bacheca social

FAI UNA DONAZIONE





Sostieni questo progetto


A tutti i nostri lettori

A tutti i nostri lettori . Andremo dritti al punto: vogliamo chiederti di proteggere l’indipendenza dello Specchio Magazine. Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste un caffè, potremmo permetterci di far crescere l’Associazione lo Specchio e le sue attività sul territorio. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è il prezzo di una colazione o di una rivista nazionale. Questa è la maniera più democratica di finanziarci. Con il tuo aiuto, non negheremo mai l’accesso a nessuno. Grazie.
luglio 2016
L M M G V S D
« Giu   Ago »
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
25262728293031

Dialetto in pillole – 46. Parole loretane con la D – E

Un po’ di voci loretane e modi di dire collegati, presenti nel glossario “Parlà loretano” (1994), di Augusto Castellani. Li ripropongo così come li ha scritti lui, magistrale interprete del dialetto della “felix civitas lauretana”; di mio ci sono solo alcune osservazioni sull’etimologia e i riferimenti letterari. Questa è una selezione; Castellani, di vocaboli, ne ha registrati assai di più e pertanto invito il curioso a procurarsi il suo volumetto.

ABBREVIAZIONI

lat. = latino / it. = italiano / arc. = arcaico / med. = medievale / fr. = francese / cfr. = confrontare / onom. = onomatopeica / volg. = volgare / rom. = romanesco / incr. = incrocio / tosc. = toscano / prov. = provenzale / ant. = antico / euf = eufemismo / mil. = milanese / ven. veneto

 

dà - sito radficali.it

dà – sito radficali.it

dà’dà da dì, parlare con qualcuno, sollecitarlo a rispondere, coinvolgerlo in qualche discorso – te dàgo un buccató’, ti do un manrovescio sulla bocca – dàje e tòcca, je l’ho fàtta a convìngelo, a forza di insistere gliel’ho fatta capire; lat. dàre.

dede se da’ da ffa’!, quanto si dà da fare!; il de con significato di “quanto” è riduzione dell’ant. it. ched = che è, con quanto sottinteso; resiste ancora nel senese e altrove nel tosc.; cfr. Guittone d’Arezzo, XIII sec.; … quando vol la sua donna laudare, – le dice ched è bella come fiore … (Sonetti).

dente - sito dentisti-italia.it

dente – sito dentisti-italia.it

dènterutàva i dènti, digrignava i denti, pronto alla battaglia, alla lite; lat. dèns-dèntis.

dì’per dìgo de dìgo, me stai a sentì’?, uso del presente indicativo del verbo dì’ come per camuffare un’espressione irriverente verso la religione – èra un pèzzo che te lo dìvo, te lo dicevo da un bel po’ – nun (av)émo dìtto gnè’, non abbiamo detto niente, invito alla discrezione sul molto che si è detto, specie se in una conversazione tra donne; lat. dìcere, con caduta delle postoniche.

diàmpenaci hai el diàmpena addòsso, hai il diavolo addosso; euf. per diavolo; il portorecanatese diàntena (il passo è breve verso diàmpena) ha forse un debito di origine con il fr. diantre, deformazione di diable.

disprezzà - La volpe e l'uva - sito wikipedia

disprezzà – La volpe e l’uva – sito wikipedia

disprezzà’disprèzza chi nun ce po’ muntà’; chi non può avere una cosa fa finta di disprezzarla; lat. volg. dispretiàre; richiama alla mente una celebre Fable di Jean  de La Fontaine (XVII sec.) Le renard et les raisins (la volpe e l’uva).

séte in tre, buccàte a dô a dô, frase con chiaro intento scherzoso, ironico-  dàmmene dô che te ne dàgo tre, riferito a chi è disinteressato a tutto – dô dònne e un gàtto, mercàto fàtto, a fare mercato (confusione) bastano due donne e un gatto; è noto che il felino ha più propensione verso le donne che verso gli uomini; lat. dui>it. arc. dói.

dolé’me dòle ‘gnì cò’, ho dolori dappertutto; lat. dolère.

dònnatìra più un pélo de dònna che cènto pàri de bò’, il piacere che può dare una donna tira più di cento paia di buoi – fìjo de ‘na dònna bòna, figlio di una donnaccia, buona nel senso di disponibile (i francesi dicono: une fille pas sauvage, una ragazza non selvaggia, né forastica, anzi, molto socievole); lat. domina.

dumà’pàssa òggi, viènga dumà’, che passi pure oggi e venga domani, non c’è fretta, non c’è da scalmanarsi a fare le cose; vivi un giorno e vivilo bene; lat. de màne.

dùrodùro cùme un tambùro, duro come la pelle di un tamburo – dùro, cum’è dùro ‘Ntò’!, di chi cammina a busto eretto, un po’ “impalato” come si dice: forse camminava così una persona di nome Antonio (a meno che il nome proprio sia stato scelto a caso); lat. dùrus.

 

 

èccaècca che ‘rìva lu’, ecco che arriva lui, ci mancava lui!, arriva chi capisce (ironico), adesso farà tutto lui; lat. èccum.

èrba ffa’ dô brànce d’èrba, detto specialmente di chi amoreggia con la fidanzata o con qualche ragazza, ma anche di chi va a raccogliere erba commestibile in campagna – méttece ‘na quàlche manciata d’erbamàtta ntel fugaró’, i falò della Venuta si fanno anche con l’erbamatta, stellaria media, che cresce negli orti e ha poteri terapeutici sul tipo di quelli dell’erba medica; lat. hèrba.

èrniaje viè’ l’èrnia, ironico, indirizzato a chi non ha proprio voglia di lavorare; lat. hèrnia.

Invia un commento

Puoi utilizzare questi tag HTML

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>