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Referendum. Turchia golpe autogestito? promemoria per dire NO al referendum di ottobre

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di don Paolo Farinella

La sera stessa del sedicente colpo di Stato turco, commentando con alcuni amici, dissi che, secondo me, si trattava di un colpo fasullo organizzato da Erdogan, stanco di aspettare la via democratica per consacrarsi Sultano della Turchia con tanti saluti a Atatürk e alla sua laicità assoluta. I tempi sono stati scelti con oculatezza, dopo l’accordo con la UE per la gestione della merce-migranti alla modica somma di quasi 7 miliardi di euro, almeno per ora.

L’iter del golpe autogestito è sintomatico: 11 mila insegnanti, 7 mila magistrati, in totale 50 mila (per ora) arrestati, prelevati e portati non si sa dove. Per fare una cosa del genere, occorrono mesi di preparazione per redigere gli elenchi, stabilire il domicilio e coordinare gli arresti. Se fosse stato un colpo di Stato, non sarebbe stato possibile in poche ore e giorni realizzare tutti questi preparativi.

Erdogan, che è essenziale alla Nato, al commercio e alla destabilizzazione del Medio Oriente, sa che EU, Usa e qualsiasi altro Paese non avrebbero alzato ciglio contro di lui, salvo la minaccia spuntata della Merkel sulla pena di morte. Potenza di ricatto! Non succederà nulla in Occidente, come da almeno un quarto di secolo non succede nulla, se non l’aumento della povertà, la dissoluzione dello spirito europeo e il rafforzamento degli interessi delle lobbies, delle multinazionali al cui servizio sono proni i politicanti di turno. Dum Turcia mortua, Europa, interdum, quiescit! L’Egitto di Regeni che se ne infischia dell’Italia, insegna alla grande!

La Turchia è il crocevia di ogni nefandezza internazionale; dalla vendita delle armi occidentali ai militanti nell’Isis che poi arma pazzi disadattati che vanno ad ammazzare in Europa usando armi europee, munizioni europee, contrabbandate dagli stessi governi che non riescono a prevenire nemmeno un camion che non doveva passare da una zona bloccata. Pecunia non olet! Da sempre.

Don-Paolo-FarinellaApparentemente Ergogan sta rispettando le leggi e quelle che non gli vanno le sospende come sospende i diritti, inneggiando al popolo sceso in piazza, lo stesso che lui caricava quando occupava la piazza contro di lui. Per via democratica, la via è spianata verso la dittatura, senza cambiare la forma simil-democratica dello Stato. Anche Hitler e Mussolini giunsero al potere per via democratica, con leggi fatte apposta per quella occasione e abolite una volta preso il potere, difeso con pugno di ferro.

Lo stesso destino può toccare all’Italia se passa la riforma della Costituzione voluta da Renzi e dalla signorina Boschi-Etruria in combutta con Verdini che rappresenta Berlusconi, mentre fanno finta di essere divisi. La salvezza di Berlusconi al senato, vietando l’uso delle intercettazioni che è anche decaduto, ne è una prova sufficiente. La riforma, infatti, è opera del governo, imposta dal governo a un parlamento ricattato perché ricattabile e approvata a maggioranza e a forza di voti di fiducia.

Basterebbe solo la presa di coscienza di questo metodo antidemocratico per affossarla senza esitazione. La riforma non è pensata per la governabilità dello Stato democratico, eletto dal popolo sovrano nelle forme e nei limiti della Costituzione, ma in funzione di un assetto partitico supposto e immaginato. Per questo alla indecente riforma costituzionale si associò subito la legge elettorale che nella mania di grandezza renziana, avrebbe premiato il suo partito che alle europee aveva preso poco più del 40%. Ora che con l’italicum potrebbe vincere il M5S, Renzi corre ai ripari, dichiarandosi disponibile, cioè di essere pronto a cambiare la legge elettorale a tamburo battente, dimostrando che i ritardi non sono imputabili al bicameralismo. Modificare la legge imposta con la forza, perché si sono fatti male i calcoli, è segno del disprezzo della Democrazia e della legalità. L’obiettivo è chiaro: impedire «ex lege» che vinca il M5S per lasciare solo la finzione del simulacro di una finta sinistra e la patologia della destra: Renzi e Berlusconi pari sono, alleati e conviventi. Tutto ciò è la fine della democrazia perché vuol dire che governo e parlamento ricattato dal governo pensano e agiscono con volontà antidemocratica con l’intento di scardinare l’essenza dello Stato stesso di Diritto.

La Costituzione doveva essere al riparo dal governo che non avrebbe dovuto metterci becco e nessun ministro e sottosegretario avrebbero dovuto partecipare alla stesura della riforma. Invece con l’avallo di un presidente della Repubblica che continua a manovrare per interessi privati, venendo meno al silenzio che gl’imporrebbe la sua condizione di ex presidente, stiamo assistendo all’autopsia della Repubblica parlamentare, alla cancellazione del voto perché i finti votati sono nominati e bloccati per essere sicuri che il popolo non li possa non votare. Allo stesso modo, parlamento, Presidente della repubblica e Csm sono consegnati nelle mani del capo del governo, il solo che non avrà né controllo né contrappesi. Se i turchi sono alle porte, il ducetto di Rignano è già arrivato.

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