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giugno 2016
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Dialetto in pillole – 45. Parole loretane con la C (3)

Un po’ di voci loretane e modi di dire collegati, presenti nel glossario “Parlà loretano” (1994), di Augusto Castellani. Li ripropongo così come le ha scritte lui, magistrale interprete del dialetto della “felix civitas lauretana”; di mio ci sono solo alcune osservazioni sull’etimologia e i riferimenti letterari. Questa è una selezione; Castellani, di vocaboli, ne ha registrati assai di più e pertanto invito il curioso a procurarsi il suo volumetto.

ABBREVIAZIONI

lat. = latino / it. = italiano / arc. = arcaico / med. = medievale / fr. = francese / cfr. = confrontare / onom. = onomatopeica / volg. = volgare / rom. = romanesco / incr. = incrocio / tosc. = toscano / prov. = provenzale / ant. = antico / euf = eufemismo / mil. = milanese / ven. = veneto

crucculà’sènto crucculà’ la pànza, sento dei gorgoglii in pancia – i fagioli cròcculene, i fagioli ribollono – Pippo cròccula, riferimento al rumore prodotto in volo dall’aereo da caccia notturna degli Alleati durante la seconda guerra mondiale; voce onom.

Donatello, Il profeta Abacuc (1430 circa) - sito geometriefluide.com

Donatello, Il profeta Abacuc (1430 circa) – sito geometriefluide.com

‘cùccoè vècchio cùme el ‘cùcco, è vecchio come il profeta Abacuc, spesso rappresentato da vegliardo con bianca barba fluente; nella Bibbia ci sono 56 versetti che compongono il Libro di Abacuc; probabilmente il profeta (classificato tra quelli minori) visse tra il VII e il VI sec. a. C. Tuttavia, sembra che l’espressione vecchio bacucco sia pervenuta dal mil. vèggia bacùcca, una maschera che rappresenta una vecchia sgangherata (dietro cui si cela sempre un uomo), che percorre la città armata di un bastone con cui percuote chi la dileggia.

cuciòlasbàva cume ‘na cuciòla, sbava come una chiocciola, butta bava dalla bocca (perché vecchio, impossibilitato a controllarsi, malato o altro) – i cuciolétti, piccole chiocciole di mare (detto anche di quelle di terra) – i cuciolettàri, sono detti così i recanatesi, forse alludendo a una loro particolare preferenza per i  cuciolétti; lat. còccia, per la forma rotonda, con dim. Un detto: piòve, piòve, se marìta le cuciòle.

cudró’‘ppuggià’ el cudró’ appoggiare l’estremità sacrale, sedersi; lat. volg. códa poi coderone dalla voce tosc. cotrióne, coccige degli uccelli e, scherzosamente, dell’uomo.

cùgnoguàrda che bel pàro de cùgni che t’ho fàtto!, guarda che belle pezze da mettere ai pantaloni (a sostegno degli stessi, magari per coprire uno strappo); lat. cùneus, che sostiene, dà forza. Viva anche l’espressione ci ha le cùgne, vale a dire: ha gente importante che lo protegge, gli fa i favori.

cujunà’c’è pògu da cujunà’, guarda che è una questione seria – lu’ è cuscì, ma lìa nun cujóna, lui è fatto in quel modo, ma lei non è certo da meno – nun s’è fàtto cujonà’, non si è fatto criticare, non ha fatto meno degli altri, si è fatto valere; formato su cujó’.

cùlose tte chiàppe tre cùli e mèzze, se ti prendo ti riduco davvero male; ma dovrebbe essere letta sètte chiàppe, tre cùli e mèzze, cioè sette natiche fanno tre sederi e mezzo, come semplice constatazione – tutt’un cùlo e un par de bràghe, di due che vanno perfettamente d’accordo – trómba de cùlo, sanità de còrpo, fare peti è indice di buona salute – nun tuccà’ el cùlo a le cegàle, non toccare la cicala per farla frinire, non provocare; lat. cùlus.

cumprigió’è sécco de cumprigió’, è magro di complessione, di struttura fisica; lat. complèxio-ònis.

cumudì’me tiènghi per cumudì’, vorresti che coprissi le tue marachelle, le tue colpe, come il comodino nasconde le cose che è meglio non si vedano (per esempio, la polvere del pavimento depositatavi sotto oppure, al suo interno, il vaso da notte); fr. commode.

cùnacantàva già da drénto la cùna, canta da quando era in culla; lat. volg. cùna, per la rassomiglianza della forma delle culle di una volta con le cabalette (cunétte) di lato ai marciapiedi per lo scolo dell’acqua piovana.

