di Raimondo Giustozzi
“La famiglia maritainiana ha trovato nelle Marche ampia espressione. Infatti, le prime istituzioni culturali, che si sono richiamate al filosofo francese, si collocano a Fano e ad Ancona e risalgono agli anni Sessanta del ‘900. Tutte avevano alla base motivazioni sociali e ecclesiali; ma è negli anni Settanta, in coincidenza con la morte del pensatore, che si ebbero nuove iniziative culturali. Questo nuovo interesse verso il filosofo transalpino è stato chiamato la “Maritain – Renaissance”. Per un decennio, fino agli anni Ottanta, si moltiplicarono circoli culturali, pubblicazioni, conferenze, fino a decrescere negli anni successivi” (Giancarlo Galeazzi, Il pensiero di Jacques Maritain, il filosofo e le Marche, pag. 357, Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, N° 253, giugno 2018, Ancona).
Il saggio di Giancarlo Galeazzi, di 532 pagine, è diviso in due parti. Nella prima parte, Il pensiero di Jacques Maritain viene approfondito attraverso due capitoli, Progetto culturale e Problemi Filosofici, ognuno dei quali è declinato rispettivamente in 5 paragrafi per il primo capitolo e in 7 paragrafi di diversa lunghezza nel secondo capitolo. La seconda parte, Il Maritainismo e le Marche, è divisa in due capitoli: Personalità marchigiane e pensiero maritainiano e Istituzioni Maritainiane e Personalità marchigiane. Nove i paragrafi del primo capitolo, sei quelli del secondo capitolo. Il saggio termina con una conclusione, le referenze e una nota sull’autore. Il testo non è un libro da leggere semplicemente ma da consultare. Il pensiero di Maritain vale anche per il presente, dominato dal nichilismo. Ritratti e fotografie completano la ricchezza del libro.
Nelle Marche il primo circolo culturale “Jacques Maritain” nasce a Fano nel 1960. Ne sono soci fondatori: Valerio Volpini, Valentino Valentini, Enzo Uguccioni, Igino Biagetti, Severino Capodagli, Vittorio Calamandrei, Enzo Ciabotti, Vittorio Del Curno, Franco De Blasi, Marcello Ferranti, Giancarlo Gaggia, Giacomo Gabbianelli, Giorgio Ghiandoni, Giuliano Giuliani, Mariano Frausini, Salvatore La Macchia, Pietro – Paolo Petrelli, Giordano Seri, Fabio Tombari, Ferrante Tonelli, Cesare Traetto, Gabriele Volpini. Il primo presidente del circolo è stato Valentino Valentini. Su 22 soci fondatori, ben 15 avevano un’età dai venti ai trenta anni, sette dei quali erano studenti universitari. Alle 32 iniziative, segnalate da Silvano Bracci, vanno aggiunte mostre, manifestazioni, convegni, pubblicazioni e dibattiti a carattere locale. Di notevole importanza fu la conferenza tenuta da padre Ernesto Balducci sul tema “La Chiesa e il mondo contemporaneo”.
Il Circolo Culturale “Jacques Maritain” di Ancona nasce nella città dorica con l’assemblea del 12 novembre 1964 presso il notaio Liguori, ma senza registrazione in Tribunale. Soci fondatori e cooptati furono: Alfredo Trifogli, il primo presidente, sostituito da Giancarlo Galeazzi, quando Trifogli divenne sindaco di Ancona, Franco Balletti, Bruno Regini, Fulvio Montillo, Elio Cerioni, Aldo Bevilacqua, Primo Amatori, Ermete Grifoni, Maria Teresa Garlatti, Maria Ciani, Franco Ferranti, don Armando Candelaresi, Marcello Bedeschi, Andrea Ercolani, Umberto Zampetti, Carlo Rossini, Sandro Bartola, Ubaldo Giacomini, Giuseppe Dall’Asta, Stefano Vici, don Otello Carletti, Girolamo Valenza, Tommaso Tucci, Enrica Talevi, Vittoria Cinelli, don Paolo Paolucci, Lola Amatori, Celso Cesaretti, Pasquale Casaretta, Sandro Totti, Giovanni Cinelli, Paolo Fumelli, Nino Lucarelli, Rosina Ciraco, Lucio Mancini e Vincenzo Varagona. Nell’arco di un quinquennio si ebbero 44 iniziative promosse dal circolo di Ancona, legate al pensiero di Jacques Maritain, nelle fasi successive una settantina circa ma lungo un trentennio, per non parlare poi di tutte le iniziative promesse con le altre istituzioni.
