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Recanati. Venerdì 28 agosto l’Orto sul Colle dell’Infinito di Recanati ospita il recital per attrice e pianoforte con Sonia Bergamasco e Marco Scolastra, da una proposta di Nino Criscenti.

sonia

 

Nell’estate del 1770 il quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart e suo padre Leopold transitarono per Recanati, nel viaggio che da Civita Castellana doveva portarli a Bologna.

 

In occasione dei 250 anni di quel passaggio, venerdì 28 agosto alle ore 20.15 il FAI propone, all’Orto sul Colle dell’Infinito, la prima esecuzione assoluta di “Paolina Leopardi racconta Mozart,” un recital, acuto e sorprendente, tratto dalla biografia del grande musicista scritta dall’amata sorella di Giacomo nel 1837. Lo spettacolo – tra i più interessanti appuntamenti nel calendario delle Sere FAI d’Estate 2020 – nasce da una proposta di Nino Criscenti, con la drammaturgia e la voce recitante di Sonia Bergamasco e il pianoforte di Marco Scolastra, che eseguirà musica del celeberrimo compositore austriaco (nello specifico, Allegro moderato dalla Sonata KV 330; Otto variazioni su un lied olandese KV Anh. 208; Adagio dalla Sonata KV 280; Fantasia in do minore KV 475; Rondo in re maggiore KV 485; Fantasia in re minore KV 397).

 

 

IL “MOZART” DI PAOLINA LEOPARDI

 

Il Mozart di Paolina Leopardi venne pubblicato a Bologna per i tipi di Nobili e Comp., in una bella veste grafica e anonimo. In casa Leopardi, tuttavia, si è sempre saputo chi fosse l’autrice di quella biografia, una delle prime in italiano, ed è Paolina stessa a dichiararlo in una lettera del 1838 a un’amica bolognese. Nell’epistola non si trova solo il riferimento alla sua “gran rabbia” verso la censura ecclesiastica, che rilasciò l’imprimatur al libretto solo dopo averlo emendato dei “più piccanti pezzi”. Alla sua corrispondente Paolina scrisse anche di aver letto la vita di Mozart in francese e di averla “ridotta” in italiano, portando studiosi e critici a ipotizzare che avesse tradotto La Vie de Mozart di Stendhal. Non fu così e fu tedesca, non francese, la sua fonte principale: la biografia mozartiana di Georg Nikolaus Nissen, secondo marito di Constanze, la vedova di Mozart, pubblicata a Lipsia nel 1828. Lì Paolina trovò le lettere di Leopold e di Wolfgang, di cui riportò ampi brani.

 

PADRE E FIGLIO

 

Paolina parla spesso di Leopold nelle trentacinque pagine del suo libretto: lo presenta come “buon padre, onesto maestro di musica, ma uomo avido e di limitati pensieri”. “Giovinotto di forti pensieri” è invece Wolfgang, poche righe prima. L’autrice è dura con Leopold: nel padre di Mozart vedeva suo padre, in Wolfgang suo fratello Giacomo, il quale, all’uscita dell’opera, era scomparso da tre mesi. “La sorella ripercorre la vicenda terrena di Wolfgang e vi trova analogie con quella di Giacomo – ha scritto Giovanni Vigliar presentando nel 1997 l’edizione del Mozart di Paolina sulla rivista “Studi leopardiani” – la breve vita, l’odio tenace verso la soffocante città natale, un rapporto problematico con il padre, la mancanza di mezzi che rende difficile la vita al genio”.

 

Un’affinità di destini che – attraverso le parole di Paolina Leopardi e grazie all’interpretazione di Sonia Bergamasco e di Marco Scolastra – gli ospiti della serata all’Orto sul Colle dell’Infinito potranno cogliere e comprendere.

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