La natura può essere vulnerabile, sorprendente, feconda, ostile. La natura umana le è intimamente vicina, come ha ben capito Cécile A. Holdban, parigina, che nel suo “L’été” (edito da Al Manar, editore francese), sorprende il lettore con un panismo che fa del mondo naturale uno specchio riflesso dei moti umani.
Diciamo subito che il libro non è ancora disponibile in Italia, ma si spera che la Holdban, poetessa, traduttrice e pittrice franco-ungherese ormai alla quarta pubblicazione, possa essere maggiormente conosciuta anche da noi, visto che sa, come pochi autori, spiazzare il lettore, interrogarlo sulla vita, i suoi millimetrici segreti. Il libro è accompagnato dai disegni di Bobi+Bobi, apprezzata illustratrice che espone regolarmente in Francia, Belgio e Italia e che spesso accompagna, con i suoi disegni, celebri poeti e scrittori.
“L’été”, l’estate della Holdban, è sì la stagione della ricchezza, dell’abbondanza, della piena rinascita già avviata in primavera, ma è anche la stagione degli interrogativi, delle domande, dei misteri, di qualcosa che mai è svelato appieno. Questo dire-non dire, non privo di richiami a un certo simbolismo, suadente e al tempo stesso oscuro, ci fa lentamente scivolare “sous l’écorce de la nuit”, sotto la scorza della notte, perché là, dove tutto tace, solo la vera poesia può arrivare.
Qui di seguito, qualche testo tratto da “L’été” in lingua originale con traduzione di Thierry Gillyboeuf.
Le ciel s’est ramassé dans l’arbre
Le jour s’est tapi sous les pierres
La rivière s’est serrée dans son lit
Les oiseaux sauvages se sont tus
On a partagé les figues tombées la veille,
bu le vin en carafe, rangé le bois.
On a marché longtemps parmi les vignes,
sans bruit, jusqu’à naitre.
Il cielo si è raggomitolato nell’albero
Il giorno si è nascosto sotto le rocce
Il fiume si è stretto nel suo letto
Gli uccelli selvatici hanno taciuto.
Abbiamo condiviso i fichi caduti alla vigilia,
bevuto il vino in caraffa, riordinato il legno.
Abbiamo camminato a lungo tra le viti,
senza rumore, fino a nascere.
*
Sur le tronc du chataignier
quelques branches fines se dressent – frémissent
la clarté entame les feuilles puis rebondit.
Les insectes tracent le réseau
de cités et d’empires
invisibles à nos yeux
pour déchiffrer l’espace,
tu m’as donné un oeil fixé au ciel
de cristal et d’eau.
Sul tronco del castagno
qualche sottile ramo s’alza – trema
la chiarezza intacca le foglie poi rimbalza.
Gli insetti tracciano la rete
di città e di imperi
invisibili ai nostri occhi
per decifrare lo spazio,
mi hai dato un occhio fisso verso il cielo
di cristallo e acqua.
*
Les lampes sous les arbres ont des écailles de serpent
un cèdre baigne son ombre dans le feu
dans le feu il y a le souvenir
de l’océan
coques de fruits de mer éparpillées
fossiles et empreintes d’étoiles
autour du feu
nous devenons veilleurs et dieux
d’une nouvelle genèse.
Le lampade sotto gli alberi hanno scaglie di serpente
un cedro bagna la sua ombra nel fuoco
nel fuoco c’è il ricordo
dell’oceano
sparsi gusci di frutti di mare
fossili e impronte di stelle
intorno al fuoco
diventiamo custodi e dei
di una nuova genesi.
Piergiorgio Viti
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