bacheca social

FAI UNA DONAZIONE





Sostieni questo progetto


A tutti i nostri lettori

A tutti i nostri lettori . Andremo dritti al punto: vogliamo chiederti di proteggere l’indipendenza dello Specchio Magazine. Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste un caffè, potremmo permetterci di far crescere l’Associazione lo Specchio e le sue attività sul territorio. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è il prezzo di una colazione o di una rivista nazionale. Questa è la maniera più democratica di finanziarci. Con il tuo aiuto, non negheremo mai l’accesso a nessuno. Grazie.
ottobre 2016
L M M G V S D
« Set   Nov »
 12
3456789
10111213141516
17181920212223
24252627282930
31  

Economia sommersa e lavoro nero. Un prestito iniziale e forniture assicurate: da Fondi a Roma le frutterie di camorra

Da internet

Da internet

Sono 300 in centro e 6000 in tutta la città. Gli immigrati le gestiscono e abitano nei negozi

di FEDERICA ANGELI

Un prestito iniziale e forniture assicurate: da Fondi a Roma le frutterie di camorra«I prodotti li andiamo a prendere una mattina sì e una no al mercato di Fondi, vuoi assaggiare quanto è buona questa mela principessa? ». Hamed, un egiziano arrivato in Italia 15 anni fa, ha un banco di frutta al mercato di Testaccio. In realtà sono tutti nordafricani i gestori dei box, così come al mercato dell’Appagliatore a Ostia, così come i banchetti improvvisati sui marciapiedi da viale Parioli a corso Trieste. Hamed ha un sorriso ammaliante e ci sa davvero fare con le clienti, che, vanno via cariche di buste con tutto quello che il suadente egiziano ha consigliato loro di acquistare. «A Fondi i nostri fornitori sono tutti simpatici e parlano tutti napoletano », spiega Hamed. Prodotti che arrivano dalla Campania il cui traffico nel settore ortofrutticolo è notoriamente in mano alla camorra.

Una sorta di monopolio da cui è obbligatorio servirsi nel business di frutta e verdura e che riesce a spazzare via con la forza dei prezzi piccole e medie imprese. La contropartita «dell’aiuto dei napoletani» Hamed la racconta meno volentieri e guardandosi di continuo intorno. È ai napoletani che si rivolge la manovalanza africana per poter aprire un negozietto ed espandersi a Roma. E da quel momento i venditori si legano a doppio filo agli emissari della camorra. Il gancio è un prestito iniziale che i fornitori elargiscono e che se da un lato consente all’esercente l’avvio dell’attività, dall’altra lo lega alla rete dei fornitori in odore di racket.

A Roma — secondo i dati raccolti da Upvad — Confcommercio — sono oltre 6mila le imprese di frutta e verdura in mano agli egiziani; nei primi 8 mesi del 2016 anno, solo nella Capitale, sono aumentati del 30 per cento. C’è una vera e propria rete, un po’ come per i cinesi: si pagano cash le mura, si acquistano prodotti non proprio freschissimi (merce, in gergo, “stanca”) e si lavora anche 18 ore al giorno. Come Hamed, che con il suo sorriso e la battuta facile, attira clienti e poi fa sconti a tutti, «così torneranno di sicuro». Anche se le cassette di frutta stanno in mezzo al traffico, esposte per l’intera giornata ai fumi di scarico delle macchine che ingorgano via Gallia o viale delle Milizie. La convenienza è che costano davvero poco: la metà esatta di un qualunque altro esercizio.

Secondo le stime di Confcommercio gli stand di questo tipo sono 300 nel centro storico. In ognuno di questi c’è un giovane Hamed, accento tipico, grandi sorrisi e parlantina veloce. Spesso questi ragazzi sono sottopagati e lavorano in nero, non hanno

permesso di soggiorno, sono arrivati dopo viaggi di fortuna, vivono e dormono nel negozio. Non sempre e non tutti, è ovvio. Ma è una carriera destinata a farti passare da un lavoro di 18 ore al giorno a titolare del negozio. Basta saperci fare e affidarsi al “grande mercato di Fondi”. Dove se righi dritto e rispetti le regole hai la strada spianata. A Fondi si occupano anche delle beghe burocratiche. Anche così il franchising della frutta è cosa loro.

Invia un commento

Puoi utilizzare questi tag HTML

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>