riceviamo da Gioacchino di Martino
Nei giorni scorsi colei che in molti definivano l’enfant prodige della politica portorecanatese, e che qualcuno addirittura appellava come l’”infante” destinata alla poltrona di sindaca della città, ha rilasciato una intervista la cui titolazione non era frutto della sintesi che normalmente fanno i titolisti in redazione ma era estrapolata direttamente dal corpo dell’intervista stessa. Intervista rilasciata per contestare la validità di una proposta o forse di una provocazione lanciata dal neo assessore all’urbanistica, ambientalista convinto, e quindi più uso alla salvaguardia del territorio che non a far di conto. Già proprio così: a far di conto. Perché nella citata intervista la proposta avanzata da parte dell’assessore, più ambientalista che palazzinaro, viene bollata come elemento che “genererà un danno economico al bilancio comunale e minori servizi ai cittadini”. Una frase che merita tutto il rispetto dovuto per chi manifesta una opinione contraria ma che nel contempo apre ad una serie di considerazioni e riflessioni che non possono essere sottaciute. E non lo possono soprattutto se scaturiscono da dichiarazioni rilasciate da chi è stata al governo della città per oltre un quinquennio, rivestendo ruoli di primaria importanza quale possono essere gli assessorati che sovraintendono al bilancio, ai tributi e non ultimo al turismo. Affermare che retrocedere, su base volontaria, le aree edificabili in aree agricole significherebbe generare un danno economico per le finanze del comune mette in luce un’ottica di governo della città che è l’esatto opposto dello spirito che ha animato e guidato la riunione del G20 a Roma. In quell’Assise le Nazioni che rappresentano l’84 per cento dell’economia mondiale hanno avvertito la necessità di concordare una politica comune per la difesa del pianeta. Una difesa non militare ma ecologica. Una difesa dei luoghi dove viviamo e certamente la città è il primo luogo di cui noi abbiamo il dovere di prenderne la difesa. Ma evidentemente l’ambiente nel quale si è sviluppato il percorso politico dell’ormai ex infante non prevede né una cultura né tantomeno un impegno ambientalista. Ma l’ambiente non deve essere la sola materia mancante nel percorso politico dell’ex amministratrice se è vero, come è vero, che rispetto alla doglianza espressa da parte di un’altra esponente della nuova giunta per non aver trovato alcuna somma stanziata nel bilancio 2021 per le festività di fine anno non abbia trovato di meglio che ribadire ciò che per tutta la passata consiliatura hanno affermato le opposizioni. Il bilancio fatto approvare ogni anno dal Consiglio comunale era solo un contenitore. Le spese reali venivano di volta in volta affrontate mediante precisa ricognizione delle risorse, valutazioni di eventuali economie e predisposizioni delle variazioni necessarie. Un modo di governare che speriamo resti solo una brutta pagina da non replicare.
Gioacchino Di Martino
Porto Recanati, 10 novembre 2021
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