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Politica. Il candidato ministro dell’Economia M5S, Andrea Roventini sul tema delle nomine nelle partecipate. “Una società sana premia il merito”.

5-Star Movement candidate premier Luigi Di Maio (L) presents Andrea Roventini who would be Economy Minister in his cabinet in case of victory in the March 4 general elections, in Rome, Italy, 01 March 2018. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Huffington Post

No a una “tabula rasa”. Ma anche nessun spazio a “logiche politiche spartitorie che possano promuovere manager appartenenti a circoli di potere, che affondano affondano le radici nella Prima e Seconda Repubblica”. Con un post pubblicato sul blog delle Stelle, il candidato ministro dell’Economia M5S, Andrea Roventini, rompe il silenzio dei pentastellati sul tema delle nomine nelle partecipate. Parte la rottamazione, in versione grillina, dei manager pubblici.

“Una società sana premia il merito, rimuove le disuguaglianze, punisce i disonesti ed investe sui propri talenti, sull’istruzione e sull’innovazione. Nei prossimi mesi ci sarà da affrontare ed indirizzare il futuro di tante società partecipate pubbliche: competenza, trasparenza, ed onestà saranno le nostre stelle polari per raggiungere l’obiettivo di una nuova crescita sostenibile ed inclusiva, guidata dall’innovazione e dallo sviluppo tecnologico”, scrive Roventini.

“Si tratta di più di 60 aziende partecipate pubbliche, che complessivamente hanno un fatturato superiore a 120 miliardi di Euro, e che impiegano 105 mila dipendenti. Le nomine non sono un’occasione per fare tabula rasa. Invece, bisognerà pragmaticamente verificare i risultati ottenuti dai vertici uscenti caso per caso, considerando gli obiettivi ed il contesto competitivo e normativo. Non si dovrà avere paura di riconfermare i manager che hanno ben operato e di congedare quelli che hanno deluso. Tutto ciò dovrà avvenire nella massima trasparenza, evitando logiche politiche spartitorie che possano promuovere manager appartenenti a circoli di potere, che affondano le radici nella Prima e Seconda Repubblica, e cercano di riciclarsi anche oggi, o fornire una comoda poltrona agli amici degli amici, o un buen retiro per i soggetti non più graditi e privi delle competenze necessarie”, spiega Roventini.

L’economista avverte il governo uscente: “Un governo dimissionario, la cui maggioranza politica è stata così pesantemente ridimensionata dagli elettori, non può decidere da solo. Nei casi in cui la nomina dei vertici d’imprese di rilievo nazionale non possa attendere la nascita del nuovo governo, come nel caso di Saipem, sarà necessario procedere con intese di carattere generale che coinvolgano l’esecutivo uscente e l’attuale Parlamento”.

“Cdp ha ruolo chiave per lo sviluppo industriale”

Roventini focalizza una parte del suo intervento sul ruolo di Cassa Depositi e Prestiti. “Tra le imprese strategiche per il nostro Paese – scrive – vi è la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) che raccoglie il risparmio postale degli italiani e che può diventare veicolo d’innovazione e crescita, contribuendo allo sviluppo industriale e tecnologico dell’Italia. Purtroppo, negli anni la Cdp non ha contribuito come avrebbe potuto al raggiungimento di tali obiettivi, per mancanza di un chiaro indirizzo da parte del potere esecutivo. A volte, la CDP è stata mal-utilizzata dai governi e dagli organi dirigenti, come nel caso gli investimenti effettuati nel sistema alberghiero, che non hanno seguito logiche di economicità e non hanno contribuito in alcun modo alla realizzazione degli obiettivi strategici di politica industriale del nostro Paese. La CDP è una risorsa dell’Italia che può assumere il ruolo di banca di sviluppo per stimolare l’innovazione, lo sviluppo tecnologico e aiutare le nostre imprese sul mercato nazionale e su quelli esteri”.

“La Cdp – scrive ancora Roventini – può e deve assumere un ruolo chiave nello sviluppo industriale dell’Italia. Le politiche industriali, soprattutto se mission-oriented, possono liberare nuovamente la creatività industriale italiana, permettendo al nostro Paese di tornare protagonista in Europa. Tali politiche devono anche essere un’occasione per sviluppare le aree depresse del nostro Paese, supportate dalla rivoluzione digitale che deve trasformare e migliorare la pubblica amministrazione. A tal fine, la Cdp ha sempre finanziato gli enti locali e può pertanto promuovere lo sviluppo delle opere e competenze necessarie. Questi obiettivi possono essere conseguiti sfruttando le sinergie tra Cdp e Invitalia.

L’obiettivo della banca unica del fisco

Roventini si sofferma anche sul rinnovo dei vertici della Sogei, la società che presta servizi informatici per la pubblica amministrazione, in particolare per il Ministero dell’Economia e Finanze e per le Agenzie Fiscali. “In questo caso, scelte mirate e meritocratiche avranno l’obiettivo di realizzare la banca dati unica del fisco, per combattere l’evasione fiscale in maniera efficiente senza danneggiare le nostre imprese ed i contribuenti onesti”, scrive Roventini.

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