di Piergiorgio Viti
https://lospecchiomagazine.wixsite.com/versusmagazine/post/la-malinconica-luce-nei-versi-di-stefano-iucci
E’ la volta di Stefano Iucci, giovane giornalista romano che si dedica con passione alla scrittura e alla divulgazione della poesia. Di recente Iucci è uscito con “Schermi della risacca” (Il convivio editore). Come scrive Mauro Fabi nella prefazione, “l’avvio di questa raccolta non lascia dubbi sul percorso intrapreso dal poeta romano, sullo scavo nella profondità dei sentimenti del dolore e della perdita”. “C’è un’amarezza (e forse un disincanto) nei versi di Iucci che fa intravedere l’altra parte della vicenda amorosa, quell’essere sempre soli anche quando si è in due. Raffaele Manica invece, a proposito della precedente raccolta di Iucci, la prima, “Tutto all’improvviso è immobile” (Il Seme Bianco, 2017) scrisse: Quel che colpisce nelle poesie di Stefano Iucci – la prima e autentica impressione che fanno – è la loro probità. Tale probità (termine desueto, ma prezioso e forte) porta Iucci a temi di quotidiana umanità, pervasi spesso da una commozione trattenuta come per pudore. Per questo sono poesie di una strana e inattuale luce, che hanno origine forse in una stagione lontana della poesia del secolo andato: di quella stagione pacatamente si appropriano e la fanno rivivere di nuovo come necessaria.
È una questione di spazi vuoti
È una questione di spazi vuoti,
sono pieni senza fiori.
Le foglie hanno perso tutto.
Lo stelo, il fiore, le radici che c’erano.
Ballano nell’aria, se non hanno direzione.
Sembrano immobili al vento,
fa freddo al sole, si asciugano con la pioggia.
Non hanno tempo se il tempo
sta davanti e non torna più.
Cosa fanno se neanche un albero spoglio
le accoglie. Dove vanno.
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