto, càspeta!, cujó che tìzzu!, caspita che tipaccio!; ell’            óra del cujó pàssa per tutti, succede a tutti di fare una fesseria; curdó, cujómbri, eufemismi; scujunàtu, aggettivo, persona allegra, pronta allo scherzo e alla battuta; cujóni, sostantivo maschile, testicoli, di uso in parecchie espressioni del linguaggio popolare poco attento all’eleganza di linguaggio (me’ ccujóni!, ci mancherebbe altro!; m’hai fàttu dô’ cujóni!, mi hai davvero scocciato; se è cuscì me tàju i cujóni, non credo proprio, ma se è così …; un par de cujóni!, moto d’irritazione); cujunà’, verbo, sfottere, prendere in giro; rencujunìsse, verbo, perdere reattività, invecchiare precocemente; cujunàta, sostantivo femminile, stupidaggine, cosa di poco conto; cujunatùra, sostantivo femminile, presa in giro; cujunarìa, sostantivo femminile, sciocchezza.

 

 

[1] Tratte da Lino Palanca, Léngua Màtre – Vocabolario del dialetto portorecanatese, Recanati, Bieffe Grafiche 2010.

LENGUA MATRE

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