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Dialoghi in corso. Cristianesimo, libertà e neoimperialismo. Più ombre che luci incombono sul nostro tempo

Fonte internet

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di Raimondo Giustozzi

Il cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta: così grande, così comprensiva e profonda, così feconda di conseguenze, così inaspettata e irresistibile nel suo attuarsi, che non meraviglia che sia apparsa o possa ancora apparire un miracolo, una rivoluzione dall’alto, un diretto intervento di Dio nella cose umane, che da lui hanno ricevuto legge e indirizzo affatto nuovo. Tutte le altre rivoluzioni che segnano epoche della storia umana non sostengono il suo confronto, parendo a lei particolari e limitate. La regione di ciò è che la rivoluzione cristiana operò nel centro dell’anima, nella coscienza morale, e, conferendo risalto all’intimo e al proprio di tale coscienza, quasi apparve che le acquistasse una nuova virtù, una nuova qualità spirituale, che fin allora era mancata all’umanità. E ciò perché il suo affetto fu affetto di amore, amore verso tutti gli uomini, senza distinzioni di genti e di classi, di liberi e schiavi, verso tutte le creature, verso il mondo che è opera di Dio che è Dio d’amore, e non sta distaccato dall’uomo, e verso l’uomo discende, e nel quale tutti siamo, viviamo e ci muoviamo” (Benedetto Croce, Perché non possiamo non dirci cristiani).

Benedetto Croce “Scriveva questo nel 1942, quando il nazifascismo stava conducendo una guerra mostruosa per asservire i popoli europei e per sterminare milioni di esseri umani appartenenti a razze inferiori” (Giuseppe Bedeschi, il Foglio 19 .11. 2022, Fonte Internet). Oggi assistiamo ad una violenta e brutale aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina. Uno degli obiettivi dell’Operazione Militare Speciale è quella di denazificare il paese, cacciare il governo nazista, bollato come “Banda di drogati” e riportare tutta l’Ucraina sotto il manto della Gran Madre Russia, il mantra, che tutta la leadership del Cremlino, ripete in modo ossessivo dall’inizio dell’invasione ad oggi. L’obiettivo è di far rivivere la Rus di Kiev, unità monarchica risalente alla seconda metà del IX secolo d. C., dissolta due secoli dopo con l’invasione di popolazioni nomadi.

La guerra dichiarata contro uno stato sovrano nasconde in realtà di disegno di ricostruire in tutto o in parte la Russia zarista o quella sovietica, non ha importanza se l’una o l’altra dal momento che la seconda inglobava tutta la prima. La Federazione Russa, incapace al momento di una vittoria lampo sul campo, distrugge tutto quello che può di ciò che resta dell’Ucraina: ospedali, scuole, università, parchi giochi per bambini, edifici civili, impianti energetici, lasciando al buio e al freddo milioni di cittadini. Il terrore di andare a combattere contro il popolo ucraino ha convinto quasi un milione di russi a nascondersi in Georgia, in Kazakistan e in altre repubbliche asiatiche un tempo appartenenti all’Unione Sovietica. Nella Federazione Russa alla mancanza di soldati regolari, che non si sono presentati alla mobilitazione parziale, si supplisce con la formazione di milizie mercenarie private.

Il Gruppo di amici in difesa della Carta delle Nazioni Unite”, nato nel 2021, comprendente paesi come Russia, Corea del Nord e Siria, “si è riunito a Teheran all’inizio di novembre, per chiedere il rispetto dei diritti umani, dell’integrità territoriale degli Stati e il ritiro delle sanzioni alla Repubblica Islamica” (Cfr. Alessandro Balbo, Autocrazie pacifiste. L’ipocrita confraternita di regimi totalitari che predica la tolleranza e pratica la dittatura, Linkiesta, 26 novembre 2022, Fonte Internet). La richiesta avanzata: “Chiediamo di raddoppiare gli sforzi verso la democratizzazione delle relazioni internazionali e il rafforzamento del multilateralismo e di un sistema multipolare, basato, tra l’altro, sul rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale degli Stati, nonché sul rispetto reciproco del principio della parità di diritti e dell’autodeterminazione dei popoli, lo stato di diritto, la diplomazia, il dialogo politico, la tolleranza, la convivenza pacifica, il rispetto per la diversità, l’inclusività, una cultura di pace e non violenza e la dovuta considerazione per le differenza esistenti, che sono essenziali per lavorare insieme in modo costruttivo ed efficace su questioni di comune interesse e preoccupazione” (Ibidem).

La Federazione Russa, con la guerra, ha rotto le relazioni internazionali, non considera l’Ucraina stato sovrano, non ne riconosce l’integrità territoriale, né l’autodeterminazione del popolo ucraino a darsi il governo che si è dato. Continua Alessandro Balbo nell’articolo: “No, non sono parole del Dalai Lama. E nemmeno di Martin Luther King o di Mohandas Karamehand Gandhi detto Mahatma. A enunciare questi nobili principi, con cui sarebbe oggettivamente impossibile dichiararsi in disaccordo, sono stati i rappresentanti di diciannove nazioni fra cui spiccano, fra le altre, Russia, Corea del Nord, Siria e Iran. Si sono incontrati il 5 novembre proprio a Teheran- in queste settimane al centro del discorso pubblico globale a causa della violenta repressione del regime degli ayatollah nei confronti dei manifestanti per la democrazia – per ribadire la loro contrarietà alle sanzioni imposte al Paese dagli Stati Uniti” (Ibidem)

Il “Gruppo di amici in difesa della Carta delle Nazioni Unite”, nato nel marzo dello scorso anno, con l’obiettivo di supportare il trattato fondativo dell’ONU comprende anche, Algeria, Angola, Bielorussia, Bolivia, Cambogia, Cina, Cuba, Guinea Equatoriale, Eritrea, Laos, Nicaragua, Palestina, Saint Vincent e Grenadine, Venezuela e Zimbawe (Ibidem). “I cosiddetti amici”, dichiarò anonimamente a Reuters un alto diplomatico europeo, “sono quelli che hanno fatto di più per violare la Carta. Forse dovrebbero iniziare a rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali nei loro Paesi” (Ibidem).

