Riceviamo da Gioacchino Di Martino
La Trasparenza Amministrativa è un principio generale dell’attività e dell’organizzazione della Pubblica Amministrazione. In base a questo principio la Pubblica Amministrazione è tenuta ad assicurare la visibilità e la comprensibilità delle modalità operative e degli assetti strutturali con cui opera nell’assolvimento dei suoi compiti di cura concreta dell’interesse pubblico. Parole e concetti facilmente ritrovabili in qualunque testo di diritto e che mi sono tornati alla mente riflettendo sulla vicenda Nervi. Soprattutto l’ultima “chicca” delle edicole funerarie, mi ha fatto riflettere su come sia possibile, in nome di un non meglio identificato bene comune, declamato a gran voce da parte di chi non rinuncia anche pubblicamente a ribadire verità non vere, sia possibile mortificare l’intelligenza di una intera comunità producendo una serie infinita di atti amministrativi il cui scopo principale, a quanto si legge, è quello di porre rimedio ad errori generati da una mancata trasparenza iniziale e che continua a ripercuotersi fino al limite della decenza. Chiedere e pretendere trasparenza non è un qualcosa di maniacale che affligge qualche disadattato o qualche avversario piuttosto che qualche nemico. E’ un principio di civiltà giuridica e di democrazia riconosciuto e normato da leggi della Stato a cui tutti, nessuno escluso, sono tenuti ad adeguarsi. Anche le amministrazioni comunali ed i loro vertici siano essi politici che amministrativi. Trasparenza significa anche facilitare l’accesso agli atti non solo per consentirneil controllo ma anche per capire meglio la logica dei provvedimenti adottati. Porre pretestuosi veti certamente non è un segnale di trasparenza e contribuisce a far nascere il sospetto, anche tra coloro che sospettosi non sono, di qualcosa che si vuole tenere nascosto. Il Palazzo non basta illuminarlo da fuori. Il Palazzo deve essere trasparente dal di dentro. E certamente non può dirsi trasparente un Palazzo che a fronte di una richiesta di accesso agli atti, compilata sull’unico modulo presente sul portale dell’amministrazione, ritiene che a norma di legge non esistano i presupposti per il riconoscimento dell’interesse personale. Legge ormai superata dal decreto legislativo n. 97/2016, “Accesso generalizzato”, che così recita: “Allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche e di promuovere la partecipazione al dibattito pubblico, chiunque ha diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione ai sensi del presente decreto, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi giuridicamente rilevanti secondo quanto previsto dall’articolo 5-bis”. Decreto legislativo che dovrebbe essere ben a conoscenza della burocrazia comunale che invece continua a proporre l’uso del modello di una legge ormai superata e che fa della discrezionalità ancora l’elemento discriminatorio dell’accesso. Naturalmente dopo il diniego oppostomi dal sindaco all’accesso agli atti relativi allo studio di fattibilità presentato alla Regione per l’illuminazione del Nervi, perché non in possesso del necessario interesse personale, ho provveduto a presentare una nuova richiesta formulata ai sensi dell’art. 5-bis del Decreto Legislativo 97/2016. Il seguito alla prossima puntata.
Gioacchino Di Martino
Porto Recanati13 luglio 2021
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