Ai soci fondatori del circolo Jacques Maritain di Fano, il filosofo francese invia una cartolina con su scritto: “à Valerio Volpini, au Circolo Culturale de Fano: souvenir tré cordial de Jacques Maritain”; la stessa cosa fa con il circolo di Ancona: “à mes amis du Circolo Culturale d’Ancona, avec ma gratitude et mes voeux fervents Jacques Maritain”. La città di Fano, con la fondazione de “La Cooperativa della Tipografia a Scuola”, il 4 novembre del 1951, presso l’abitazione della maestra Anna Fantini, presenti Giuseppe Tamagnini e pochi altri insegnanti, diventa il centro propulsore del Movimento di Cooperazione Educativa. E’ un altro piccolo tassello che indica nella città di Fano la presenza di un importante punto di riferimento culturale.
Il successo del filosofo transalpino nelle Marche e non solo è da collegare al grande clima che si respirava durante e dopo il Concilio Vaticano II. Jacques Maritain aveva in parte contribuito ad anticipare, con il proprio pensiero, tanti documenti conciliari, tra tutti, la “Gaudium et Spes”. La pubblicazione dell’opera più conosciuta di Maritain, Umanesimo Integrale, spingeva il laicato cattolico a costruire una “società non decorativamente cristiana ma vitalmente cristiana”. Il documento conciliare proponeva la stessa cosa. La proposta di Maritain di un “Umanesimo integrale” era integrale in un duplice senso: integralità antropologica, proseguendo lo sviluppo di tutto l’uomo, e della integralità assiologica, accettando i guadagni storici e rifiutando “le verità impazzite” dei diversi umanesimi, in particolare di quello liberale e di quello socialista, che si fermavano solo alla sfera economica. Tutto ciò permetteva ai cattolici di rivendicare la loro tradizione personalista, rivendicata per altro da un grande maestro del tempo, quale era Emmanuel Mounier (Ibidem, pp. 360 – 361).
Il documento conciliare Gaudium et Spes non solo proponeva il superamento dell’aut aut (chiesa o mondo) ma anche dell’et et (chiesa e mondo) a favore di una “Chiesa nel mondo”. Dopo la morte della moglie Raïssa Oumancoff (1960, Jacques Maritain si ritira a Tolosa, presso la comunità dei “Piccoli fratelli di Charles De Foucault”, diventandone fratello nel 1971, muore il 28 aprile 1973. Per un sessantennio, dal 1913 al 1973, Maritain è sato protagonista in modo diretto o indiretto dei maggiori eventi ecclesiali, sociali e culturali. Nel 1946 è nominato ambasciatore della Repubblica Francese presso il Vaticano; è di questo periodo il rapporto di amicizia con mons. Giovanni Battista Montini, allora sostituto alla Segreteria di Stato, eletto al soglio di San Pietro il 21 giugno 1963. Maritain dopo l’incarico di ambasciatore presso la Santa Sede rappresenta la Franca alla conferenza generale dell’UNESCO. Lasciato l’incarico di ambasciatore si trasferisce nel 1948 negli Stati Uniti, dove insegna in alcune università, tra le quali quella di Princeton.
Jacques Maritain si ispira al pensiero di Tommaso D’Aquino e assieme a lui un altro grande filosofo francese Etienne Gilson. Inutile dirlo ma la Francia, nella prima metà del secolo scorso, primeggia in più campi, soprattutto in quello storico con la grande scuola de “Les Annales”, con i nomi di Fernand Braudel, Philippe Ariès, Lucien Febvre, Marc Bloch, Georges Duby, Jacques Le Goff, e nel campo filosofico con Mounier, Gilson, Maritain. Questi è un protagonista del cosiddetto neotomismo ma aggiornato. “Tutta la filosofia maritainiana è, a ben vedere, elaborata alla luce del pensiero tomista del “distinguere per unire”, sulla base del quale Maritain individua i “gradi del sapere”, le “articolazioni del reale” e i “piani dell’agire”, superando così le varie forme di monismo epistemologico, ontologico e assiologico. In Maritain si parla di scienza e saggezza, in antropologia di diritti dell’uomo e legge naturale, in politica di uomo e stato (Ibidem, pag. 366).