Termini come multilateralismo, sistema multipolare devono sostituire l’obsoleto unilateralismo dominato dagli USA e dall’Unione Europea e dalla Nato sul piano militare. E’ una costante della narrazione russa. “Il neocolonialismo è morto”, sostiene lo storico arabo Mohamed Hassan in una lunga intervista, curata da Grégoire Lalieu del collettivo Investig’Action e co-autore di “La srategie du Chaos” e “Jihad made in USA” (https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=Il+neocolonialismo+%C3%A8+morto.+Mohamed+Hassan+sul+mondo+multipolare).

Nella conferenza di Astana, capitale del Kazakistan, il capo del Cremlino ha avvertito dell’esistenza di una “vera minaccia della fame e del deterioramento della qualità della vita sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo”, a causa della volatilità dei prezzi di energia e cibo, dovuta alla guerra di Ucraina. Come se la guerra o operazione militare speciale l’avesse dichiarata un altro. Tutto sarebbe andato nel verso giusto se nessuno fosse intervenuto nella guerra, lasciando il conflitto come se fosse una faida interna tra due stati o meglio tra uno stato neocolonialista e uno stato sovrano illegalmente invaso. Per il capo del Cremlino l’Operazione militare speciale serviva per punire l’Ucraina come fa il marito che si sente tradito dalla propria moglie fedifraga.

Se il mondo va verso un sistema multipolare, non è affatto vero che la Federazione Russa si sostituisca di imperio al mondo unipolare a guida americana, invadendo uno stato sovrano come l’Ucraina, rivendicando il multilateralismo e il sistema multipolare. Quali sono gli organismi internazionali garanti di questi due nuovi sistemi? “L’economista Goldman Sachs J. O’Neill con l’acronimo BRICS intende  un gruppo di cinque grandi paesi emergenti composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa” (Fonte Internet). Questo nuovo scenario deve sempre e comunque fare riferimento all’ONU, la Nazioni Unite, l’unico organismo riconosciuto a livello internazionale. L’organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (OTSC), creata il 15 maggio 1992 da sei nazioni: Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, Tagikistan è un’alleanza militare. Esiste ma non sempre riesce a risolvere anche questioni interne circa la rivendicazione di territori tra ex repubbliche sovietiche asiatiche. Intanto nell’entourage del Cremlino c’è chi sostiene che l’Ucraina deve avere rapporti di buon vicinato con la Federazione Russa. Ci vuole davvero tanta faccia tosta per sostenere una tesi del genere. Si ribalta la verità con una spudoratezza senza aggettivi.

 

Uscita di Sicurezza

“Luce del mondo nel buio del cuore / Vieni ed illuminami / Tu mia sola speranza di vita / Resta per sempre con me // Sono qui a lodarti, qui per adorarti / Qui per dirti che tu sei il mio Dio / E solo tu sei santo, sei meraviglioso / Degno e glorioso sei per me…” (Sono qui a lodarti, canto del Rinnovamento nello Spirito Santo). E’ un canto che in qualche modo è legato all’Avvento, periodo di preparazione al Natale che nel calendario cattolico – romano cade al venticinque di dicembre, in quello ortodosso una settimana dopo. Non conosco i canti della liturgia Ortodossa. Immagino comunque che parlino di attesa per la venuta. I canti per quanto belli possano essere se servono solo a vivere un momento di esaltazione nel chiuso di una chiesa, cattolica o ortodossa che sia, non hanno nessun valore.

In una delle ultime lettere da Stalingrado, un soldato della Wermacht, scrivendo al proprio padre, pastore protestante in una città della Germania, si ribellava dicendo chiaramente, davanti alla morte di tanti suoi compagni ed alla sua prossima fine, che Dio esisteva solo nella liturgia, nei canti ma non nella vita che stava vivendo, in mezzo al freddo, al gelo, alla mancanza di viveri, all’insensatezza della guerra. Non è una bestemmia ma la constatazione che la religione non è evasione dalla realtà ma giudizio sulla stessa. Eppure Kirill, il patriarca di Mosca, ha benedetto l’operazione militare speciale in Ucraina, arrivando ad affermare che la morte in battaglia per una nobile causa, è il lavacro necessario per lavare tutti i peccati e guadagnarsi il paradiso.

“Si, il cielo è qui, su questa terra / Tu sei rimasto con noi / Ma ci porti con te / Nella tua casa / Dove vivremo insieme a te / Tutta l’eternità…” (Brano di Giulia Parisi, Pane del Cielo, Fonte Internet). “Dio non sta distaccato dall’uomo, e verso l’uomo discende, e nel quale tutti siamo, viviamo e ci muoviamo”. Lo scriveva chiaramente Benedetto Croce nel testo riportato sopra. Se lo diceva lui, laico, liberale, digiuno di liturgia e di quant’altro possa far pensare alla religione, tanto più devono sostenerlo nelle scelte individuali quanti si professano credenti. Il Cristianesimo ci deve aiutare, diceva Salvador Allende prima di essere spazzato via dal colpo di stato orchestrato in Cile dal generale Pinochet. Anche in questa occasione della guerra in Ucraina la religione deve offrire una Uscita di Sicurezza (Ignazio Silone)

 

Raimondo Giustozzi

 

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