La politica di sviluppo sciistico promosso dalla Regione Marche nella provincia di Pesaro ed Urbino continua a fare danni.
Oltre agli scempi che ora tutti possono vedere sulle pendici del monte Acuto (massiccio del Catria), una nuova minaccia incombe sul vicino Monte Nerone, dove da anni è in attività, precaria ed altalenante, una modesta stazione sciistica, situata ad una altitudine tra i 1275 e i 1405 metri s.l.m.
Paventiamo, e ci spaventa, il rischio che gli Enti competenti a deliberare sul progetto, possano autorizzare la richiesta di un nuovo impianto di illuminazione per la pista n. 1 e per il relativo skylift, con l’installazione di 16 nuovi pali alti fino a nove metri, e i relativi cavidotti di collegamento.
Oltre a questo, i gestori dell’impianto hanno richiesto l’autorizzazione a costruire una briglia per captare l’acqua da un torrente sito nei pressi del rifugio Corsini, al fine di alimentare i cannoni per la neve artificiale, che saranno ulteriormente aumentati di numero.
Ciò che preoccupa maggiormente le associazioni ambientaliste, tuttavia, è l’impianto di illuminazione notturna, che per il momento si prevede resti acceso 40 ore all’anno, ma che poi, nulla vieta, possa essere utilizzato con maggiore frequenza. L’illuminazione artificiale della pista da sci e dell’impianto di risalita avrà un impatto altamente dannoso non soltanto sulla fauna ed avifauna stanziali, ma rappresenterà una fonte di rilevante inquinamento luminoso, essendo situato ad alta quota ed avendo come superficie riflettente il bianco della neve.
A nulla potrebbero essere valse le circostanziate istanze inoltrate dall’Associazione Ambientalista La Lupus in Fabula, da Cielo Buio e da Pro Natura, che chiedono all’Ente competente di non autorizzare l’impianto. Le motivazioni addotte dai privati per giustificare l’opera, sono le stesse che hanno supportato i disastri perpetrati sul Catria: potenziamento dell’offerta turistica e sicurezza nella fruizione delle piste.
La Regione, gli Enti locali continuano a ritenere che sia vantaggioso in termini economici puntare sullo sci da discesa su montagne con impianti sotto i 1400 mt. s.l.m., disinteressandosi dell’impatto ambientale ed ignorando i sempre più manifesti effetti dei cambiamenti climatici in atto.
Le associazioni ambientaliste si opporranno con ogni mezzo a questo ennesimo scempio, nonché al reiterato sperpero di denaro pubblico, compiuto avvalendosi della nefasta portata dell’ormai anacronistica legge regionale n. 22/2001 (Disciplina degli impianti di trasporto a fune in servizio pubblico, delle piste da sci e dei sistemi di innevamento programmato), che auspichiamo il Legislatore voglia quanto prima riformare.
La Alleanza della Associazioni Ambientaliste Marchigiane:
Forum Paesaggio Marche (Salviamo il Paesaggio), Gruppo di Intervento Giuridico, Italia Nostra, Legambiente, Lega Anticaccia, Lega Anti Vivisezione, Lega Italia Protezione Uccelli, Lupus in Fabula, Federazione Pro Natura, WWF Italia
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