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Informazione e politica. Lo spettro di Mosca sulla campagna elettorale: l’America indifesa che fa gioco a Trump

Foto da internet

Foto da internet

di FEDERICO RAMPINI

Hacker russi dietro il furto del passaporto di Michelle Obama e degli indirizzi email Yahoo durante la corsa alla Casa Bianca evidenzia la vulnerabilità di un paese che il candidato repubblicano definisce nel caos, senza una guida e senza protezione Continua la più strana campagna elettorale nella storia d’America, con la Russia come terzo incomodo, o come “convitato di pietra” (“muta presenza inquietante e minacciosa”, dalla leggenda di Don Giovanni). Ancora una volta dietro l’ultimo scandalo ci sono le impronte digitali degli hacker russi. Capaci di spadroneggiare impunemente negli archivi più segreti d’America.

Non tanto per il furto “all’ingrosso” di indirizzi email Yahoo, ben 500 milioni di utenti per lo più sotto la sigla Yahoo!Mail. A sottolineare ancor più la vulnerabilità americana è l’altro colpo, ai danni di Michelle Obama e del servizio segreto americano (s’intende il Secret Service, che qui non è un’agenzia d’intelligence bensì lo speciale corpo di polizia alle dipendenze del Tesoro che tutela la sicurezza del presidente, della sua famiglia, e di altre personalità politiche di rilievo).

L’elenco delle informazioni carpite in questo caso fa impressione. La vittima del furto è un “contractor” cioè un soggetto esterno all’Amministrazione federale ma a cui sono stati assegnati in appalto dei compiti molto delicati come l’organizzazione di viaggi di Michelle Obama e del vicepresidente Joe Biden.

Dalle email rubate sono state sottratte – e poi divulgate – copie scannerizzate di passaporti, elenchi di nominativi delle guardie del corpo del Secret Service che seguivano la delegazione presidenziale a Cuba, itinerari dettagliati di alcuni viaggi di Michelle Obama, Joe Biden, Hillary e Bill Clinton. Più i codici fiscali e altre informazioni riservate di molti dei loro accompagnatori.

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Da questi furti di email almeno per il momento non sembrano emergere notizie in grado di essere sfruttate da Donald Trump. Però tutto fa brodo, per rafforzare la sua narrazione: che descrive l’America di Barack Obama come un paese derelitto, nel caos, senza una guida, senza protezione.

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