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Riforma Costituzionale. Centralizzazione per cultura, ambiente, urbanistica, energia, infrastrutture.

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Appello Italia Nostra.

Per un voto cosciente e responsabile nel referendum del 4 dicembre p.v. sulla riforma della Costituzione, ci sembra utile riportare l’attenzione dei cittadini sul testo delle modifiche  apportate all’art. 117 della Costituzione (di cui all’art. 31 votato dal Parlamento) per quel che riguarda l’ambiente e la cultura; l’art. 117 è quello che indica le competenze rispettive dello Stato e delle Regioni. Nel nuovo testo che va a referendum, lo Stato centrale si riappropria, in via esclusiva, delle competenze su:

punto s) tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; ambiente ed ecosistema; disposizioni generali e comuni sulle attività culturali e sul turismo (es. criteri legislativi, beni comuni, privatizzazioni beni culturali ed ambientali, acqua, aria, suolo etc.))

punto u) disposizioni generali e comuni sul governo del territorio (es. criteri legislativi dei piani regolatori, consumo del suolo, piani casa, tutela idrogeologica etc)

punto v) produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell’energia (es. elettrodotti, centrali elettriche, parchi eolici, rigassificatori, depositi di gas, condotte di gas etc),

punto z) infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto e di navigazione di interesse nazionale e relative norme di sicurezza; porti e aeroporti civili, di interesse nazionale e internazionale (inceneritori, strade ed autostrade, linee ferroviarie, porti).

Su queste problematiche sarà lo Stato a decidere, ignorando i pareri degli enti locali (regioni, comuni, aree metropolitane che sostituiscono le provincie). Non vi sarà più sede di confronto istituzionale politico-amministrativo dove verificare la sostenibilità dei progetti e dove le rappresentanze dei cittadini, organizzati in associazioni e comitati di cittadini, potranno far sentire la propria voce. “Su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva” (art.31), quindi lo Stato potrà richiamare a sé ogni decisione, anche in altri campi, dichiarando di interesse strategico e nazionale ogni scelta su cui abbia un interesse politico/economico/finanziario, come già fatto con gli inceneritori. Queste modifiche vanno a confermare la spogliazione delle competenze, nei confronti degli enti locali, iniziata con lo “Sblocca Italia” a cui Italia Nostra si oppose condannando ”l’esclusione totale alla partecipazione democratica nel processo decisionale in tema di infrastrutture, grandi opere, concessioni edilizie, sfruttamento delle risorse naturali ed energetiche dell’Italia”. A completamento ritroviamo, con l’art.71, la triplicazione a 150.000 delle firme necessarie per presentare proposte di legge di iniziativa popolare al Parlamento senza garanzie precise sui tempi di approvazione, rimandata ed un successivo regolamento.

Nel rispetto delle convinzioni politiche di ciascuno e a prescindere dalla valutazione sulle modifiche di altre parti della Costituzione (senza prendere posizione come associazione per il “NO” o per il “SI”), riteniamo che quanto esposto richieda una attenta valutazione da parte di quei cittadini che credono nella partecipazione democratica alle scelte che riguardano il proprio territorio e la propria qualità della vita e che non accettano supinamente l’imposizione di scelte da parte dallo Stato centrale.

 

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