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Porto Recanati. Ilaria Soricetti, l’amministratrice dell’Hotel House il condominio più grande d’Italia.

di Elvira Serra

by corriere.it

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Porto Recanati, ha 480 appartamenti su 16 piani: ci vivono persone di 2300 persone di 32 etnie diverse. «Per accettare l’incarico ci vuole incoscienza. Incontrerò prima i portieri»

Il condominio più grande che ha amministrato finora aveva 130 appartamenti a Tolentino, la sua città natale. «Quella fu un’esperienza dura, mi avevano nominata quando stavano deliberando il distacco dal riscaldamento centralizzato ed erano tutti arrabbiati. Il mio ruolo rischiava di inquinare i rapporti umani con le persone che già conoscevo». Ma non è niente al confronto di quel che l’aspetta: assemblee con centinaia di partecipanti. Perché Ilaria Soricetti, 51 anni, avvocato da venti, esperta nel civile, è appena stata nominata dal Tribunale di Macerata amministratrice giudiziaria dell’Hotel House, 480 appartamenti e 2.300 residenti di 32 etnie diverse a due chilometri dal centro di Porto Recanati e a un chilometro dall’Adriatico. In pratica, sarà come una sindaca, visto che il titolare in carica, Roberto Mozzicafreddo, eletto nel 2016 con una lista civica di centrodestra, amministra 12.500 abitanti.

Gli ascensori che non funzionano

«Quando mi hanno avvisata informalmente ho riso: è lo spirito con cui affronto le sfide, con un confine molto labile tra coraggio e incoscienza. Ma, a parte gli scherzi, sono stata molto contenta. L’idea di incontrare culture tanto diverse mi sembra una ricchezza», racconta per telefono accanto al marito Sergio Pizzichini, programmatore. La struttura, inaugurata alla fine degli anni Sessanta, era stata progettata seguendo la suggestione dell’Unité d’Habitation dell’architetto svizzero Le Corbusier per i soggiorni estivi del ceto medio umbro e marchigiano. Sedici piani su una pianta a croce, degli otto ascensori oggi non ne funziona nemmeno uno. «L’amministratrice dovrà risolvere anzitutto le emergenze, come quella degli ascensori: non è più accettabile che gli inquilini facciano sedici piani a piedi», spiega Mozzicafreddo, che incontrerà Ilaria Soricetti dopo l’epifania.

Approccio pragmatico

Lei, appassionata di saggi di antropologia e sociologia che adesso più che mai le torneranno utili, sembra animata dallo spirito giusto. Spiega: «Chiederò consiglio a chi è più esperto di me, lo faccio sempre. E poi, le prime persone che incontrerò saranno i portieri. Il mio approccio è pragmatico: una volta individuato il problema, troverò la soluzione con quello che avrò a disposizione. Il mio motto è: vediamo cosa c’è e cosa si può fare». Di sicuro non sarà facile convincere le imprese a fare dei lavori per clienti morosi. Nel 2015 l’Hotel House fu commissariato a causa di un buco da un milione di euro nel bilancio condominiale. «Beh, peggio di così non potremo fare», scherza Ilaria.

I soldi spesi meno volentieri

Nella sua ormai collaudata esperienza sa già che i soldi spesi meno volentieri dai condomini sono anzitutto quelli per l’amministratore, poi quelli per la manutenzione degli impianti. «Non si capacitano del perché si debba intervenire se non c’è una emergenza. A loro delle direttive europee non interessa nulla: non ha senso pagare 200 euro a un tecnico per controllare un cancello o un ascensore che funziona… Il culmine l’ho raggiunto quando in un condominio di 54 proprietari preferirono cambiare amministratore piuttosto che pagare per adeguare la normativa sulla privacy». Le lamentele più frequenti riguardano i cani che abbaiano, il rumore dei tacchi o dei mobili spostati. «Ma a ben vedere a me sembra che i motivi siano sempre personali: chi protesta lo fa quando si sente invisibile, non considerato», aggiunge. La cosa più preziosa che ha imparato in questi anni è una: disinnescare la rabbia degli altri. «Replico solo quando si sono calmati».

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