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Politica. L’uomo del Ponte a detto Si. Pietro Lunardi si converte a Renzi: “Renzi fa la nostra rivoluzione”

Lunardi - HP

Lunardi – HP

Alessandro De Angelis

L’uomo del Ponte (sullo stretto) si converte a Renzi. Pietro Lunardi, l’ex potente ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture del governo Berlusconi, incappato in qualche vicenda giudiziaria poi archiviata, è simbolo della crociata azzurra sul Ponte. In un’intervista all’HuffPost annuncia il suo sì al referendum: “Renzi sta realizzando la nostra rivoluzione”.

Ha sentito Renzi sul Ponte sullo Stretto?

Bravo, bravissimo. Ha rotto un tabù a sinistra. Ha capito il discorso di fondo. Se uno le butta sul tema delle priorità, lascia l’Italia nella palude. Si dice “la priorità è il terremoto”, “la priorità è l’alluvione” e questo diventa l’alibi per lasciare tutto come è.

Lei con Berlusconi fece di tutto per far partire l’opera. Poi arrivò Prodi e la bloccò.

Perché puntava al Quirinale e si voleva creare una verginità con quel vasto mondo della sinistra del no.

Col Ponte si creano centomila posti di lavoro, dice Renzi.

Certo, perché non c’è solo il ponte in sé. C’è l’indotto. Gli accessi di una trentina chilometri di gallerie danno lavoro a calabresi, siciliani. È vero che con l’opera si toglie dall’isolamento la Sicilia.

Non sarebbe il caso di fare prima le strade e poi le opere faraoniche?

È proprio questo il ragionamento che non funziona. Nei sei anni in cui si costruisce il ponte in Sicilia si fa quel che si vuole, mica si deve stare fermi su tutto il resto. Poi vedo che la sinistra vuole fare l’alta velocità tra Palermo e Catania. A cosa serve l’alta velocità se non c’è il ponte? Uno va 300 chilometri all’ora in ferrovia e poi sta due ore fermo ad aspettare un traghetto. Lei capisce…

Insomma, Renzi sta realizzando se non i vostri sogni, quantomeno i vostri programmi.

Renzi sta interpretando quello che avevano pensato noi e voluto per il paese. Fare, fare, fare, non farsi bloccare dai no, i no tav, i no ponte, i comitati e quel pezzo della sinistra che si oppone per ragioni ideologiche. E lo sta facendo anche sulla giustizia, sul lavoro… Tutti parlano di riforme ma siamo sempre schiavi delle minoranze.

Dunque, lei vota sì al referendum sulle riforme?

Sì, voto sì. Ne ho parlato con Marcello Pera. Le dico una cosa molto semplice. Della riforma ci sono anche cose che non mi piacciono, ma aspettavo da anni che cambiassero radicalmente il titolo V che ebbe effetti devastanti sulla legge obiettivo. Era nata per fare 125 miliardi di opere in dieci anni, poi con la storia del titolo V l’hanno caricata di esigenze di comuni, regioni, etc, e sono diventati 340 miliardi opere. L’hanno caricata e quindi sventrata. E poi è una riforma che semplifica.

Assomiglia alla vostra del 2005?

Certo, anche noi volevamo cambiare. La stagnazione è devastante, ed è sempre stata devastante. Questa riforma non è perfetta ma un passo in avanti.

Lunardi, tornerà a fare politica?

Non l’ho mai fatta…. Sono entrato da tecnico e uscito da tecnico. Le questioni trasportistiche le seguo e metto a disposizione la mia esperienza. Guardi che la parte più importante per l’Italia è il Sud, nel Mediterraneo passa il mondo, hanno raddoppiato anche Suez. Se abbiamo un Sud organizzato, abbiamo dato all’Italia la cosa che serve.

È fiducioso che Renzi porterà a termine la vostra rivoluzione?

I presupposti ci sono. Alternative non ce ne sono. E spero venga aiutato dalle persone giuste perché di avversari ne ha parecchi fuori, ma anche dentro il suo partito.

 

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