di STEFANO BARDI
Fin dalla nascita alla sua dipartita il presbitero, educatore, docente e scrittore Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti o più semplicemente Don Lorenzo Milani nato a Firenze nel 1923 e morto a Firenze nel 1967 fu un personaggio scomodo, poiché mai calmò la rabbiosa voce contro la mala educazione scolastica di quei tempi che garantiva l’istruzione solo ai ceti economicamente più abbienti e le prepotenze ecclesiastiche da lui denunziate pubblicamente sulla stampa. Parole affettuosamente tuonanti giunte sino a noi attraverso varie opere come la notissima epistola pedagogica Lettera a una professoressa pubblicata un mese prima della sua dipartita nel 1967, per poi essere ristampata continuamente fino ai giorni nostri e sulla quale però non mi concentrerò, poiché la mi concentrerò su due antologie epistolari postume, una dai toni scolastico-ecclesiastici e una dai toni intimo-materni.
Opera postuma Lettere di Don Lorenzo Milani priore di Barbiana curata da Michele Gesualdi e pubblicata nel 1970, dove Don Lorenzo Milani lascia ai posteri il suo pensiero sulla scuola e sul mondo ecclesiastico insieme ad altri temi dai toni sprezzanti, aggressivi e denunziatori. Un primo tema riguarda la Scuola Popolare vista come un universo basato sull’onestà, sull’ossequietà, sulla compassione e sulla diffidenza verso le ideologie politiche perché capaci di creare lavoro e mutarlo in un’arma sociale, etica ed economica in grado di percorrere una strada sempre controcorrente dall’inizio alla fine. Parole quelle milaniane colme di purezze, candidezze e verginità capaci “infettare” il cuore degli analfabeti con paci, mitezze, saviezze, materialità e spiritualità divine, ma in particolar modo di dipingere la donna come un universo da rispettare e con il quale unirsi sessualmente dopo il matrimonio, poiché la sessualità prematrimoniale è concepita come una depravata mercificazione carnale. Scuola popolare dov’è importante saper leggere, ovvero essere in grado di fare tesi, antitesi e conclusione per scoprire la verità sociale, spirituale e psichica da divulgare nel terreno mondo attraverso la fotografia, ovvero lo specchio dell’anima riflettente chi siamo e cosa pensiamo. Un secondo e ultimo tema riguarda la disobbedienza civile come strumento di crescita e affermazione della pace da realizzare con il sorriso, la lettura e lo studio in quanto battezzati nel nome di Dio come creature degne della Vita Eterna dopo la terrena morte. Disobbedienza quella milaniana i, particolar modo contro le alte cariche vescovili, cardinalizie e sacerdotali della Chiesa, poiché concepite come persone da poter criticare, offendere e insultare liberamente essendo animate da vanaglorie, stupidità e perché concepite, come fanciulli e fanciulle da prendere per mano ed educare alla spirituale luminosità, alla sapienziale intellettualità e all’esistenziale semplicità. Vescovi, cardinali e sacerdoti in poche parole concepiti come demoni dalla bocca colma di insanguinate ostie colme di avidità, cupidigie, lussurie e depravazioni, ma in particolar modo come pastori incapaci di concepire gli errori come cadute, purificazioni, rinascite e resurrezioni dai terreni peccati. Disobbedienza infine vista come un manuale per l’istruzione dei ragazzi, poiché concepiti come figli universali in grado di diffondere puri, casti e verginei amori, ma in particolar modo come divine creature al di sopra del potere papale. Opera epistolare infine con il testamento spirituale di Don Lorenzo Milani in cui si concepisce come un padre che non ha fatto abbastanza per i suoi figli, poiché incapace nell’infondere il divino amore nel loro cuore.
Opera postuma Alla mamma. Lettere 1943-1967 curata dallo storico Giuseppe Bertelli e pubblicata nel 1990, che riproduce integralmente in tre sezioni le 432 epistole inviate da Don Lorenzo Milani alla madre Alice Weiss. Sezione la prima corrispondente al periodo da seminarista dal 1943 al 1947 dove il silenzio seminarile, è concepito come una contemplazione in grado di farci comprendere al meglio i veri affetti, come per esempio il materno affetto sempre presente nella terrena esistenza e nell’eterno riposo. Silenzio da ampliare con l’aiuto verso i bisognosi negli umili e semplici gesti quotidiani, poiché anch’essi Fratelli battezzati nel nome di Dio e animati dal caritatevole, altruista e compassionevole amore materno. Fratelli infine accompagnati nel loro terreno cammino dalla voce di Dio, ovvero dalla balsamica voce del Padre che ci lascia liberi di vivere come meglio crediamo senza giudizi in quanto creature eticamente, socialmente e spiritualmente libere.
Sezione la seconda corrispondente al servizio come cappellano nella pieve di San Donato a Calenzano dal 1947 al 1954 dove la Morte, è vista come la resurrezione spirituale partoriente buoni frutti nelle esistenze carnalmente malate, poiché prive del materno amore. Malattie le loro dalle sembianze fisiche, sociali ed economico-lavorative che devono essere curate attraverso la Messa, ovvero un universo animato da parole spiritualmente convertitrici capaci di infondere coraggio e speranza negli animi malinconicamente, poveramente e dolorosamente vivi. Messa infine che deve trovare un’applicazione pratica attraverso il sostegno sociale, economico, lavorativo e spirituale nei riguardi degli indigenti Fratelli. Sezione la terza e ultima corrispondente al priorato nella pieve di Sant’Andrea di Barbiana dal 1954 al 1967 dove la mala istruzione scolastica, è concepita come una insana ferita da curare con la fusione fra la teoria libraria e la scrittura. Elemento in particolar modo quello della scrittura di vitale importanza per la crescita dei ragazzi, poiché simboleggiante la compassionevole, balsamica e fraterna voce materna, ma in particolar modo concepita come un cammino reminiscenziale in grado di recuperare il passato e di trasformarlo in una materna confessione peccatoria, ovvero una purificazione spirituale degli ultimi aneliti esistenziali. Strada questa da compiersi nella Scuola, ovvero all’interno di un universo concepito come l’ineccepibile casa di Dio in cui si odono voci colme di dolcezze, amori, tenerezze e severità nei riguardi dei bambini dagli spiriti infinitamente candidi, dalle parole dolcemente pure e dagli oceanici sguardi materni.
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