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Ricostruzione. Le macerie dimenticate

1-specchio-16nota di Italia Nostra

Una inchiesta pubblicata il 20 giugno u.s dal Corriere della Sera, intitolata “Le macerie dimenticate”, pone in evidenza  la reale situazione vissuta da migliaia di concittadini nella nostra regione ed in quelle limitrofe colpite dagli eventi sismici.

Nella nostra regione sono state rimosse meno del 10% delle macerie, delle n.6.745 casette previste – di cui ordinate n.1878 – ne sono state consegnate solo n.26 e neanche prontamente utilizzabili! A distanza di mesi non siamo in fase di ricostruzione, siamo ancora nella fase della emergenza di cui fa parte la realizzazione delle casette di legno.

Ancora 3.800 concittadini sono in hotel e hanno subito spostamenti da una struttura turistica all’altra. I ritardi negli aiuti essenziali agli allevatori hanno provocato la richiesta di dimissioni del Vice presidente della Regione da parte della loro associazione più rappresentativa, la Coldiretti. Infine il governo si è dimenticato addirittura di togliere la tassa di successione sulle case crollate.

Nel mentre le zone dell’entroterra ascolana e maceratese vanno incontro alla desertificazione, in altre aree “grasse” della regione si celebrano, con inopportune fanfare, iniziative di sviluppo sostenibile, benvenute ma certamente secondarie al primo compito oggi della politica e della pubblica amministrazione, quella di rimettere in piedi la vasta area della nostra regione.

Tutti si lamentano della burocrazia ed allora cosa dire delle 33 ordinanze dell’attuale Commissario Straordinario a fronte della 4 ordinanze per il terremoto dell’Aquila?

Ma, a nostro parere, stiamo pagando esageratamente il depotenziamento della Protezione Civile, quella che in più occasioni guidò in poche settimane il superamento della prima emergenza, nella quale noi invece ancora ci troviamo dopo 10 mesi!

In situazione di emergenza ci deve essere un forte coordinamento da parte di chi sia autorizzato ad utilizzare i fondi economici, per breve tempo, anche senza gare ed appalti, pur con tutti i successivi controlli. Oggi al posto della Protezione Civile opera per coordinare l’emergenza il Ministero dell’Interno, come se fosse una questione di ordine pubblico!

La politica e gli amministratori avranno il coraggio di rivedere questa scelta funesta, allora giustamente motivata dall’uso improprio della Protezione Civile al G8 alla Maddalena da parte dell’allora Governo Berlusconi,? I fatti dimostrano come in questo modo si sia buttato via, con l’acqua sporca, anche il bambino. E chi ne paga le conseguenze sono i cittadini delle zone terremotate.

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