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Dialoghi. Se l’Isis mi ammazza non uccidetemi una seconda volta. P.S. Dimenticavo. Dovessi morire per mano di un qualsiasi assassino vorrei il silenzio stampa.

don-aldo-antonelli - Internet

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Don Aldo Antonelli  Prete freelance

Non succederà, ma se dovesse accadere di restare ammazzato da chicchessia, per favore, vi prego, non uccidetemi una seconda volta.

Se dovessi essere sgozzato o decapitato o sventrato da un delirante di “Allah Akbar!”, vi prego, per favore, non uccidetemi due volte: non confondete l’Isis con l’Islam.

E se il mio uccisore dovesse essere un nero o un emigrato, vi prego, per favore, davanti alla mia bara non uccidete anche la mia memoria: non confondete il delinquente con l’emigrante.

Al mio funerale non voglio i maestri dell’imbroglio, i fabbricatori d’odio, coloro che investono sulle paure e coloro che fanno carriera sulle disgrazie altrui. Morirei una seconda volta. E questa volta per davvero!

P.S. Dimenticavo. Dovessi morire per mano di un qualsiasi assassino vorrei il silenzio stampa. In fondo, a morire sarei solo io. Non voglio prestarmi, nemmeno da morto, a questo gioco osceno che va in onda quotidianamente a reti unificate: quello di far credere che il nostro nemico sia l’Islam e non il terrorismo quotidiano e permanente di una finanza che affama, di un mercato che desertifica e di una politica nullafacente. E le cui vittime sono milioni e milioni, non esclusi gli stessi terroristi.

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