Taitù Batùl (1849-1918), moglie di Menelik II - sito cronaca-ieri-oggi.over-blog.it

Taitù Batùl (1849-1918), moglie di Menelik II – sito cronaca-ieri-oggi.over-blog.it

cuntéssasarài la cuntéssa Taitù, detto a chi fa vanterie o si dà molte arie; la contessa Taitù era l’imperatrice d’Abissinia, moglie del Negus Menelik; prov. e ant. fr. comte.

cupìzzael sóle te chiàppa nte la cupìzza, il sole batte alla base del cranio; forse da cupo per via della piccola cavità dove si trova il cervelletto + dim.

‘curà’me s’è ‘curàti i déti de le ma’ e de i pièdi, mani e piedi raggrinziti per il troppo stare in acqua; altri: estremità che appaiono levigate, candide, curate a causa della permanenza prolungata in acqua; lat. cùra > excuràre, pulire, lucidare, con caduta della postonica.

curatèllecustu’ me ffa’ magnà’ le curatèlle, costui mi fa mangiare il fegato (le curatèlle sono il fegato degli animali), mi manda in collera; lat. coràtum>lat. t. coràta.

curdèllanun me tené’ in curdèlla, non tenermi in ansia, nell’incertezza; probabile derivazione dall’antico tormento della corda, che metteva certamente chi lo subiva in condizione di estrema ansia poiché al dolore del tratto seguiva spesso la morte; ma forse è più congruo il significato derivante da curdì’, rèdine di corda per la guida dei buoi, tenuti quindi in tensione; lat. chòrda + dim.

cùre’cùrsi, cùrsi, ma non lo potétti mai ‘rivà’, italiano strafalcionato da chi vorrebbe parlare gùzzo, ma non ne è capace – cùreje diètro!, prova a prenderlo, se ci riesci! – ‘na vòlta cùre el ca’, ‘na vòlta el lèpre, a ognuno va data la propria opportunità; lat. córrere.

Una fase della 'cosecha' moderna in Argentina - sito infobase.com

Una fase della ‘cosecha’ moderna in Argentina – sito infobase.com

cussìcciaffa’ cussìccia de qualch’idèa, fai provvista, raccolta di qualche idea; fanne tesoro; sp. am. cosecha, raccolta (grano, formentone etc…). Vi lavoravano i nostri emigranti temporanei, le golondrinas, rondini, come li chiamavano gli argentini, perché arrivavano a marzo per la cossecha e ripartivano per l’Italia in ottobre; tra loro, molti nostri conterranei.

cuttarèllaho guadagnàto ‘na cuttarèlla de fagioli; ho rimediato una piccola cottura (nel senso della quantità) di fagioli, ho guadagnato poco, giusto quel che basta per un pugno di fagioli; lat. volg. còcere, còctus/a con dim.

cuttigó’c’è pùre lìa, qul cuttigó’, c’è anche lei quella scorza dura; o anche: quella bruttona; lat. cùtica.

cutulà’chi te se cutùla, ma chi ti considera, chi ti calcola? – guarda de se la cutùla, guarda come se la coccola; dal ven. còtola, sottana, gonna, tenere vicino a sé, coccolare – la misèria se la cutulàva, era avvolta nella miseria come a un rullo, lat. scùtula da ex-quòtere, scuotere – la léga de Cutuló, forse un’allegra compagnia capeggiata da una persona soprannominata Cutuló, che può anche significare colui che dà la caccia alle sottane, donnaiolo, in rapporto al significato del sopra citato ven. còtola.

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