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PESSOA. Un incastro perfetto tra poesia, fotografia, musica e cinema, di Gabriele Croppi

 

di Mariateresa Cerretelli – ArtLife

 

È l’anteprima di un progetto importante e articolato che comprende un libro fotografico, un film e una serie di quattro interviste-conversazioni con i più grandi esperti viventi dell’opera del poeta. Croppi, fotografo piemontese, è seguito con attenzione da un collezionismo colto, incantato dalla sua visione e dalle sue ricerche e in modo particolare dalla Metafisica del paesaggio urbano, una serie di bianchi e neri dai profondi contrasti. E ha una spiccata predilezione per il poeta lusitano dai tempi dell’Università. Si è laureato infatti con la tesi Fernando Pessoa, eroe tragico dei due mondi e, da più di 20 anni si dedica incessantemente allo studio dell’opera del grande scrittore e poeta considerato tra i maggiori del XX secolo.

 

“È una passione iniziata durante i miei studi e poi ovviamente per me è stato naturale unire l’arte alla poesia e alla letteratura perché è stata sempre più o meno la mia filosofia. La mia poetica di fotografo è sempre accentrata sulla contaminazione tra fotografia e altre arti. Questa forse è una delle cose che ho ereditato da Mario Giacomelli, anche lui con i suoi paesaggi vicino alla pittura di Alberto Burri” spiega l’autore.

 

Poi approfondisce: “Nel tempo il progetto si è evoluto e il suo sviluppo è stato organico e progressivo. Il progetto fotografico è un lavoro fatto ancora a pellicola che ancora oggi ho ripreso per mantenere un registro coerente. E poi, dopo l’esperienza universitaria, lo studio letterario è continuato anche con una contingenza storica che è quella della crescita costante ed enorme della diffusione dell’opera di Pessoa nel mondo. Vent’anni fa di Pessoa in Italia si trovavano pubblicati cinque o sei libri.

 

Sono aumentati a 30 poi, 40 e poi 50, quindi una tendenza mondiale che si sta diffondendo sempre di più e ho pensato di poter mettere anche a disposizione la mia esperienza nello studio e nella frequentazione di questo poeta anche cercando di divulgare non solo fotograficamente la sua opera”.

 

Ecco allora l’idea di realizzare un film e di incontrare i più grandi esperti dell’opera di Pessoa. Con questi studiosi, ha avviato l’anno scorso delle conversazioni di circa un’ora e mezza che poi saranno trascritte per tradursi in conversazioni-interviste spendibili in riviste e pubblicazioni. Il cortometraggio quindi è l’anticamera di un lavoro sviluppato su piani diversi.

“È stata un po’ l’occasione per coronare un sogno. Trasferire in immagini in movimento uno stile che un po’ caratterizza la mia fotografia. Dal punto di vista estetico c’è stato questo tentativo che per me è riuscito molto bene. Certo le motivazioni non sono solo estetiche ma anche contenutistiche. Queste riprese riprendono delle atmosfere metafisiche un po’ stranianti che hanno molto a che fare con la produzione letteraria di Pessoa, penso immediatamente alle pagine del Libro dell’inquietudine, un libro in cui c’è sempre questa visione un po’ interiorizzata del poeta che vaga per Lisbona. E, il punto di osservazione sulla città, è il punto di osservazione di un poeta che filtra ciò che vede attraverso il proprio stato d’animo pur mantenendo un linguaggio molto realistico”.

 

E chi sono i fautori di questo inno poetico di grande impatto emotivo? “È stato fatto un grosso lavoro per cercare l’attore che potesse interpretare questo ruolo e la persona che interpreta Pessoa è l’attore Luis Valente. Ho avuto la fortuna di avere già una prima colonna sonora di altissimo livello perché questa Stabat Mater di Andreas Scholl con musica scritta dal maestro Marco Rosano è una delle cose per me imprescindibili all’interno di questo progetto. Ho coinvolto anche professionisti italiani come Giacomo Cella che ha curato l’editing sonoro di questo primo filmato”.

 

Gabriele Croppi crede nelle sinergie e sottolinea le personalità che l’hanno guidato e lo seguono anche per le prossime fasi del suo intento. “Molte riprese del film e soprattutto delle interviste sono state realizzate all’interno dell’atelier della casa del mio architetto preferito vivente, Manuel Aires Mateus (è stato anche insignito di un premio legato alla figura di Pessoa).

 

E, la possibilità di confrontarmi con i grandi studiosi, mi ha aiutato tantissimo per chiarirmi le idee su alcune questioni legate proprio al poeta portoghese. Questi studi comprendono personalità come Jerónimo Pizarro, titolare della cattedra di studi portoghesi dell’Istituto Camões in Colombia e uno dei massimi esperti dell’opera del poeta, Richard Zenith e le due massime istituzioni in Portogallo Fernando Cabral Martins e Teresa Vita Lopez”. Ma ora tutto si è fermato.

 

“È una situazione difficile ma anche interessante perché, se questi esperti mi aiutano, vuol dire che hanno intuito la serietà del lavoro. Vorrei uscire con il libro fotografico che è praticamente finito. Poi l’idea è di portare avanti il film che vorrei restasse sul registro un po’ lirico e poetico del cortometraggio.

 

L’intenzione è creare una Lisbona che appaia come filtrata da uno sguardo pensante dal Poeta come accade nella seconda parte de il Libro dell’Inquietudine in cui il poeta cita spesso Lisbona con dei dettagli molto reali ma sempre all’interno di un ragionamento molto interiore ed emozionale. L’intenzione è di non fare una cartolina di Lisbona. Questo non accade mai in Pessoa.

 

L’intenzione è prendere spunto da episodi della vita di Lisbona per affrontare tematiche a lui care che riguardano la condizione umana all’interno di questo mondo in cui ci è dato di vivere. La poetica di Pessoa è una poetica molto universale, molto svincolata da episodi storici.

 

Sospensione è una parola che calza perfettamente con la sua visione e mi auguro anche un po’ con la mia fotografia. Universalità! Mi piace molto questo concetto. Che l’arte possa essere universale e possa avere dei contenuti spendibili e fruibili un po’ in tutte le epoche”.

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