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Cultura Leopardi poeta filosofo

di Giuseppe Farina

Una immagine di archivio del 24 Luglio 2002 del ritratto di Giacomo Leopardi eseguito da Luigi Lolli e conservato presso la casa del poeta a Recanati . ARCHIVIO - ANSA DEF

Una immagine di archivio del 24 Luglio 2002 del ritratto di Giacomo Leopardi eseguito da Luigi Lolli e conservato presso la casa del poeta a Recanati . ARCHIVIO – ANSA DEF

Una recensione su Avvenire.it del 13 febbraio 2019, a firma di Cesare Cavallari dal titolo provocatorio “ E se Leopardi filosofo fosse solo un bluff?”, riguardo ad un saggio Il no disperato di Mario Eliseo, collaboratore del Centro culturale G. Leopardi di Recanati, la dice lunga sui tentativi, mai sopiti, di sminuire il pensiero e l’opera di Giacomo Leopardi.

In tale saggio, infatti, si considera Leopardi “ineffabile come poeta, ma assolutamente privo di presa come filosofo”. Non so cosa sappia di filosofia M. Eliseo per valutare in modo così tranchant Giacomo Leopardi. Mi fa piacere che almeno riconosca la sua eccezionalità come poeta, ma se non gli si riconosce un suo originale pensiero filosofico si svuota lo stesso valore della poesia leopardiana, ridotta a pura e vuota esercitazione “versificatoria”, proprio il contrario di ciò che Leopardi voleva ed ha realizzato.

Si può non essere d’accordo, partendo da posizioni proprie predefinite, con il pensiero leopardiano ma non si può negarela sua consistenza filosofica, che oltretutto ha addentellati con il pensiero di Schopenhauer, suo contemporaneo (Il mondo come volontà e rappresentazione 1818) e ancor prima con lo stesso pensiero di Pascal, fatti i dovuti distinguo.

Leopardi è una personalità complessa, che ha una sua evoluzione da seguire storicamente lungo il suo percorso di maturazione. Il suo pensiero non ha una sistematicità, ciononostante ha una sua delineazione già con il passaggio dal bello al vero (conversione filosofica a detta dello stesso Leopardi), ma che si definisce in termini chiari con le Operette Morali e i Grandi Idilli,dopo una lunga sospensione della stessa produzione poetico-lirica dovuta proprio alla esigenza di una ulteriore, profonda riflessione filosofica sulla esistenza umana e di ogni essere vivente in relazione alla Natura e alla sua potenza, senza infingimenti o soluzioni metafisiche, fideistiche e spiritualistiche.

Lo Zibaldone come raccolta di pensieri, impressioni, riflessioni e ricordi ci aiutaacapire,ma Leopardi è nelle opere che ha pubblicato, per cui suggerirei la ri-lettura delle Operette Morali, a cominciare dal Dialogo della Naturae di un Islandese, per passare poi a componimenti poetici come: A Silvia, Canto notturno di un pastore errantedell’Asia e, se si ha modo e tempo, ad un componimento poema più impegnativo, La Ginestra.

Buona lettura e buon dialogo filosofico con Giacomo Leopardi

Giuseppe Farina

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