Tema scottante e forse ritenuto di non grande interesse pubblico da parte degli altri contendenti elettorali, viene trattato in un convegno organizzato dal movimento 5 stelle che ci invia la seguente nota.
Intervenendo al convegno sui mali che affliggono la sanità a Porto Recanati, organizzato dal Movimento 5Stelle di Porto Recanati, a sostegno del candidato sindaco Sauro Pigini, il deputato Andrea CECCONI, della commissione sanità della Camera, ha sottolineato come, da parte della giunta regionale, vi sia una interpretazione del tutto peggiorativa delle disposizioni ministeriali che obbligano le Regioni ad una razionalizzazione del servizio sanitario ed in particolare della presenza sul territorio degli ospedali. Il parlamentare ha evidenziato il disinteresse, da parte della giunta, a percorrere con decisione le strade intraprese da due delle regioni confinanti, Emilia Romagna ed Umbria. Regioni che hanno ormai da tempo un sistema completamente informatizzato della sanità, con la centralizzazioni di alcuni servizi, quali ad esempio le analisi cliniche, e che hanno permesso di non chiudere ospedali locali in modo da salvaguardare il diritto dei cittadini ad usufruire dei servizi di primo intervento sanitario, con tempi di rischio accettabili. Nelle Marche, invece, si sta assistendo ad un continuo smantellamento di importanti strutture sanitarie, privandole dei servizi essenziali in modo da renderle del tutto inutili e quindi statisticamente fuori dai parametri di sopravvivenza. Tutto ciò sulla pelle dei più deboli e per difendere interessi ormai consolidati e contro i quali il Movimento 5Stelle combatte una battaglia solitaria. Battaglia che potrebbe essere rafforzata dalla presenza di più sindaci del Movimento 5Stelle, che ha nella sanità una delle sue stelle.
La Consigliera Regionale Marina PERGOLESI, della commissione Sanità del Consiglio Regionale, ha invece sottolineato come, anche per quel che riguarda il diritto dei cittadini a poter accedere a visite specialistiche in tempi ragionevoli, la Regione Marche abbia autonomamente derogato dagli standard ministeriali, costringendo sempre più cittadini a ricorrere a visite specialistiche completamente a proprie spese, senza poter usufruire di quanto stabilito dalla stessa Regione. A proposito, poi, dei tagli relativi alle guardie mediche, la consigliera Pergolesi, ha sottolineato di come gli stessi rientrino nella logica di smantellamento della sanità pubblica, precedentemente illustrata dell’onorevole Cecconi.
Movimento 5Stelle di Porto Recanati
L’Emilia Romagna è la regina d’Europa in Sanità!
Massimiliano Abbruzzese
Dopo tanti anni di seria A i tifosi bolognesi hanno dovuto accettare l’amara realtà della retrocessione. Ma se nelle vicende calcistiche le cose vanno male c’è una classifica che potrebbe collocare in vetta all’Europa la regione di cui Bologna è capoluogo: l’Emilia Romagna. Infatti, se ci fosse la Champions League della sanità, la nostra regione si batterebbe per la vittoria, anzi, a mio giudizio, potrebbe anche vincerla. Vediamo perché.
La settimana scorsa ero a Milano per la presentazione dei risultati dell’Osservatorio ICT in sanità. Una delle slide proiettate riguarda la classifica della “qualità delle prestazioni sanitarie” basata sui dati EuroHealth 2013. Ebbene, l’Italia è al 21° posto addirittura al di sotto della media europea (qui la classifica completa).
Tornato a casa, incuriosito dalle informazioni riportate al convegno, sono andato a vedere nel dettaglio gli elementi che hanno portato a questo risultato. Intanto, primo fattore interessante, gli indicatori presi in considerazione da EuroHelath non sono dissimili da quelli del programma di valutazione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), a cura del Ministero della Salute. Secondo, la ricerca europea, usufruendo di una media, non riesce a cogliere quanto di buono viene svolto in alcune delle nostre regioni in ambito sanitario elemento, invece, evidenziato dal programma di valutazione dei LEA (qui i risultati).
A questo punto, capito che le due ricerche sono comparabili (per dirla in metafora, “confrontiamo mele con mele” seppure di qualità differente), per comprendere come si sarebbero classificate le nostre regioni all’interno dello studio EuroHealth, ho individuato la media dei risultati LEA, paragonata a quella europea ed infine ricalcolato i dati per singola regione.
Qui di seguito trovate la tabella con i “Top 10” nonché il singolo posizionamento di tutti i nostri enti. Inoltre, ho inserito due colonne, una che riporta la percentuale di popolazione over 65 (quella che utilizza maggiormente i sistemi sanitari), l’altra che individua la spesa sanitaria pro capite.
*I dati, del 2011, riportano la spesa corrente al lordo della mobilità regionale. Fonte Rapporto Oasi 2013. Tasso di cambio €/$: 1.35.
** I dati sono relativi al 2011. Fonte OECD Health Statistics 2013.
*** Per l’Italia la OECD indica la spesa media pro capite pari a 2.344,5$.
Il documento “mantenimento erogazione LEA 2011” del luglio 2013 non contiene dati relativi a: P.A. Bolzano, P.A. Trento, Valle d’Aosta, FVG e Sardegna.
Ebbene, l’Emilia Romagna, la regione italiana con i LEA più efficienti, conquista il terzo posto alle spalle di Olanda e Svizzera. Ma, se consideriamo anche il dato sulla popolazione anziana e le minori risorse a disposizione, praticamente la metà rispetto alle due nazioni che la precedono in classifica, possiamo ritenere che la regione famosa nel mondo per le sue doti gastronomiche da oggi può meritare anche la Champions League della sanità.
Qualcuno può obiettare, giustamente, che anche in altri paesi possono esserci singole regioni particolarmente efficienti. Oppure che Olanda e Svizzera estendono il loro ottimo risultato a favore di una popolazione complessivamente più numerosa. Tutto vero, ma il mio articolo non ha pretesa di rilevanza scientifica bensì dimostrare, “numeri alla mano“, che il nostro sistema sanitario ha delle punte di eccellenza paragonabili alle migliori performance europee.
Nei mesi precedenti la Conferenza Stato regioni ha individuato le regioni benchmark di cui anche l’Emilia Romagna fa parte, insieme a Veneto e Umbria. Adesso si tratta di implementare le politiche affinché le buone pratiche già presenti vengano adottate in tutti gli altri territori. Attendiamo fiduciosi.
Magari, a seguito di questo mio articolo e soprattutto della nuova direttiva europea che prevede la libertà delle cure mediche in qualsiasi dei 28 paesi dell’Unione, qualcuno potrebbe iniziare a credere che si può anche favorire un nuovo tipo di turismo “sanitario” sul modello della California.
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