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Dialoghi in corso. Stupidità e potere

Dietrich_Bonhoeffer Fonte internet

Dietrich_Bonhoeffer Fonte internet

di Dietrich Bonhoeffer Traduzione di Alberto Gallas

Il nemico del bene

Per il bene la stupidità è un nemico più pericoloso della malvagità. Contro il male è possibile protestare, ci si può compromettere, in caso di necessità è possibile opporsi con la forza; il male porta sempre con sé il germe dell’autodissoluzione, perché dietro di sé nell’uomo lascia almeno un senso di malessere. Ma contro la stupidità non abbiamo difese. Qui non si può ottenere nulla, né con proteste, né con la forza; le motivazioni non servono a niente. Ai fatti che sono in contraddizione con i pregiudizi personali semplicemente non si deve credere – in questi casi lo stupido diventa addirittura scettico – e quando sia impossibile sfuggire a essi, possono essere messi semplicemente da parte come casi irrilevanti. Nel far questo lo stupido, a differenza del malvagio, si sente completamente soddisfatto di sé; anzi, diventa addirittura pericoloso, perché con facilità passa rabbiosamente all’attacco. Perciò è necessario essere più guardinghi nei confronti dello stupido che del malvagio. Non tenteremo mai più di persuadere lo stupido: è una cosa senza senso e pericolosa.

Stupidità e potere

Se vogliamo trovare il modo di spuntarla con la stupidità, dobbiamo cercare di conoscerne l’essenza. Una cosa è certa, che si tratta essenzialmente di un difetto che interessa non l’intelletto, ma l’umanità di una persona. Ci sono uomini straordinariamente elastici dal punto di vista intellettuale che sono stupidi, e uomini molto goffi intellettualmente che non lo sono affatto. Ci accorgiamo con stupore di questo in certe situazioni, nelle quali si ha l’impressione che la stupidità non sia un difetto congenito, ma piuttosto che in determinate situazioni gli uomini vengano resi stupidi, ovvero si lascino rendere tali. Ci è dato osservare, inoltre, che uomini indipendenti, che conducono vita solitaria, denunciano questo difetto più raramente di uomini o gruppi che inclinano o sono costretti a vivere in compagnia. Perciò la stupidità sembra essere un problema sociologico piuttosto che un problema psicologico. È una forma particolare degli effetti che le circostanze storiche producono negli uomini; un fenomeno psicologico che si accompagna a determinati rapporti esterni.

Osservando meglio, si nota che qualsiasi ostentazione esteriore di potenza, politica o religiosa che sia, provoca l’istupidimento di una gran parte degli uomini. Sembra anzi che si tratti di una legge socio-psicologica. La potenza dell’uno richiede la stupidità degli altri. Il processo secondo cui ciò avviene, non è tanto quello dell’atrofia o della perdita improvvisa di determinate facoltà umane – ad esempio quelle intellettuali – ma piuttosto quello per cui, sotto la schiacciante impressione prodotta dall’ostentazione di potenza, l’uomo viene derubato della sua indipendenza interiore e rinuncia così, più o meno consapevolmente, ad assumere un atteggiamento personale davanti alle situazioni che gli si presentano. Il fatto che lo stupido sia spesso testardo non deve ingannare sulla sua mancanza di indipendenza. Parlandogli ci si accorge addirittura che non si ha a che fare direttamente con lui, con lui personalmente, ma con slogan, motti, ecc. da cui egli è dominato. È ammaliato, accecato, vittima di un abuso e di un trattamento pervertito che coinvolge la sua stessa persona. Trasformatosi in uno strumento senza volontà, lo stupido sarà capace di qualsiasi malvagità, essendo contemporaneamente incapace di riconoscerla come tale. Questo è il pericolo che una profanazione diabolica porta con sé. Ci sono uomini che potranno esserne rovinati per sempre.

Liberazione esteriore

Ma a questo punto è anche chiaro che la stupidità non potrà essere vinta impartendo degli insegnamenti, ma solo da un atto di liberazione. Ci si dovrà rassegnare al fatto che nella maggioranza dei casi un’autentica liberazione interiore è possibile solo dopo essere stata preceduta dalla liberazione esteriore; fino a quel momento, dovremo rinunciare a ogni tentativo di convincere lo stupido.

In questo stato di cose sta anche la ragione per cui in simili circostanze inutilmente ci sforziamo di capire che cosa effettivamente pensi il “popolo”, e per cui questo interrogativo risulta contemporaneamente superfluo – sempre però solo in queste circostanze – per chi pensa e agisce in modo responsabile. La Bibbia, affermando che il timore di Dio è l’inizio della sapienza (Salmo 111, 10), dice che la liberazione interiore dell’uomo alla vita responsabile davanti a Dio è l’unica reale vittoria sulla stupidità.

Del resto, siffatte riflessioni sulla stupidità comportano questo di consolante, che con esse viene assolutamente esclusa la possibilità di considerare la maggioranza degli uomini come stupida in ogni caso. Tutto dipenderà in realtà dall’atteggiamento di coloro che detengono il potere: se essi ripongono le loro aspettative più nella stupidità o più nell’autonomia interiore e nella intelligenza degli uomini.

da Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere.

Questo articolo è stato pubblicato sul numero 57 de “Gli asini”: acquistalo in pdf, abbonati o fai una donazione per sostenere la rivista.

2 commenti a Dialoghi in corso. Stupidità e potere

  • Giuseppe Farina

    Non condivido vari aspetti e, direi, la “sostanza” dell’articolo. Non concepisco la categoria della “stupidità”, come risolutiva per la spiegazione, tanto meno per la intelleggibilità delle decisioni e delle azioni degli uomini, a meno che non si intenda per stupidità un deficit dovuto a cause genetiche o fisiologiche, quindi ad una patologia. Per tutto il resto penso si debba fare ricorso, per intendere i comportamenti umani, agli ideali, ai valori morali collettivi ed individuali, che orientano le scelte ed icomportamenti umani in determinati momenti storici. Nell’ambito di tali ideali e valori è possibile disquisire, confrontarsi nel merito, in relazione a fatti e vicende storiche, a conquiste culturali, politiche e giuridiche sul piano nazionale ed internazionale. Del resto quali sarebbero i confini della stupidita, oltrepassati i quali possiamo etichettare come stupida una persona? Ogni uomo è chiamato nella sua esistenza a fare scelte e facendole se ne assume la responsabilità, per le conseguenze delle stesse. In tal senso l’uomo è un essere morale, tutti gli uomini lo sono. Se etichettato come stupida una persona, non possiamo inflittagli nessuna responsabilità. Non si può ridurre l’umanità in due categorie, gli intelligenti e gli stupidi e addirittura arrivare ad affermare che la stupidità è più pericolosa della malvagità. HITLER NON ERA CERTO STUPIDO, MA È IL PROTOTIPO DELLA MALVAGITA. Gli uomini, infatti, se non acquisiscono sani principi sociali e morali, mettono la loro intelligenza, non la loro stupidità, al servizio del male, pur di raggiungere i loro scopi.

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