La diffusione del pensiero maritainiano si consolida il 6 aprile 1974, con la fondazione, a Gallarate, (MI) de “L’Institut international Jacques Maritain”. Nella fondazione giocò un ruolo importante anche mons. Dionigi Tettamanzi (1934, Renate (Mb) – Triuggio (MI) 2017) che fu arcivescovo di Ancona – Osimo dal 1991 al 2004. L’anno successivo alla fondazione dell’Istituto Internazionale sorse anche la sezione italiana, che si trasformò in seguito ad opera di Alfredo Trifogli in “Istituto Italiano Jacques Maritain”, con la sede a Roma, in via dei Coronari, in alcuni locali avuti in affitto dal Pio Sodalizio dei Piceni, grazie all’interessamento del cardinale Pietro Palazzini. Nel 1983 fu fondato da Alfredo Trifogli anche l’Istituto marchigiano Jacques Maritain. Entrambi gli istituti, marchigiano e italiano, hanno cessato la loro attività all’inizio del 2000 per difficoltà economiche.
Il pensiero di Jacques Maritain ha influenzato affermate personalità “marchigiane” in quanto nate e / o operanti nelle Marche, che appartengono a diversi ambiti. Più di quaranta sono queste grandi personalità, che in un modo o nell’altro fanno riferimento a Jacques Maritain: Carlo Bo, Valerio Volpini, Marcello Camilucci, Mario Luzi e Rodolfo Doni (scrittori), Alfredo Trifogli, Raffaele Elia, Umberto Tupini, Leopoldo Elia, Bartolo Ciccardini, Franco Foschi, Arnaldo Forlani, Gianfranco Sabbatini (politici), Umberto Antonio Padovani, Italo Mancini, Enrico Garulli, Pasquale Salvucci, Vincenzo La Via, Gustavo Bontadini, Norberto Bobbio (filosofi), Duilio Bonifazi, Piergiorgio Mariotti, Pietro Palazzini, Carlo Maccari, Armando Candelaresi, Paolo Paolucci Bedini, Otello Carletti, Sergio Quinzio (teologi), Giuseppe Dall’Asta, Edmondo Labbrozzi, Arnaldo Gaspari, Maria Teresa Garlatti, Anna Civran, Mario Ferracuti (pedagogisti), Lorenzo Bedeschi, Federico Alessandrini, Aldo Deli, Sandro Totti (storici), Pietro Belluschi, Enzo Parisi, Corrado Cagli, Remo Brindisi (artisti). Per ogni personalità, l’autore del saggio compone un profilo dettagliato, la bibliografia con le opere pubblicate e la loro importanza.
Spigolature
Jacques Maritain oggi si pone più come “appello” che come “nodello”. Può sollecitare il cammino degli uomini verso un autentico umanesimo integrale, anche se è difficile farlo, perché umanesimo e personalismo devono misurarsi con il post umanesimo e il post personalismo. Maritain è un filosofo del suo tempo, protagonista dei maggiori eventi del ‘900: dalla proposta umanistica alla denuncia antitotalitaria, dalla carta dei diritti dell’uomo alla anticipazione di alcune conquiste del Vaticano II, dalla valutazione del post Concilio alla valutazione della contestazione, può essere un filosofo del nostro tempo, in quanto ha offerto un metodo – quello del “distinguere per unire” – che può rivelarsi fecondo anche nella post modernità, perché siamo sì in una società liquida ma non liquefatta (pag.16).
Il filosofo francese ha contribuito a far conquistare la maggiore età a tanti cattolici con l’invito ad avere il coraggio di esercitare la ragione non meno che di professare la fede nella consapevolezza che la fede dischiude nuovi orizzonti alla ragione, e la ragione favorisce una pratica adulta della fede. La sua figura merita di essere riscoperta e riproposta alle nuove generazioni anche perché la sua biografia di intellettuale rappresenta un punto di riferimento simbolico che aiuta a capire la storia di questo secolo. C’è bisogno, oggi, di avere buoni maestri e i giovani ne avvertono l’esigenza. Maritain è prima di tutto un grande maestro. Sergio Mattarella, attuale presidente della Repubblica, inaugurando la Cattedra Maritain presso l’Università della Basilicata, ha fatto riferimento alla eredità europeista di Jacques Maritain (pag. 20). Qui sotto ho riportato alcuni link sulla nascita e sviluppo del Movimento di Cooperazione Educativa (MCE).
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Raimondo Giustozzi
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