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“Così finisce il sogno americano”

Fonte internet

Fonte internet

ASSOCIATED PRESS

“Avevano provato a chiedere asilo negli Usa, ma solo ottenere l’intervista era un calvario. Così il padre ha guardato il fiume e ha pensato: possiamo farcela. Ma in un attimo la piccola era stata portata via dalla corrente”

“Così finisce il sogno americano”. Il racconto della reporter che ha scattato la foto di padre e figlia…

Julia Le Duc è una giornalista del quotidiano messicano La Jornada. Lavora a Matamoros, città messicana direttamente sul Rio Grande, a due passi dalla frontiera con gli Stati Uniti. È stata lei a scattare la fotografia che sta scuotendo l’America: un padre e una figlia salvadoregni, morti annegati nel Rio Grande mentre cercavano di raggiungere la sponda americana del fiume.

 

Il Guardian ha raccolto la sua drammatica testimonianza, di cui riportiamo alcuni passaggi:

“Domenica scorsa c’è stata una chiamata d’emergenza a proposito di una donna disperata vicino al fiume. Abbiamo ascoltato il rapporto e siamo scesi al fiume, dove lei stava urlando disperata: diceva che la corrente aveva portato via sua figlia. Più tardi abbiamo scoperto che il suo nome era Vanessa Ávalos”.

Da un paio di mesi Vanessa era arrivata in Messico, a Tapachula, insieme al marito Alberto Martínez Ramírez e alla figlia Valeria, di appena due anni. La famigliola, fuggita dal Salvador, aveva fatto richiesta per un visto umanitario, ma voleva chiedere asilo negli Stati Uniti.

“Volevano il sogno americano, quindi hanno preso un autobus per il confine. Appena arrivati qui, quella mattina stessa, sono andati direttamente al ponte [internazionale] per chiedere informazioni sulla domanda di asilo, ma gli è stato risposto che l’ufficio immigrazione americano era chiuso perché era un fine settimana – e che comunque c’erano molte persone in attesa prima di loro.

Alcuni mesi fa a Matamoros c’erano circa 1.800 persone in attesa di essere intervistate per l’asilo. Ora sono diventate circa 300, ma essendoci solo tre slot di interviste la settimana la coda è comunque molto lunga.

La famiglia stava quindi tornando dal ponte quando Martínez [il padre] si è fermato e guardando il fiume ha detto: ‘ecco dove attraverseremo’. Ha attraversato prima con la bambina e l’ha lasciata sul lato americano. Poi si è voltato a prendere la moglie, ma nel frattempo la piccola era caduta in acqua. Si è subito tuffato per provare la salvarla, ma la corrente li ha travolti entrambi.

[…] I pompieri sono riusciti a ritrovare i corpi solo il mattino seguente. È in quel momento che ho scattato la foto, prima che la scena venisse sigillata.

Sono stata una reporter della polizia per molti anni e ho visto molti corpi – e molti annegamenti. Il Rio Grande è un fiume molto forte: sembra poco profondo, ma ci sono molte correnti e mulinelli. Pensi di essere ormai insensibile, ma quando vedi qualcosa del genere ecco che la sensibilità torna di nuovo. Puoi vedere il padre mentre infila la bambina dentro la sua maglietta, in modo che la corrente non la porti via. È morto provando a salvare la vita di sua figlia.

 

Cambierà qualcosa? Dovrebbe. Queste famiglie non hanno niente e stanno rischiando tutto per una vita migliore. Se scene come questa non ci fanno pensare di nuovo – se non smuovono i nostri decisori politici – allora la nostra società è sulla cattiva strada.

In Messico si è parlato molto della crisi del nostro confine meridionale [dove il presidente Andrés Manuel López Obrador ha inviato più di 6.000 membri della Guardia nazionale messicana per sigillare la frontiera con il Guatemala]. Ma c’è anche una crisi sul nostro confine settentrionale – il confine con gli Stati Uniti – e lo vedo tutti i giorni. Queste sono famiglie disperate – e le persone disperate fanno cose disperate”.

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