
Vincenzo Macri
Nota di Italia Nostra
Le dichiarazioni rese ad “Il Resto del Carlino” dal Procuratore Generale di Ancona Macrì devono essere motivo di gravissimo allarme per tutti i cittadini e per quelle associazioni, come Italia Nostra, che si battono per la tutela dell’interesse pubblico rappresentato dai beni comuni, siano essi beni culturali o ambientali. La tutela dell’interesse pubblico si scontra infatti molto spesso con coloro che invece si organizzano per fare solo i propri interessi privati, a discapito di quelli pubblici.
Il quadro reso dall’alto magistrato dott. Macrì è di una Ancona “che ha un substrato sociale marcio…. c’è un intreccio di lobby, di poteri forti, consociativismi, tutele reciproche, grazie alle entrature nelle istituzioni, alle amicizie…. il collante è la massoneria”.
Per non parlare del “giro di cocaina spaventoso nella Ancona bene… vi sono tanti negozi che in Ancona aprono e chiudono in poco tempo e soprattutto non pagano i debiti… c’è un livello di evasione elevatissimo”.
Secondo il magistrato nelle Marche vi sono infiltrazioni della mafia, tentativi sia sulle grandi opere pubbliche ma anche nelle piccole, vi sono segnali di illeciti.
“Nelle Marche i processi importanti sono scarsi e male gestiti”.
Questo quadro è anche una accusa pesantissima alla classe politica “che impone risposte rassicuranti per far vedere che tutto andava bene, qui non ci si deve preoccupare, se non di fare affari”. Già qualche mese fa vi era stato un intervento parimenti allarmante anche a Pesaro da parte del procuratore di quel luogo.
Italia Nostra si impegna per parte sua e sollecita ogni cittadino a farsi carico della gravissima situazione che riguarda la nostra città. E’ necessario rompere la rete di consociativismi e di lobby che avvolge Ancona e gli affari di Ancona.
E’ indispensabile attivare un dibattito pubblico attorno a queste gravissime denunce, evitando la omertà e la colpevole sottovalutazione di quanto affermato da Macrì.
E’ assolutamente indispensabile che i cittadini reagiscano contro questa rete di interessi che è alla base della decadenza di Ancona che annulla ogni voce ed ogni proposta fuori dal coro degli “amici”…..
Questa denuncia spiega le difficoltà di chi cerca di far rispettare l’art. 9 della Costituzione Repubblicana nella nostra città e nella nostra regione.
Che reazione si può avere, in una città in cui le cerchie chiuse partono già dalle amicizie, che sono quasi sempre per interesse, e chi controlla la città ha sempre uno dei pochi cognomi che si ripetono in ogni posizione chiave?
Macrì non smentisce la sua fama, a questo punto meritata: ha centrato perfettamente il problema, dopo poco che è qui ha capito benissimo come gira. Ma il problema è -si sarà accorto anche di questo? magari quando dice che qui non si fanno processi importanti? – che le lobby, le consorterie e la massoneria raggiungono anche gli uffici giudiziari e il suo stesso ufficio.
Bravo Leo…