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Porto Recanati. La libertà di denunciare i problemi della città non può andare in vacanza.

da Internet

da Internet

Riceviamo dal movimento Uniti per Porto Recanati.

Ci ha molto colpito un articolo apparso alcuni giorni fa sulle pagine del Corriere Adriatico nel quale senza mezzi termini il Sindaco Mozzicafreddo minaccia di querela chiunque diffonda notizie false e tendenziose riguardo la pulizia dell’acqua del mare.

Detta così la cosa genera una sorta di ilarità, sia per il fatto che il termine di paragone usato è l’acqua del rubinetto, di cui sono note le qualità, sia per il fatto che le dichiarazioni vengono rese da un Sindaco che, a pochi mesi dall’inizio del mandato, ha già emanato ordinanze, seppur temporanee, di divieto di balneazione.

Se non fosse che, nella parte finale dell’articolo, la parola viene data all’avvocato Camiciola il quale, in un virgolettato, ci ricorda due importanti concetti: l’amore verso il proprio paese deve essere una fede incondizionata; in un paese turistico bisogna avere particolare cura dell’immagine.

A meno che non si tratti di un’infelice abbinamento giornalistico, ci interessa capire se il noto avvocato si sia pronunciato come legale dell’Amministrazione, con lo scopo di rafforzare col dogma gli intenti preannunciati da Mozzicafreddo, oppure se abbia parlato come portorecanatese “innamorato” della propria città.

Il dubbio sulla prima ipotesi è del tutto fondato, in quanto, circa cinque anni fa, fu il medesimo professionista a rappresentare gli interessi dell’allora sindaco Ubaldi in un procedimento penale per diffamazione nei confronti dei consiglieri di minoranza Riccetti e Paccamiccio, che si erano “permessi” di criticare le politiche in materia di difesa della costa delle Giunte Fabbracci – Ubaldi.

Per la cronaca, il procedimento fu archiviato per infondatezza, venne opposto senza preventiva delega della Giunta  dall’allora primo cittadino e quindi di nuovo archiviato dal G.I.P..

Se così fosse, il messaggio finale, per quanto non voluto, apparirebbe come una sorta di velata intimidazione rivolta, non solo alle opposizioni, ma anche ad ogni singolo cittadino che in futuro intendesse in qualche modo criticare l’operato della nuova amministrazione.

In questo caso, il tentativo di censura preventiva dell’opinione pubblica porrebbe la nostra piccola cittadina nella lista nera dell’oscurantismo tecnologico prefigurato da paesi come l’Iran, e la Corea del Nord.

Nel secondo caso, invece, non si può fare a meno di ricordare che l’amore per Porto Recanati si può e si deve manifestare anche con nuove politiche di rispetto dell’ambiente; di salvaguardia del territorio e di riqualificazione delle aree interessate dal degrado e dal disordine generato dalle incompiute.

In ogni caso, la sensazione che nutriamo è che né i consiglieri di minoranza, né i concittadini rinunceranno a dire la loro dopo  questa brutta pagina di comunicazione.

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