bacheca social

FAI UNA DONAZIONE





Sostieni questo progetto


A tutti i nostri lettori

A tutti i nostri lettori . Andremo dritti al punto: vogliamo chiederti di proteggere l’indipendenza dello Specchio Magazine. Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste un caffè, potremmo permetterci di far crescere l’Associazione lo Specchio e le sue attività sul territorio. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è il prezzo di una colazione o di una rivista nazionale. Questa è la maniera più democratica di finanziarci. Con il tuo aiuto, non negheremo mai l’accesso a nessuno. Grazie.
novembre 2016
L M M G V S D
« Ott   Dic »
 123456
78910111213
14151617181920
21222324252627
282930  

Terremoto. Il castigo di dio

internet

internet

 

Alessio Postiglione

Terremoto castigo di dio? Direi più notte della ragione. Quelli che il terremoto è un castigo di dio sono un esercito, oramai. Gli ultimi a unirsi a questo coro sono stati i commentatori di Radio Maria. Per loro, il terremoto sarebbe stato scatenato da dio per disapprovare le unioni civili. Castronerie sesquipedali che seguono le amenità di Socci contro “il papa luterano”, le inveterate uscite di un vice ministro di Israele druso (che subito hanno scatenato altrettanto folli volgarità antisemite sul Web) e altre farneticazioni pseudoteologiche da parte di sedicenti musulmani sul sisma di Amatrice e Accumoli. Che la madre dei gonzi sia sempre gravida, d’altronde, ce lo rivela la stessa SERP di Google.

Basta scrivere “terremoto castigo” nella “query”, per vedersi suggerire dal motore di ricerca vari articoli sul “terremoto castigo di dio”. Per giunta, in varie lingue. A riprova che la vera Internazionale, oggi, non è quella socialista ma dei cretini, di tutti i paesi e di tutte le religioni.

Queste farneticazioni, però, non vanno prese sotto gamba. Viviamo in un mondo particolarmente complesso e difficile. L’apparente proliferazione di fonti di informazione a disposizione dei cittadini tramite il Web non ha favorito un reale aumento della cultura e delle conoscenze da parte di larghi strati della popolazione. Ha favorito, piuttosto, un corto circuito cognitivo da sovraccarico di informazioni: l’information overload. Da un lato, opera nelle nostre democrazie l’analfabetismo di ritorno, per il quale molti cittadini non riescono a comprendere fino in fondo il significato di un articolo di giornale: e non parliamo di “poveri”, ma magari di borghesi, brillanti ingegneri, ma completamente ignoranti su temi di pressante attualità come la politica e l’informazione digitale.

Dall’altra, proprio la scarsa capacità dei cittadini di usare i canali digitali si sta dimostrando il tallone d’Achille principale affinché le magnifiche sorti et progressive della rivoluzione del Web portino effettivamente quell’avanzamento della cultura della partecipazione e della democrazia che, anni fa, invocavano fiduciosi i primi “teologi” della Rete.

iddio_arrabbiato

 

Molti cittadini non sono in grado di distinguere “il rumore” – informazioni immondizia e palesemente false – dalle notizie vere. Non sono in grado di distinguere cioè la vera informazione sui terremoti, dalla paccottiglia su trivellazioni, magnitudo taroccate e complotti Bildenberg vari. E così Umberto Veronesi e Eleonora Brigliadori hanno la stessa autorevolezza, quando si tratta di discutere di scienza. La presenza di politici imbevuti di cultura del complotto – fra attuali ed ex M5s sembra esserci solo l’imbarazzo della scelta -, sdogana infine la paranoia informativa. Ragionamenti complottisti che rivelano psicosi da capro espiatorio, da atteggiamenti patologici diventano “senso comune”, legittimo e legittimato anche da parte di chi, quando c’erano i partiti, aveva la funzione politica di guidare e formare le masse.

È qui il nocciolo della questione. Nell’attuale società disintermediata, se hai un “cortocircuito cognitivo”, non c’è più il partito, la Chiesa, il sindacato o un altro soggetto collettivo che ti aiuta a filtrare la realtà; magari offrendoti anche la sua visione semplificata o ideologica, che per quanto oggi possa far sorridere alcuni di noi, era ben lontana dalle follie complottiste del “popolo della rete”. Popolo disintermediato che si “forma” da solo, con questi risultati.

In questo contesto di paranoia informativa, infine, prevale la spiegazione monocasuale: mentre la nostra società sempre più complessa abbisognerebbe di spiegazioni sempre più raffinate e pluricasuali, il paranoico informativo – incapace di orientarsi nell’infinità della Rete -, si aggrappa ai Totem: spiegazioni semplificatorie, che ignorano la realtà, e che imputano ad una unica grande forza o a un grande vecchio la (s)ragione di ciò che succede. Da questo punto di vista, concezioni religiose fondamentaliste e manichee, come quelle rappresentate dai cattolici vandeani, dai salafiti, dagli ortodossi in genere, sono una semplice variazione sul tema del complottismo Bilderberg: spiegazioni monocausali, che ignorano la complessità del reale.

Suggestioni metarazionali scelte da chi, in un contesto di information overload, si affida a Entità Supreme: che poi questa entità sia un divinità truce e veterotestamentaria o la Trilateral poco cambia. La paranoia è la stessa.

Invia un commento

Puoi utilizzare questi tag HTML

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>